UN REQUIEM TEDESCO. La trilogia berlinese: 3

di Philip Kerr

“Un requiem” tedesco di Philip Kerr
Genere: thriller storico
Editore: Fazi Editore
Pagine: 400
Edizione: 27/05/2021

Bentrovati amici lettori,
siamo felici quest’oggi di parlarvi di “Un requiem tedesco”, terzo capitolo della trilogia berlinese di Bernie Gunther; classico del poliziesco che ha avuto inizio con “Violette di marzo” e che è proseguito con “Il criminale pallido”. Anche questa volta Philip Kerr non delude le aspettative e si conferma uno dei migliori autori del genere poliziesco. Buona lettura!

A cura di Elide

Sinossi:

Dopo Violette di marzo e Il criminale pallido, il capitolo conclusivo della trilogia berlinese di Bernie Gunther, un grande classico del poliziesco che ha riconquistato tutti.
Nell’aspro inverno del 1947 la zona russa si chiude sempre più strettamente intorno a Berlino. Così, quando un enigmatico colonnello chiede a Bernie Gunther di andare a Vienna, dove il suo ex collega della Kripo, Emil Becker, è accusato di omicidio, Bernie non esita a lungo. Nonostante il passato sgradevole di Becker, Gunther è convinto che sparare a un cacciatore di nazisti americano non sia da lui. In mezzo alle rovine della città agonizzante, circondato da ex nazisti braccati, uomini capaci di vendere qualsiasi cosa e belle donne pronte a vendere se stesse, Bernie si troverà suo malgrado coinvolto nel gioco di spionaggio e controspionaggio fra le due grandi potenze.

RECENSIONE:

«Era una giornata fredda e bellissima, di quelle che puoi apprezzare meglio se hai un fuoco da attizzare e un cane da accarezzare. Io non avevo né l’uno né l’altro, e del resto allora di combustibile in giro non ce n’era granché. Ma grazie alla coperta imbottita che mi ero avvolto attorno alle gambe ero al caldo, e mi stavo giusto congratulando con me stesso per il fatto di riuscire a lavorare da casa – Il salotto fungeva anche da ufficio – quando bussarono a ciò che rimaneva della porta d’ingresso.»

Anno 1947, Berlino. Il freddo nulla risparmia in quella che è la capitale tedesca, una capitale invasa dai rossi, che vive nel terrore e che aspetta il tempo per quella redenzione dai peccati che sembra essere ancora così lontano e improponibile. Bernie Gunther è uno dei tanti che vive in quel che resta della città, uno dei tanti che cerca un modo per andare avanti e non morire a causa delle temperature. Quando viene raggiunto dall’ingegnere Novak, dottor Novak, ingegnere metallurgico presso una fabbrica di Wernigerode e impiegato nell’estrazione e la lavorazione di metalli non ferrosi, con la strana richiesta di indagare sulle sorti della moglie e della madre e per sapere se effettivamente sono state prese dal nemico, Gunther fiuta l’occasione per guadagnare qualche chilo di carbone che fa sempre comodo. Al contempo un ex collega della Kripo, Emil Becker, viene accusato dell’omicidio di un cacciatore di nazisti americano e Bernie non esita ad andare a Vienna ove questo si trova per far luce sul mistero.

«Ho imparato a odiarli nei campi di prigionia sovietici. Abbastanza anche da ucciderne uno. Ma riflettendoci, mi sono reso conto che non avrei potuto. Non a sangue freddo. O forse avrei potuto se si fosse trattato di un uomo, ma non una ragazza.»

Con “Un requiem tedesco” torniamo ad immergerci tra le pagine della storia per mezzo della maestria e della penna di un autore che in questo terzo e ultimo capitolo della trilogia berlinese ci fa destinatari di un elaborato capace di farci rivivere il clima del tempo. Oltre che a proporci un titolo dai tanti colpi di scena e ben strutturato dal punto di vista del giallo e dell’indagine non mancando mai, pagina dopo pagina, quella che è la struttura tipica del filone di appartenenza, “Un requiem tedesco”, si offre al lettore con il desiderio di far rivivere quei giorni di caduta di una Germania piegata in due dalla perdita del Secondo Conflitto Mondiale.

È un titolo dove, altresì, il nemico è “sia nero che rosso”, dove i nazisti non accettano la sconfitta e i russi spingono per affermare il proprio dominio, è un titolo dove alle donne è tolta ogni forma di riconoscimento e rispetto per essere ricompensate da violenze di ogni tipo e genere.

“Un requiem tedesco” è un thriller storico dalle tinte del poliziesco che non perde mai il ritmo, che tiene alta l’asticella della suspense dall’inizio alla fine. È un elaborato che intriga, caratterizzato da una trama solida, fluida, rapida, magnetica e dove per mezzo di un protagonista che non teme, ancora una volta, di mostrarsi con tutti i suoi pregi e difetti, giunge con concreta verità. E vi è anche una sua crescita, una sua evoluzione che non manca di colpire.

In conclusione, “Un requiem tedesco” è un componimento che conferma le capacità di Kerr, che non delude le aspettative, che avvince e resta. Più maturo rispetto ai precedenti episodi, la perfetta chiusa per una trilogia che non si dimentica.

Il nostro giudizio:
Stile:Voto 5/5
Trama:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:Voto 4,5/5
Voto finale: Voto 5/5

PHILIP KERR

Nato a Edimburgo, ha vissuto tra Wimbledon e la Cornovaglia. Dopo la laurea in Legge, ha cambiato completamente ambito e ha lavorato per anni come copywriter in alcune delle più importanti agenzie pubblicitarie inglesi. Ha scritto numerosi romanzi, i più famosi dei quali compongono la serie noir in cui compare il detective Bernie Gunther, indimenticabile protagonista de La notte di Praga. Autore bestseller in Gran Bretagna e in Francia, Philip Kerr è stato amatissimo tanto dal pubblico quanto dalla critica, che gli ha tributato numerosi riconoscimenti, tra cui l’Ellis Peters Historical Award. Muore nel 2018 a seguito di un tumore.