DEVE ANDARE TUTTO BENE

di Viviana Guarini

Deve andare tutto bene

Deve andare tutto bene di Viviana Guarini
Genere: Narrativa
Editore: Les Flâneurs Edizioni (Collana Bohemien)
Pagine: 102
Data di Pubblicazione: Novembre 2019

a cura di Manuela Morana

Cari lettori oggi vi accompagnerò nelle storie di quattro protagonisti dal cuore grande, persone che hanno sofferto tanto ma che hanno una spiccata sensibilità e tanta voglia di essere felici.

Mai come in questo delicato momento c’è bisogno di storie come questa che fanno bene al cuore e danno speranza nel futuro. Anche il titolo è un ottimo augurio e una frase che tanto somiglia allo slogan che vediamo sotto i meravigliosi arcobaleni disegnati dai bambini, perché in fondo l’unica vera cosa importante adesso è che Deve andare tutto bene!

Sinossi

Secondo un’antica leggenda cinese il filo rosso del destino ci conduce e lega alle anime a cui siamo destinati. Tuttavia, se è vero che il filo conduttore esiste, non è detto che riconoscerlo sia semplice. Nei giri immensi che il filo fa, si rischia di inciampare, di perdere la via, di trovare nodi e ostacoli che confondono. Il segreto sta tutto nel non smettere di cercare la strada maestra, aggrappandosi alla forza della vita anche quando tutto sembra essere perduto.

Recensione

In questo romanzo vediamo nascere e svilupparsi in parallelo due storie d’amore, da un lato abbiamo Luppola e Gabriele, dall’altro Marco e Iris. Il loro filo rosso del destino riuscirà a farli riunire e restare insieme per sempre?

“Deve andare tutto bene” inizia raccontandoci della vita di Luppola, che in realtà non va affatto bene. Lei è una donna che ha sofferto molto per amore, Lorenzo, il suo ex, l’ha trascinata dentro un amore malato, fatto di poche, misere, briciole. Questa storia ha lasciato tanti strascichi in questa dolce ragazza trasformandola in una donna insicura e convinta di non meritare nulla dalla vita.
Dopo essere stata in psicoterapia pensava di essersi finalmente liberata di lui ma è bastato un semplice sms, arrivato dopo quattro anni, a far riprecipitare Luppola nel baratro. La decisione di incontrare ancora una volta Lorenzo è palesemente uno sbaglio ma di fatto è anche la molla che fa cambiare la vita della ragazza.
Il giorno dopo averlo rivisto infatti, mentre è indecisa se restare a crogiolarsi nel suo dolore o vestirsi e affrontare la vita, si ricorda di quel ragazzo che da un paio di settimane incontra ogni mattina al parco, quasi avessero un appuntamento fisso, un ragazzo che le piace molto ma con il quale non ha mai scambiato più che qualche banale convenevole. I due infatti si limitano a sedersi su due panchine vicine e a sorridersi, ma Luppola ha finalmente capito che non vale la pena di sprecare occasioni e tempo perché entrambe le cose sono preziose ed è tempo di smetterla di credere che siano infinite.

Spesso viviamo i momenti più preziosi della nostra vita come se fossero eterni, come se fossimo certi di poterli vivere ancora per molto tempo. Trascuriamo la bellezza di quei momenti sporcandoli con la polvere delle nostre paure, delle nostre paranoie, delle nostre lamentele, delle imperfezioni che abbiamo bisogno di vedere ovunque, come se fossero un’arma necessaria in ogni istante. E così finiamo presto per rimpiangere quei momenti quando ci vengono strappati via prima di quel che avevamo previsto. A ricordare dei baci che sarebbero potuti durare più a lungo, degli abbracci dati troppo frettolosamente. E così finiamo per ricordare, ogni volta, piuttosto che vivere. Perché dimentichiamo ogni dannata volta quanto sia impossibile controllare l’ordine degli eventi, quanto sia determinante ogni parola e ogni azione nel preciso istante in cui la viviamo. Troppo, troppo spazio concesso al rinvio, al “Domani te lo dico”, al “La prossima volta avrò più coraggio”, al “L’amore può aspettare”. E invece no, l’amore non aspetta, come non aspetta la vita, né il tempo.

