BIOGRAFIA DEL FIGLIO CAMBIATO

di Andrea Camilleri

Biografia del figlio cambiato di Andrea Camilleri
Editore: BUR
Genere: Saggio biografico
Pagine: 240
Edizione: 07 Novembre 2001

a cura di Pamela Mazzoni

Ben trovati a tutti, cari lettori. Per introdurvi al libro di cui parleremo oggi, vi proponiamo un aneddoto raccontato da Andrea Camilleri in più di un’occasione, con il quale ci narra in modo vivido la prima volta che ha incontrato il premio Nobel Luigi Pirandello:
“Ho avuto anche un momento di rigetto per Pirandello, che risale alla mia infanzia: avevo dieci anni, era un pomeriggio di giugno, bussarono alla porta, andai ad aprire e mi vidi davanti una figura che mi sembrò altissima e imponente, con un pizzetto, una specie di ammiraglio con feluca, spadino, alamari e mantellina tutta ori. Domandò: “Tu cu sì?” Dissi il mio nome. “Tua nonna è Carolina?” (Pirandello era cugino della nonna di Camilleri) “Sì”. “Chiamala e digli che c’è Luigino Pirandello che la vuole vedere”. Era un uomo scantusu, spaventoso. Mia nonna dormiva, quando sentì il suo nome cominciò a piangere per l’emozione, io scappai per lo spavento.”
Questo primo, traumatico incontro, non inficerà la stima e la passione di Camilleri per lo scrittore, poeta e drammaturgo siciliano (lo definiva infatti il suo “papà letterario”), tanto che diventerà un fine conoscitore delle sue opere, diverse delle quali saranno riproposte in teatro dall’autore stesso nelle vesti di regista.
Nel 1996 Andrea Camilleri, a San Miniato, presentò un breve intervento proprio sul suo illustre concittadino, durante un convegno intitolato “Le parole del teatro”: dalla sua trascrizione, ampliata, è nato questo libro, Biografia del figlio cambiato.
Buona lettura!

SINOSSI

“Ho voluto raccontare la biografia di Pirandello da un angolo visuale molto personale, incentrato soprattutto sul rapporto tra lo scrittore e il padre Stefano. Il loro fu un rapporto molto drammatico. A un certo momento Pirandello definì il padre ‘l’uomo di cui solo anagraficamente porto il nome'”. (Andrea Camilleri)

RECENSIONE

Andrea Camilleri, con una narrazione fluida ma intensa ed il solito fascino affabulatore, ci dipinge, con pennellate brevi ed incisive, il ritratto veritiero, sorprendente e commovente, seppur romanzato, di Luigi Pirandello, le cui vicende umane hanno influito in modo determinante sulle sue opere, che altri non erano che specchi di una realtà personale ai propri occhi distorta.
Un viaggio interiore lungo una vita quello di Pirandello, nell’inane ricerca di una propria identità; un uomo tormentato dalla convinzione di essere il “figlio cambiato” del titolo: sarà proprio questo il filo conduttore di tutta la sua esistenza.
La Sicilia di fine Ottocento era fucina instancabile di credenze e superstizioni, ed il piccolo Luigino rimane traumatizzato dalla storia che gli racconta l’ingenua cameriera Maria Stella, con la quale trascorre gran parte delle giornate: “Li donni” sono streghe che durante la notte portano via i figli piccoli, sani, alle madri inette, scambiandoli con altri magari malati e deformi.
Da questo momento in Pirandello si insinua subdolo il tarlo della non appartenenza alla sua famiglia, suffragato e rafforzato dalle notevoli differenze fisiche e caratteriali con suo padre Stefano, uomo burbero, iroso e possente.

“Luigino è gracile, dissugato, che cresce solo negli occhi, ha un ansioso bisogno di calore affettuoso. Che quel padre grande, massiccio, ululante non può dargli. E quasi sempre la sua fede bambina di poter comunicare quanto che sia tutto a tutti di fronte alla granitica realtà del padre vacilla, si perde. Giovinetto, confiderà agli amici che per lui suo padre era un uomo incomprensibile, uno con il quale non si ragionava.”

