TORNARE A CASA

di Dörte Hansens

Tornare a casa di Dörte Hansens
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Fazi Editore
Pagine: 439
Edizione: 25-06-2020

a cura di Elide

Cari amici lettori,  
oggi vi proponiamo “Tornare a casa”, opera di Dörte Hansen, edita da Fazi Editore, che ci invita a guardarci dentro, a chiederci chi siamo e cosa siamo diventati negli anni che sono trascorsi inesorabili e che ci hanno visto trascinati dagli eventi e dalle circostanze che spesso ci sono sfuggiti di mano, che ci chiede di guardare ai nostri affetti, ai nostri sentimenti spesso risultato di rapporti ormai sgretolati. Buona lettura!

Sinossi

Quando un bambino nasce in un paesino di provincia dove di bellezza non c’è neanche l’ombra, è figlio di una ragazzina affetta da ritardo mentale e fin da piccolissimo viene messo in piedi su una cassa a spillare birra al bancone di una locanda, il fatto che da adolescente frequenti il liceo è piuttosto sorprendente; se poi diventa un professore universitario e decide di lasciarsi tutto alle spalle, l’evento è più unico che raro, e in paese c’è chi lo vive come un tradimento. Nel momento in cui, alla soglia dei cinquant’anni, l’uomo fugge da una vita accademica insoddisfacente e da un’ambigua convivenza a tre in un appartamento in cui non si diventa mai adulti per tornare a casa e prendersi cura dei nonni – Sönke, l’oste arroccato nella sua locanda semiabbandonata, ed Ella, che la vecchiaia ha reso capricciosa e imprevedibile –, due realtà apparentemente inconciliabili si scontrano, dando vita a una crepa profonda dalla quale tutto torna a galla. Il ritorno a Brinkebüll diventa così un’occasione per riscoprirsi e reinventarsi: ci sono conti da saldare, ruoli da invertire e tante tappe da rivisitare prima di muovere il primo passo verso il cambiamento. Il contrasto fra due mondi, il nostro passato e il nostro presente, le famiglie da cui proveniamo e quelle che ci siamo scelti, è la sostanza da cui germoglia questo romanzo meraviglioso, che racconta l’evoluzione di un paesino e i destini individuali dei suoi abitanti con dolcezza, ironia sottile e una vena di malinconia.
Caso letterario dell’anno in Germania, con oltre 400.000 copie vendute e il plauso unanime di pubblico e critica, Tornare a casa è un bestseller indimenticabile che ha incantato davvero tutti.

Recensione

«Inseguo le nuvole bianche e comincio a sognare. A volte invece arriva la sfortuna, ma quella era un’altra canzone: a diciassette anni si sogna, poi arriva un bambino e allora si diventa pazzi. O forse si era pazzi già da prima e il bambino era venuto dopo, nel caso di Marret l’ordine non era chiaro.»

Un bambino nato in quel paesino da una donna di diciassette anni incinta di un uomo il cui nome mai fu svelato, un uomo non del villaggio, un legame che ha segnato una persona il cui destino era irrecuperabile già allora. Ella che è affetta da quel ritardo mentale che la porta a chiudersi e a non guardare quei contadinotti che facevano parte della sua cerchia, che rifiuta di sposarsi con Hauke Godbersen che se la sarebbe presa pure con quel naso per aria e quel figlio non suo. Un giovane uomo che poco a poco cresce, diventa uno studente sorprendente e di poi un professore universitario insoddisfatto della propria vita. Perché quella carriera accademica, che lo allontana dalle proprie origini, proprio non riesce ad appagarlo così come insoddisfacente è anche quel tornare a quella convivenza a tre in un appartamento fermo nel tempo con quei due così eclettici coinquilini; Ragnhild e Claudius. Da qui la decisione che può sembrare incomprensibile: quella di tornare a casa a prendersi cura dei nonni, Sönke, l’oste che si accontenta di una vita isolata e in solitudine, ed Ella, che è diventata sempre più capricciosa.

Il ritorno a Brinkebüll, paesino della Germania settentrionale, è l’occasione per reinventarsi e per riscoprirsi sino al cambiamento. Quello vero. Due mondi che sono tra loro in contrasto e che sono collegati da un filo conduttore tra presente e passato, da legami che non abbiamo scelto ma che ci appartengono e da altri che sono frutto di una nostra decisione e che spesso si sfaldano seppur la nostra volontà di mantenerli intatti sia forte.

«Brinkebüll era pieno di segni, ma all’infuori di Marret non li vedeva nessuno.»

E cos’è “Tornare a casa” se non la storia di un uomo che giunto alla soglia dei cinquant’anni decide di tornare a casa, di tornare al proprio paese d’origine per ritrovare se stesso? Eppure, questo libro, non è soltanto questo. E ciò perché Ingwer Feddersen, che proviene da questo paesino anonimo e montano, che è nato da Marret la pazza, che si distanzia da quel rapporto di convivenza che sembra imprigionarlo, è un personaggio stratificato che al suo interno nasconde e cela mille sfaccettature. Perché tra quelle valli, quel legame, quell’amore che riguarda i tre coinquilini è un qualcosa di molto molto complesso. Un qualcosa che tocca oscilla tra ieri, oggi e domani, che è emblema di tre anime alla deriva, che rifuggono all’inevitabile, che rifuggono da quella parola “fine”, che sopravvivono in una dimensione che sembra volerli schiacciare.
Ciò che maggiormente colpisce della prosa dell’autrice è questa costante sensazione di sussurro che ci accompagna. Una prosa, cioè, che tra le ambientazioni delineate, la vividezza dei personaggi descritti, l’intensità della storia narrata, ci porta a intraprendere un viaggio conducendoci per mano, scaldandoci il cuore, sussurrandoci alle orecchie con voce calda e sicura.
Il risultato è quello di un elaborato di grande forza, potenza, oniricità. Un titolo in cui emerge tanta umanità, nel suo bene e nel suo male. Un componimento che sfiora l’anima con delicatezza ma che vi resta per contenuto e per capacità evocativa.

«Da quelle parti un essere umano non aveva tanta voce in capitolo. Poteva accostare sulla destra, scendere dall’auto, urlare contro il vento e inveire a squarciagola sotto la pioggia, era inutile.»

Il nostro giudizio:
Stile: voto 5/5
Trama: voto 5/5
Piacevolezza: voto 5/5
Copertina: voto 4
Voto finale: Voto 4 e mezzo/5

DÖRTE HANSENS

È nata nel 1964 in un paese vicino a Husum, nella Frisia settentrionale, e ha frequentato l’Università di Amburgo. Ha studiato svariate lingue, tra cui il gaelico, il finlandese e il basco, e ha conseguito un dottorato in Linguistica. In seguito ha lavorato come autrice per la radio e la stampa. Tornare a casa, il suo secondo romanzo, è stato promosso a bestseller dell’anno da «Der Spiegel» e dai librai tedeschi. Ha vinto il Grimmelshausen-Preis e il Rheingau Literatur Preis.