CRISTO SI È FERMATO A EBOLI

di Carlo Levi

Cristo si è fermato a Eboli

a cura di Marinella Santopietro

Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi
Genere: Narrativa Italiana
Editore:  Einaudi (Collana Super Et)
Pagine: 280
Edizione: 2014

Cari lettori, oggi vi porto nella mia Basilicata, terra bellissima quanto sconosciuta, terra di montagne e di mare e di paesaggi meravigliosi. Vi voglio parlare di una storia vera, raccontata da un immenso Carlo Levi, che con maestria riesce a descrivere, attraverso la sua penna, un mondo distante anni luce dal suo, sapendo cogliere ogni aspetto umano e “disumano” che in esso è custodito.

Sinossi

“Eboli – dicono i lucani tra cui Levi fu mandato al confino dal fascismo – e l’ultimo paese di cristiani. Cristiano è uguale a uomo. Nei paesi successivi, i nostri, non si vive da cristiani, ma da animali”. Dice Italo Calvino in uno dei due testi che introducono questo volume: “La peculiarità di Carlo Levi sta in questo: che egli è il testimone della presenza di un altro tempo all’interno del nostro tempo, è l’ambasciatore d’un altro mondo all’interno del nostro mondo. Possiamo definire questo mondo il mondo che vive fuori della nostra storia di fronte al mondo che vive nella storia. Naturalmente questa è una definizione esterna, è, diciamo, la situazione di partenza dell’opera di Carlo Levi: il protagonista di “Cristo si è fermato a Eboli” è un uomo impegnato nella storia che viene a trovarsi nel cuore di un Sud stregonesco, magico, e vede che quelle che erano per lui le ragioni in gioco qui non valgono più, sono in gioco altre ragioni, altre opposizioni nello stesso tempo più complesse e più elementari”.

Recensione

Quando ci sono cose che non mi piacciono della mia terra, ricorro spesso alla frase: “Cristo si è fermato a Eboli”. Lo faccio per esternare la mia delusione, la mia rabbia e, tante volte, la mia rassegnazione.

Devo ammettere però, che questa espressione, mi ha sempre dato anche un fastidioso senso di “emarginazione” e pur sapendo che era anche il titolo di un famoso libro di Carlo Levi, ho sempre evitato di leggerlo per paura di ciò che vi avrei trovato o forse per paura di dover dare ragione a chi denigra questo pezzo dell’Italia che è sempre indietro di almeno 50 anni, come spesso dice chi da qui è partito e poi è ritornato.

C’è un tempo per tutto. Questo libro mi è improvvisamente piombato in casa. La professoressa di mio figlio lo ha assegnato come lettura estiva: il tempo scorreva e io lo guardavo… poi ho capito, il suo momento era finalmente arrivato.

Cosa posso dirvi? L’ho AMATO!

Lo consiglio a chi come me è nato in queste terre, anche se anni dopo la venuta di Levi, perché riconoscerebbe nelle sue descrizioni, nei racconti di vita, di sacrificio, di povertà ma anche di condivisione, di superstizione, di ospitalità e di magia, storie che tante volte i nostri nonni e genitori ci hanno trasmesso.

Ne suggerisco la lettura, però, anche a chi della Basilicata, o Lucania, non conosce nemmeno il nome, lo faccio perché questo è un libro tremendamente attuale. Descrive lo Stato che cambia nei soggetti che lo rappresentano, ma mai nel ruolo di padrone, uno Stato che non guarda alle reali esigenze del popolo ma all’interesse dei singoli che si trovano, senza alcun merito né alcun reale interesse verso il bene comune, ad esercitarne il potere, semplicemente perché nati in famiglie potenti.

Noi non siamo cristiani, – essi dicono, – Cristo si è fermato a Eboli –.Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo: e la frase proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non è forse nulla più che l’espressione di uno sconsolato complesso di inferiorità. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie, i fruschi, i frusculicchi, che vivono la loro libera vita diabolica o angelica, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei cristiani, che sono di là dall’orizzonte, e sopportarne il peso e il confronto. Ma la frase ha un senso molto più profondo, che, come sempre, nei modi simbolici, è quello letterale. Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania

Carlo Levi, confinato, durante il fascismo, nell’isolato paesino del materano, Gagliano (odierno Aliano), descrive la condizione disumana in cui questa comunità contadina arranca, sempre al limite tra la vita e la morte, tra sofferenze, fame e superstizione. Lui, medico non praticante, diventa punto di riferimento per i Gaglianesi, che a sua volta non dimenticherà mai più, anche quando il periodo di esilio termina e torna alla vita normale. Nulla, però, sarà mai più come prima.

I suoi resti, infatti, giacciono nel cimitero di Aliano, dove volle ritornare alla sua morte, mantenendo la promessa fatta alla gente di quella terra argillosa, senza fiori, in cui la povertà e la malaria la facevano da padrone, ma che è riuscita a donargli più di qualsiasi altro luogo da lui conosciuto.

Levi accende i riflettori sulla “Questione Meridionale” facendone un’analisi puntuale, utilizzando un linguaggio elegante e coinvolgente che entra nel cuore e nella mente. Questo libro è semplicemente INDIMENTICABILE.

Questo capolavoro ha dato vita all’omonimo film del 1979, vincitore del David di Donatello come miglior film.Protagonisti: Gian Maria Volonté e Irene Papas (raffigurata sulla copertina del libro). Regia di: Francesco Rosi.

Non mi resta che augurarvi buona lettura e, se siete appassionati di cinema, anche buona visione!!!

Il nostro giudizio:

Stile:Voto 5

Trama:Voto 5

Piacevolezza:Voto 5

Copertina:Voto 5

Voto finale:Voto 5

carlo levi

Carlo Levi nasce a Torino nel 1902 in un famiglia della buona borghesia ebraica (la madre era sorella di Claudio Treves, uno dei leader socialisti riformisti). Nel 1918, poco dopo la fine della guerra, incontra Piero Gobetti e, per quanto molto giovane, inizia a frequentare il suo gruppo. Nel 1922 pubblica il suo primo articolo sulla «Rivoluzione liberale». Allievo di Casorati, nel 1924 partecipa alla Biennale di Venezia con un quadro. Nello stesso anno si laurea in medicina. Nel 1929 prende parte al movimento pittorico «dei Sei» di Torino. Aderente a «Giustizia e Libertà», nel 1935 viene arrestato e inviato al confino in provincia di Matera. Da questa esperienza nel 1945 pubblica Cristo si è fermato a Eboli. Nell’immediato dopoguerra dirige «L’Italia libera», organo del Partito d’Azione, e successivamente collabora con molti altri giornali. Contemporaneamente proseguono anche le attività di pittore e di scrittore (L’orologio, 1950; Le parole sono pietre, 1955; Il futuro ha un cuore antico, 1956; La doppia notte dei tigli, 1959; Tutto il miele è finito, 1964). Nel 1963 viene eletto al Senato come indipendente nelle liste del Pci. Rieletto nel 1968. Gravemente malato di diabete, muore a Roma nel 1975. Nel catalogo Einaudi anche Quaderno a cancelli e Scritti politici.