Il rapporto tempestoso con il padre porterà Pirandello a prenderne le distanze, salvo accettare ambiguamente di essere da lui mantenuto per molti anni, e gli condizionerà sia le scelte di vita che i rapporti personali: la sua salvifica catarsi è da ricercarsi nella stesura delle opere nelle quali trasferisce tutte le sue inquietudini, facendo indossare ai suoi personaggi quelle stesse maschere che lui stesso è costretto ad indossare per condurre una vita non facile che però si è ostinatamente creato, parallela all’altra che non sente sua, che non gli appartiene. In questo senso, molto chiarificatori ed esaustivi sono i brani che l’autore dissemina lungo le pagine, tratti appunto dai testi di Pirandello.
Ed il Camilleri biografo non tralascia niente nel ripercorrere, passo dopo passo, un’intera esistenza, dalla nascita del grande drammaturgo alla sua morte nel 1936.
Nel mezzo, tutta una serie di vicissitudini personali: i contrasti con la famiglia; il fidanzamento con una cugina mandato a monte; la carriera universitaria prima a Roma poi a Bonn; le poesie, le prime opere, gli insuccessi e la definitiva consacrazione; il matrimonio combinato con Antonietta Portolano, donna dalla psiche fragile, con la quale condividerà una forte attrazione fisica, ma che non sentirà mai affine spiritualmente e che, alla fine, sarà stretta nelle spire della pazzia.

“…quella donna disgraziatissima non può guarire…ho potuto sentire e misurare l’orrido abisso di quell’anima. Non guarirà, non può guarire.”

Da questo sfortunato matrimonio nasceranno tre figli: Stefano, Fausto e Lietta.
Pirandello, nello spasmodico tentativo di essere un padre diverso da quello che è toccato a lui, ne diventerà per assurdo l’esatta copia simmetrica: il rapporto con i figli, tra l’altro amatissimi, sarà infatti segnato dall’egoismo, dall’invadenza e dall’insana possessività di quella che diventerà per loro un’ingombrante figura genitoriale.
Soltanto a questo punto Pirandello prenderà coscienza del fatto che quel padre così biasimato e distante in realtà non era cosi diverso da lui, tanto che ci riallaccerà i rapporti.
La sofferta ricerca della sua identità lo condurrà alla fine al punto di partenza: perché lui, Pirandello Luigi, non era stato un figlio cambiato.
Era stato ed era, semplicemente e finalmente, solo un figlio.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 4,5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Andrea Camilleri

Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925-Roma, 2019), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995),Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro), Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta (2011), La setta degli angeli (2011), La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta (2012), La rivoluzione della luna (2013), La banda Sacco (2013), Inseguendo un’ombra (2014), Il quadro delle meraviglie. Scritti per teatro, radio, musica, cinema (2015), Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigàta (2015), La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta (2016), La mossa del cavallo (2017), La scomparsa di Patò (2018), Conversazione su Tiresia (2019), Autodifesa di Caino (2019); e inoltre i romanzi con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell’acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L’odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d’agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L’età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010), Il sorriso di Angelica (2010), Il gioco degli specchi (2011), Una lama di luce (2012), Una voce di notte (2012), Un covo di vipere (2013), La piramide di fango (2014), Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano (2014), La giostra degli scambi (2015), L’altro capo del filo (2016), La rete di protezione (2017), Un mese con Montalbano (2017), Il metodo Catalanotti (2018), Gli arancini di Montalbano (2018), Il cuoco dell’Alcyon (2019), Riccardino (2020).
Premio Campiello 2011 alla Carriera, Premio Chandler 2011 alla Carriera, Premio Fregene Letteratura – Opera Complessiva 2013, Premio Pepe Carvalho 2014, Premio Gogol’ 2015.