Cari lettori, ben ritrovati! Oggi continuiamo il nostro viaggio alla ricerca di curiosità ed aneddoti riguardanti Andrea Camilleri, uno degli autori che più ha ricevuto l’affetto dei suoi lettori, e continua a riceverne a più di un anno dalla sua scomparsa.
“Il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un’automobilina, fai un bel po’ di giri, poi con le buone o con le cattive ti fanno scendere.”
Camilleri, per quanto riguarda i romanzi del Commissario Montalbano, ha sempre seguito delle regole piuttosto tassative nel contesto della struttura, come ha specificato in alcune interviste: «Per un romanzo di Montalbano diciotto capitoli ciascuno di dieci pagine, ogni pagina nel mio computer vuol dire 23 righe. Un romanzo ben congegnato sta perfettamente in 180 pagine. Per i racconti, 24 pagine, o meglio 4 capitoli di 6 pagine ciascuno. Se non sento questa mia metrica vuol dire che qualcosa non va.»
Che Andrea Camilleri fosse un poliedrico artista è cosa risaputa, ma quanti di voi sanno che ha recitato anche in un film? Si tratta de “La strategia della maschera”, film del 1999 in cui lo scrittore veste i panni di un archeologo alle prese con il giallo legato alla scomparsa di alcune maschere teatrali dell’antica Grecia: l’idea è dello stesso Camilleri, mentre regista, sceneggiatore nonché attore è il genero dello scrittore, Rocco Mortelliti, il quale interpreta la parte del nipote dell’archeologo che di nome fa… Riccardino!
Il film ha avuto scarso successo, anche se la recitazione del Maestro è stata molto apprezzata.
Molti negli anni gli omaggi rivolti ad Andrea Camilleri ed al suo, e nostro, Commissario Montalbano: tra i più graditi, anche allo scrittore, quello da parte della redazione di Topolino, che ha creato il Commissario Topalbano.
Il 31 luglio 2019, a pochi giorni dalla scomparsa dello scrittore, è stata ripubblicata la storia d’esordio del Commissario Topalbano, uscita per la prima volta nel 2013, e dove anche Camilleri ha un cameo.
In totale sono state tre le storie dedicate a Topalbano: alla suddetta Topolino e la promessa del gatto, sono seguite Topolino e lo zio d’America e Topolino e la giara di Cariddi.
Ormai se pensiamo alle sembianze del Commissario Montalbano è innegabile che ci appare alla mente Luca Zingaretti, straordinario interprete nella ormai famosissima fiction televisiva tratta dai romanzi di Camilleri.
In realtà, il personaggio letterario pensato e descritto dallo scrittore è fisicamente molto diverso dall’attore romano: Salvo Montalbano ha folti capelli e baffi, come nella statua posta a Porto Empedocle, e di cui vi abbiamo parlato la scorsa volta.
Colui che ha ispirato Camilleri per le sembianze del nostro commissario è stato infatti il grande regista, padre della commedia all’italiana, Pietro Germi.
Per quanto riguarda le storie raccontate nei suoi romanzi, Camilleri ha preso spunto dalle chiacchierate e dagli aneddoti raccontatigli da un vero poliziotto: il siciliano vice-questore Corrado Empoli.
Nel giugno 2010 è uscito Acqua in bocca, libro scritto a quattro mani da Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli.
L’idea era nata cinque anni prima, quando i due scrittori si erano incontrati durante le riprese di un documentario a loro dedicato: perché non mettere insieme i loro due personaggi, Salvo Montalbano e Grazia Negro, in un’indagine a distanza, tra Vigàta e Bologna? Nel romanzo Montalbano abbandona per l’unica volta il suo dialetto e in un originale non-racconto, visto che tutto si basa su email, lettere, verbali, il commissario siciliano e l’ispettrice bolognese-salentina cercano la soluzione ad un caso spinoso e pericoloso; anche se, tra le righe, la fitta corrispondenza è in realtà un geniale botta e risposta tra gli autori stessi. Entrambi gli scrittori hanno poi devoluto in beneficenza i proventi derivanti dal diritto d’autore.
Termina qui la nostra rubrica dedicata ad Andrea Camilleri e, nel rinnovarvi l’appuntamento sempre al 2° e 4° mercoledì del mese con Curiosando in punta di libri, le Penne Irriverenti vi augurano un buon proseguimento di giornata.