CURIOSITÀ N° 23 – SOGNARE TRA I LIBRI – (Terza e ultima PARTE)

Un caloroso benvenuto ai nostri lettori nella nostra rubrica Curiosando in  punta di libri.
Quella di oggi è la terza ed ultima parte di un viaggio virtuale che ci ha portati alla scoperta di città sparse per il mondo dove la cultura, e la letteratura in particolar modo, hanno un peso notevole, tanto che diversi illuminati imprenditori non hanno avuto remore ad investire per trasformare semplici alberghi od hotel (e come abbiamo visto anche librerie) in luoghi magici che fanno la felicità di ogni lettore, regalando così a noi appassionati la possibilità di alloggiare letteralmente in mezzo ai libri, cullati anche dalla presenza impalpabile, ma comunque tangibile, dei loro autori.

a cura di Pamela Mazzoni

“Read more – Write more”, ossia “Leggi di più – Scrivi di più”: ti accoglie così il silvia beach hotel di Newport, Oregon.
Un vecchio hotel decadente e due amici molto creativi e lungimiranti: questo fatale incontro si trasformava più di trenta anni fa in una miscela esplosiva, che ha dato vita ad un luogo che è diventato una vera e propria calamita per appassionati lettori.
Il Silvia Beach Hotel deve il suo nome non ad una spiaggia, come potrebbe sembrare, bensì a quella Silvia Beach che nel 1919 aprì a Parigi la Shakespeare and Company, la famosa libreria americana, nonché colei che per prima pubblicò l’Ulisse di James Joyce: un’ulteriore curiosità su questo libro è data dal fatto che in quei tempi la censura era implacabile ed era quasi impossibile far arrivare il libro negli Stati Uniti; ma la suddetta censura non aveva fatto i conti con Hemingway, che se ne fece beffe nascondendosene una copia nei pantaloni.
Copia che arrivò sana e salva con lui in America: il resto è storia.
In questo hotel dall’atmosfera retrò, dove non sono presenti né televisori, né telefoni né tantomeno il Wi-Fi, l’attrattiva maggiore sono le camere: ognuna di esse è dedicata ad un autore, il cui stile è perfettamente riflesso in tutti gli arredi e nelle decorazioni presenti.
Un esempio? Nella stanza dedicata a JRR Tolkien troverete una mappa della Terra di Mezzo dipinta sulla parete, oppure se vi verrà assegnata la camera Agatha Christie dovrete svelare indizi nascosti.
Al terzo piano si trova la ben fornita biblioteca dove, comodamente seduti su divani o poltrone, potrete leggere i vostri romanzi preferiti, alzando ogni tanto gli occhi dalle pagine per godere della splendida vista sull’oceano che si ha dalle numerose finestre presenti.

Camera Jules Verne – foto da Internet
Camera J.K. Rowling – foto da Internet

Trasferiamoci adesso al Library Hotel di New York, caratterizzato da una singolare particolarità: a parte contenere oltre 6000 volumi sparsi per tutte le stanze, i generi letterari a cui ogni piano è dedicato seguono lo schema di classificazione decimale Dewey, ovverosia il metodo utilizzato nelle biblioteche che divide gli argomenti in dieci specifiche categorie.
Ciascuna delle sessanta camere è quindi decorata con opere d’arte e libri che rispecchiano il tema di cui fanno parte.
Pertanto sono 10 i piani occupati dalle camere, dal terzo al dodicesimo, con il quinto dedicato alla Matematica ed alle Scienze; l’ottavo piano è invece adibito alla Letteratura, con la stanza 800.006 dedicata al Mistero e la 800.003 alla Poesia; l’undicesimo è invece appannaggio della Filosofia, con la camera 1100.006 tutta incentrata sull’Amore.

Camera Love Room – foto da Internet

L’hotel organizza anche letture, incontri ed addirittura pranzi con gli scrittori nel ristorante interno, mentre sulla bellissima terrazza al quattordicesimo piano gli ospiti si possono rilassare leggendo un libro davanti allo splendido skyline di Manhattan, mentre sorseggiano un cocktail a tema letterario. Un esempio? Il Pulitzer, a base di gin e Fernet Branca; oppure il Dante’s Inferno, con Mezcal ed Aperol; od ancora il Bookmarks’ Hemingway, naturalmente a base di rum.

Street View – foto da Internet

Il centralissimo Library Hotel si trova a due passi dalla New York Public Library, terza biblioteca per grandezza dell’America del Nord.
La via che porta sia all’hotel sia alla biblioteca prende il nome di Library Way: una strada molto particolare, dato che lungo i marciapiedi sono state installate 96 bellissime placche di bronzo (in realtà le immagini sono 48, duplicate però in modo da poter essere ammirate da entrambi i lati della strada), opera dello scultore Gregg LeFevre, contenenti citazioni e poesie di vari autori.

Le placche sulla Library Way – foto da Internet
La placca dedicata a Lewis Carroll – foto da Internet

Si conclude qui il nostro viaggio tra gli hotel letterari e i libri in giro per il mondo, nella speranza di aver stuzzicato la vostra curiosità ed il vostro interesse.
Le Penne Irriverenti vi danno appuntamento tra due mercoledì e nell’attesa vi augurano buon proseguimento!