È così che finalmente prende coraggio e invece di scegliere la solita panchina decide di sedersi vicino al misterioso ragazzo. Bastano pochi minuti per scambiare quattro chiacchere e rompere il ghiaccio. Lui si chiama Gabriele, ha il cuore spezzato, anche se prova a sorridere, alcuni fantasmi del passato lo tormentano ed ha una paura folle di fidarsi di nuovo ed aprire il suo cuore all’amore e a un’altra donna. Quello che questi ragazzi non sanno ancora che da lì a poco le loro vite saranno irrimediabilmente sconvolte, perché, a volte, quella che inizia come una semplice chiacchierata al parco si può trasformare in molto di più.
Gli altri protagonisti di “Deve andare tutto bene” sono Marco e Iris. Lui è un uomo sensibile che riesce ancora ad emozionarsi e a piangere leggendo le storie e le parole altrui. È proprio questa la prima cosa che lo colpisce di Iris, il suo modo di esprimersi, di raccontare la sofferenza altrui facendola diventare la sofferenza di tutti noi. Basta un post letto per caso su facebook dedicato ai braccianti vittime di uno schianto stradale per far risvegliare il nostro protagonista dal suo torpore. Marco capisce che sta sprecando la sua vita e così decide di mandare a Iris un messaggio su messanger nel quale semplicemente la ringrazia per la doccia fredda e lo schiaffo in pieno viso che le sue parole hanno rappresentato per lui.

Iris è un’idealista, è convinta di poter fare la differenza con i suoi gesti e le sue parole, così quando Marco la ricontatta e scoprono di essere vicini non ha alcuna esitazione, decide di incontrarlo e parlare con quel ragazzo gentile che sembra essere l’unico a credere nella forza delle sue parole. Un giro in barca improvvisato, in un giorno di sole, rappresenterà il loro magico inizio.

Una volta un amico mi aveva detto: “Non sappiamo quali saranno i giorni che cambieranno la nostra vita”. Non lo sappiamo mai per davvero. E forse è meglio così.

“Deve andare tutto bene” è un libro molto intenso che oltre a raccontare due bellissime storie d’amore parla anche di seconde opportunità, di quanto sia sbagliato vivere nel passato o nel futuro perché, così facendo, si spreca il presente e l’opportunità di costruire le nostre vite rendendole stupende.
Un’opera sincera che parla con molto tatto anche di argomenti molto delicati come gli attacchi di panico e l’effetto che un tradimento può avere sulla vita delle persone.
Ma soprattutto è un romanzo che ci sprona a non sprecare il nostro tempo, a cogliere al volo le occasioni e a non aver paura di metterci in gioco e rischiare di vivere “mettendoci il cuore” perché, anche se a volte può far male, quando funziona è la cosa più bella e forte che possa succedere nella vita di ognuno di noi.
L’amore è una delle cose per le quali vale sempre la pena di rischiare perché quando ti arriva addosso, ti travolge e rende la vita meravigliosa. Quindi

Alzate le cornette, fate quella telefonata che rinviate da troppo tempo, aprite quella bottiglia di vino invecchiato ad aspettare un’occasione speciale, correte a liberare l’amore, chiedete perdono, dite grazie, urlate ancora.

Inoltre ricordatevi sempre che è vietato arrendersi e smarrirsi, vietato lasciarsi andare alla deriva perdendo di vista la bussola che ci indica la felicità e ancora, come dice il tatuaggio sul braccio di Marco, “Vietato dire non ce la faccio” perché la nostra vita è adesso.
Ogni giorno è un dono prezioso e abbiamo il dovere di fare il massimo per noi stessi e per il mondo che ci circonda anche per onorare il ricordo di chi ci ha lasciato.
Dobbiamo lottare anche per chi non c’è più e non ha la fortuna di poterlo fare, quindi “vietato smettere di credere e vietato smettere di sentirsi vivi, finché si è vivi.”

Il nostro giudizio:

TramaVoto 4 e mezzo/5

StileVoto 4 e mezzo/5

PiacevolezzaVoto 4 e mezzo/5

CopertinaVoto 4 e mezzo/5

Voto finaleVoto 4 e mezzo/5

viviana guarini

Viviana Guarini (Bari, 1988). Psicologa, copywriter e formatrice, si occupa di strategie digitali, consulenze alle aziende in Responsabilità Sociale di Impresa e incubazione di giovani talenti. Nel 2018, con Les Flâneurs Edizioni, ha pubblicato il suo primo romanzo Non dirlo al cuore, vincitore del premio letterario under 35 “Ludovica Castelli”.
Si ringrazia la casa editrice per averci cortesemente fornito il materiale.