di Kassandra Montag
Terre sommerse di Kassandra Montag
Genere: Fantascienza / distopico
Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 356
Edizione: 6 febbraio 2020
“Terre sommerse” di Kassandra Montag è un libro di fantascienza perfetto per adulti e ragazzi.
Ci racconta la storia di Myra, una donna e una mamma, che vede il mondo cambiare per sempre.
Le acque si innalzano sempre di più e man mano che lo fanno le terre emerse e le città spariscono.
In questo clima di instabilità e paura la nostra protagonista vede dileguarsi per sempre la sua primogenita, Row, portata via, inspiegabilmente, da suo marito.
Un libro emozionante e pieno di colpi di scena e avventure che vi terrà con il fiato sospeso.
a cura di Manuela Morana
Sinossi
L’ultima volta che Myra ha sentito la voce della sua primogenita, Row stava gridando. Le urla come una lama, mentre la bambina scalciando cercava di divincolarsi dalla stretta del padre che la trascinava su una barca. Poi, solo una scia d’acqua dove prima c’era la sua famiglia. Sono passati otto anni da allora e il mondo è completamente cambiato. Gli oceani si sono innalzati e hanno trasformato l’America in un arcipelago, i suoi abitanti rifugiati sui pochi lembi di terra rimasti, circondati da una distesa d’acqua. Bande di pirati infestano il mare in cerca di cibo e donne da usare per la riproduzione. C’è chi si allea per cercare di creare una nuova società e chi invece naviga in solitudine su imbarcazioni di risulta, cercando solo di sopravvivere. Indipendenti e fiere, Myra e la sua figlia minore Pearl veleggiano sulla loro piccola barca, vivendo di pesca e baratto, dopo che la loro casa in Nebraska è stata sommersa, poco prima della nascita di Pearl. Myra non ha mai smesso di cercare la figlia perduta. Dentro il suo cuore e nella sua anima sa che Row è ancora viva. E farà di tutto per trovarla.
Uno sguardo, carico di forza evocativa e immaginazione, su quello che potrebbe essere il nostro futuro. Un romanzo pieno di amore e disperazione, ambientato in un nuovo mondo forse molto vicino.
Recensione
A causa dei cambiamenti climatici i ghiacciai si sono sciolti e il livello degli oceani si è innalzato fino a coprire e far sparire intere nazioni.
Le città sono state abbandonate e lo spazio dove rifugiarsi è diventato sempre più esiguo. Per certi versi è davvero angosciante leggere alcuni passaggi, vedere come l’America è stata devastata da questi fenomeni atmosferici: la popolazione ridotta a poche piccole colonie, il cibo che scarseggia e la violenza e la prepotenza che dilagano.
Alcune persone vivono di pesca, altri commerciano e barattano oggetti, pochissimi sono quelli che hanno trovato un po’ di terra da coltivare.
Alcuni sono diventati dei veri e propri pirati che vivono di razzie e ruberie, le donne in età fertile vengono rapite e condannate a vivere nelle cosiddette “navi da riproduzione” per generare figli che possano ripopolare il mondo.
Altri ancora sono costretti a vivere facendo continue immersioni sott’acqua per entrare nelle case abbandonate, ormai popolate solo da acqua e pesci, alla ricerca di bottiglie d’acqua potabile e di qualsiasi cosa possa ancora in qualche modo essere commestibile o utilizzabile con il rischio di non riuscire più a tornare in superficie.
Myra e Pearl vivono per lungo tempo da sole su una barchetta, costruita dal nonno di Myra prima di morire, e basano la loro alimentazione e i loro scambi sul pesce, infatti Myra è abilissima nella pesca e trasmette il suo sapere alla piccola Pearl.
La nostra protagonista però non ha mai dimenticato Row e dentro di sé spera sempre di ritrovarla. È per questo che quando si imbatte in un pirata che le rivela dei dettagli su dove potrebbe trovarsi Row non ci pensa due volte e decide di andare a cercarla, anche se questo è molto pericoloso, anche se per farlo potrebbe mettere in serio pericolo la sua vita e quella di Pearl, anche se le è stato detto che sua figlia vive in una pericolosissima e inavvicinabile colonia di pirati che aspettano solo che arrivi l’età giusta per caricarla sulla loro nave da riproduzione e ormai quel momento è vicino, estremamente vicino. La sua missione a questo punto diventa solo una, costi quel che costi deve riuscire a:
Tirarla fuori di lì prima che la mandassero in una nave da riproduzione e la mia unica chance fosse bruciata per sempre.
