UNO SGUARDO SU: ILARIA TUTI

a cura di Mary Manasseri

Ilaria Tuti
Carissimi lettori, un caldo saluto a tutti voi. Come ogni mese, anche in questo febbraio 2021 onoreremo uno scrittore, rendendolo protagonista della nostra rubrica Penne d’Autore e approfondendo le sue opere con le nostre recensioni.

“La solitudine era una coinquilina discreta, che non invadeva mai gli spazi e lasciava tutto com’era. Non aveva odore, né colore. Era un’assenza, un’entità che si definiva per contrapposizione, come il vuoto, ma esisteva.”(Fiori sopra l’inferno)

Questo mese apriamo le porte all’autrice italiana Ilaria Tuti, di origine friulana, nata a Gemona del Friuli in provincia di Udine, nel 1976.
Esordisce come illustratrice di libri per bambini presso una piccola casa editrice, per poi cimentarsi nella scrittura sia di racconti fantasy che di gialli, che le valgono nel 2014 il premio Gran Giallo Città di Cattolica con il racconto “La bambina pagana”.
Ilaria Tuti è divenuta in questi ultimi anni una presenza costante nel panorama letterario italiano. Si contraddistingue per uno stile narrativo accurato e mai scontato, grazie al quale è riuscita a guadagnarsi in modo crescente nel tempo sia l’attenzione che la fiducia del pubblico. La passione per la fotografia e l’amore per la pittura che la animano, si rivelano nelle descrizioni dei luoghi e degli spazi ove le sue storie si sviluppano. Le tinte decise e ricche di sfumature, come pure le atmosfere rarefatte, ci riportano ad antiche cartoline d’altri tempi, dove le terre di montagna note all’autrice fan da protagoniste. La sua spiccata vena poetica infatti, apre una finestra sulle alte vette innevate, tra le stradine immerse nei boschi e il fischio sferzante del vento.

“In verità, amo le parole, ma l’istinto è quello di custodirle. Ho imparato a maneggiare la loro arte, ma dentro di me è ancora salda la convinzione che alcuni, pochissimi sentimenti, non abbiano bisogno di suoni e non richiedano dialettica. Si espandono nei gesti, cantano nei sensi.” (Fiore di roccia)

È però nel 2018 che il suo nome inizia ad avere maggiore risonanza, con la pubblicazione del thriller “Fiori sopra l’inferno” di Ilaria Tuti.Il personaggio di Teresa Battaglia appare qui per la prima volta: ruvido, concreto e ricco delle più umane fragilità. Teresa è una donna caratterizzata con grande dovizia di particolari, attraverso l’attenta definizione caratteriale e la narrazione di una sensibilità interiore densa di dettagli, arricchita infine da una lucida capacità di autoanalisi.
Teresa Battaglia rivive anche nell’opera successiva di Ilaria Tuti, “Ninfa Dormiente”, accompagnata dai fedeli colleghi e tormentata dai fantasmi del passato. Ambientato anch’esso tra le maestose e amate montagne, ci regala vicende pregne di mistero e di continua ricerca. È di pochi giorni fa infine, l’uscita del terzo capitolo di questa collana, intitolato “Luce della notte”, capace come i precedenti di tenere incollato il lettore e di coinvolgerlo nelle nuove avventure dei suoi protagonisti.

“Il dolore è un atto intimo che impone solitudine, è il compiersi di una cesura che richiede lenti passaggi. A volte, un’intera esistenza.” (Fiore di roccia)

Nel 2020 Ilaria Tuti offre ai lettori un nuovo romanzo, autoconclusivo, che riscuote una buonissima risposta di pubblico e l’attenzione della critica. Con “Fiore di roccia” vince infatti, nello stesso anno, il Premio Cortina d’Ampezzo, nella categoria “Narrativa di montagna”.
“Fiore di roccia” é ambientato nel periodo della prima guerra mondiale ed omaggia le donne che, munite di pesanti ceste e di spirito di sacrificio, partivano da valle a piedi per raggiungere le alte montagne. Qui, i soldati impegnati al fronte, attendevano il cibo e i beni di sostentamento che le donne faticosamente e a proprio rischio, portavano loro. Un tema delicato che rivendica il ruolo determinante e necessario di queste sorelle, mogli e figlie, che hanno contribuito a fare la storia e il cui ricordo è rimasto però perso tra le pieghe degli eventi per tutti questi anni.
Lo stile pulito e raffinato che contraddistingue la scrittura di Ilaria Tuti fa da evidente contrasto con la forza dei temi che sviluppa, dandogli spessore e connotandoli di una palpabile tridimensionalità di tempo e di spazio. Il genere femminile è spesso al centro delle sue narrazioni. L’energia vitale che la donna nei diversi ruoli e nelle sue più varie rappresentazioni riesce a generare, viene infatti sviscerata in tutte le sue forme, toccando emotivamente il lettore e accompagnandolo nella loro evoluzione personale.

“È l’eclissi della mente a togliermi il sonno, perché altro non sono se non i miei pensieri, i ricordi, le speranze legate ai sogni. Altro non sono se non queste emozioni e la mia dignità.”(I Fiori sopra l’inferno)

Peculiarità della vena creativa della scrittrice è la tendenza a centrarsi su temi di un certo peso, spesso soffermandosi tra le crepe dei ragionamenti, ampliandoli e approfondendoli, dando la sensazione di rallentare il ritmo dei minuti e finanche del respiro dei suoi personaggi, così da portare il lettore in una dimensione sospesa, in cui i vissuti narrati si dilatano e acquisiscono vita propria.
È proprio per il suo talento narrativo che vi invitiamo a conoscere le sue opere, sicuramente di piacevole lettura, attendendo presto sulla nostra pagina le vostre opinioni in merito.
Il nostro appuntamento è come sempre fissato ogni lunedì con le nostre recensioni, questo mese dedicate ai libri più noti di Ilaria Tuti di cui abbiamo fatto citazione. In attesa di leggervi, salutiamo e auguriamo a tutti una buona lettura.