«Conosco i rischi» dissi, con voce tremante. Guardai Pearl sotto la copertura del ponte. «Lo so. Ma devo… devo provarci.» Mi strinsi nelle spalle e distolsi lo sguardo, poi lo guardai di nuovo, vidi che mi fissava, il viso in ombra. «Il pensiero di non provarci è come non avere più ossa, da un momento all’altro. Il mio corpo si affloscia, è vuoto.»
Scossi la testa e mi passai una mano sul viso.
E anche se a far compagnia a Myra e Pearl troviamo Daniel, un uomo che le due hanno salvato da un naufragio e che è capace di leggere e tracciare le mappe con le rotte marittime, il trio non è ancora capace di realizzare il progetto di Myra.
È solo grazie all’arrivo provvidenziale ed inaspettato di una nave, la Sedna, che salva i tre da morte certa che gli eventi si rimettono in moto e le speranze della nostra protagonista si riaccendono.
È impossibile restare loro indifferenti, non affezionarvisi, non soffrire per loro e con loro soprattutto perché nonostante gli errori, il loro passato non sempre limpido e i piccoli/grandi vizi che li caratterizzano, sono “brave persone”, che gestiscono questa grande nave dandosi delle regole affinché regni la pace.
È gente che spera di trovare un posto dove stabilirsi con l’intento di costruire una colonia pacifica e prospera nella quale vivere in armonia.
Myra sa perfettamente che per salvare Row deve convincere il capitano e l’equipaggio della Sedna a dirigersi a nord, verso la colonia degli Abati Perduti nota come “la Valle”. Inizialmente questo progetto sembra disperato visto che la Sedna fa rotta verso Sud ma poi alcune circostanze rimescolano le carte e danno qualche possibilità in più alla nostra protagonista.
Senza contare che manderà la nave che li ha accolti e salvati proprio tra le mani della banda di corsari più pericolosa e temuta che esista.
Inoltre dopo tanti anni in quella colonia Row potrebbe non essere più la ragazzina che lei ricorda e potrebbe essere felice nel posto nel quale dove si trova.
«Che Row stia bene o meno nella colonia non è l’unica cosa che conta» lo interruppi. «Non penso che Jacob le abbia detto la verità. Che l’ha rapita. E se pensa che l’abbia abbandonata io? E se non ricorda che ho cercato di raggiungerla? Non può stare bene se crede che io l’abbia lasciata andar via in quel modo.»
Daniel allungò una mano per toccarmi il braccio, ma gliela scacciai. «Sono certo che non lo pensa» mormorò.
«Sai cosa succede ai bambini abbandonati? Quelli che non credono di meritare la presenza di nessuno? Cambia il modo in cui ti vedi. Tutti gli altri stanno bene e tu hai una specie di buco nel petto, e chiunque può infilarci un dito e toccare qualsiasi parte di te. Non hai una corazza. Non ti senti mai sicuro. Non la sto solo salvando dagli Abati Perduti, la sto salvando da quello. Deve… deve sapere che sono qui per lei.»
Sul finale non vi svelo nulla ma sinceramente non è stato come lo avevo immaginato…
“Terre sommerse” Viene considerato un fantasy ma personalmente lo inserirei più tra i distopici, è ben costruito e abbastanza inquietante per lasciarti addosso quel po’ d’inquietudine che solo i distopici sanno trasmetterti proprio perché giocano sull’estremizzare situazioni che sembrano lontane ma che forse non lo sono poi così tanto.
In conclusione non posso che consigliarvi questo libro e augurarvi di passare una buona estate, magari “immergendovi” in questa storia intrigante ed emozionante.
Il nostro giudizio:
Trama
Stile
Piacevolezza
Copertina
Voto finale
Kassandra Montag
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