DONNE DELL’ANIMA MIA

di Isabel Allende

“Donne dell’anima mia” di Isabel Allende
Genere:Narrativa
Editore: Feltrinelli
Pagine: 176
Edizione:12 novembre 2020


Un caloroso benvenuto ai nostri lettori!
Come già sapete, la Penna d’Autore di questo mese è Isabel Allende e, tra le recensioni ai suoi romanzi più rappresentativi, non poteva certo mancare la sua ultima fatica letteraria: “Donne dell’anima mia”.
Un libro tutto al femminile, intimo e ricco di profonde riflessioni.
Curiosi? Allora seguiteci e buona lettura!

a cura di  Pamela Mazzoni


Sinossi di DONNE DELL’ANIMA MIA

Con leggerezza e ironia, Isabel Allende rievoca momenti del passato e indugia sul presente per raccontarci le ragioni del suo femminismo. L’autrice parte dalle origini, dalla sua infanzia e adolescenza passate nella cornice di una rigida struttura patriarcale. L’istinto di ribellione è una sorta di reazione naturale al maschilismo imperante che genera in lei l’attitudine che negli anni l’ha portata a schierarsi sempre con i deboli, gli emarginati e tutte le donne che ancora lottano per l’emancipazione. Isabel ci racconta le tappe del suo cammino, a partire dal raggiungimento dell’indipendenza economica, le relazioni tra sessi, la sua biografia sentimentale e professionale. E poi la terza età, ciò che significa per lei, donna pienamente liberata e convinta che i modelli imposti portino a una forma di pregiudizio contro la vecchiaia non dissimile dagli atteggiamenti sessisti e razzisti.

Recensione

La prima cosa che colpisce in Donne dell’anima mia, il nuovo romanzo di Isabel Allende pubblicato a novembre dello scorso anno, è sicuramente la copertina: i colori giallo, arancione ed un tocco di rosa, vanno ad amalgamarsi per formare quella che appare come una massa incandescente che sembra fuoriuscire dalle viscere della terra.
Durante la lettura, però, ci appare chiara la metafora: quel fuoco in realtà brucia dentro tutte quelle donne che, con coraggio e resilienza, si sono battute con forza contro tutti quegli antiquati pregiudizi nati in seno a culture patriarcali e maschiliste.
Sono queste le Donne dell’anima mia, figure che hanno riempito e arricchito la vita dell’Allende, ed alle quali l’autrice è profondamente legata.

“A Panchita, Paula, Lori, Mana, Nicole e a tutte le altre straordinarie donne della mia vita.”

Non aspettatevi il solito romanzo di Isabel Allende, perché qua non troverete le affascinanti saghe familiari; né vi ritroverete il suo particolare “realismo magico”, con elementi fantastici e misteriosi, quasi tangibili tanto sono concreti; né tantomeno le struggenti storie d’amore sullo sfondo di particolari contesti politici e sociali.
No, niente di tutto ciò.
Donne dell’anima mia è una sorta di memoriale, che ha preso forma durante la pandemia da Covid, che diventa quasi una chiacchierata informale, con l’autrice che ripercorre la sua intera vita da un particolare punto di vista: quello dato dall’innato femminismo che da sempre la caratterizza.
La Allende infatti non ha mai celato la sua avversione verso il machismo ed il patriarcato, che culturalmente hanno infettato tutti i paesi in varie epoche; ma, mentre e fortunatamente, in diverse parti del mondo oggi possiamo dire di esserci lasciati quasi del tutto alle spalle queste arcaiche e spesso ignobili tradizioni, in molte altre tutto questo sopravvive ancora e non dà segni di cedimento.

“Il patriarcato è di pietra. Il femminismo è fluido, potente, profondo come un oceano e racchiude l’infinita complessità della vita, si muove a onde, correnti, maree e talvolta con tempeste furiose. Come l’oceano, il femminismo non rimane in silenzio.”

Con il consueto stile ironico ed avvincente e capitoli brevi che rendono la lettura molto fluida, nel suo Donne dell’anima mia l’autrice ripercorre una vita intera: l’infanzia e l’adolescenza segnate dalla ribellione verso il potere maschile, trasformata poi in consapevolezza del coraggio femminile; le donne fondamentali della sua esistenza, non solo la madre e la figlia ma anche tutte le altre che ha incontrato, capaci di rialzare la testa e lottare contro ogni forma di sopruso e violenza, grazie anche alla Fondazione da lei fortemente voluta, che aiuta le persone in difficoltà e le segue in un percorso di rinascita; gli uomini che ha nel cuore, ovverosia il nonno Augustìn, il patrigno Ramòn ed i suoi tre mariti; le appassionate eroine dei suoi romanzi; storie tragiche di soprusi ai danni delle donne, correlate da testimonianze e dati; fino a giungere alla stagione che adesso appartiene ad Isabel, la terza età.
Quel momento in cui tiri un po’ le somme, il corpo risponde meno velocemente ai tuoi comandi e hai altre priorità: ma non per questo, secondo la Allende, devi arrenderti, anzi, soprattutto verso tutti quegli atteggiamenti pregiudizievoli di coloro che considerano le persone meno giovani inutili zavorre, non tenendo conto che hanno ancora tanto da dare.
Amo molto questa scrittrice ma mi devo togliere il classico sassolino dalla scarpa: obiettivamente mi sento di dirvi, con un parere del tutto personale, che ho alcune riserve su questo libro, dovute soprattutto alla trama, sì interessante, ma per chi conosce bene la Allende in alcuni punti sembra di ascoltare una storia già sentita; alcune idee sono così utopiche che si ha la forte impressione di leggere un romanzetto rosa di serie B, purtroppo il bene ed il male sopravvivranno sempre insieme; inoltre ci sono esternazioni che trovo poco coerenti ed in contraddizione con il pensiero femminista che corre tra le pagine.

“Provo a immaginare l’amante che le mie lettrici eterosessuali desidererebbero, ma questo compendio di virtù maschili non è nelle mie corde. L’uomo ideale dovrebbe essere bello, forte, ricco o potente, per niente stupido, deluso dall’amore ma pronto a lasciarsi sedurre dalla protagonista, insomma, è inutile che prosegua…”

Devo dire che Isabel Allende dà un quadro delle sue lettrici poco edificante con il tono di questa affermazione, quasi condiscendente e dispregiativo: pensare di incontrare un uomo così non mi sembra assolutamente anti-femminista e non lede la nostra intelligenza di donne emancipate, come sembra invece leggendolo.
Comunque, a parte questa digressione, Donne dell’anima mia è un libro piacevole che ci dona anche tanti spunti di riflessione sull’attuale e, purtroppo, ancora difficile situazione della donna in vari paesi del mondo.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 3,5


StileVoto 4,5


PiacevolezzaVoto 4


CopertinaVoto 4


Voto finaleVoto 4

Isabel Allende

Scrittrice e giornalista cilena. Dopo aver terminato gli studi a Santiago del Cile, lavora dapprima per la FAO, quindi si dedica a un giornalismo impegnato, scrivendo anche per il cinema e la televisione. Nipote di Salvador Allende, vive in esilio dal 1973, anno del golpe organizzato dal generale Augusto Pinochet Ugarte, al 1988, anno della caduta di Pinochet.
In esilio scrive il primo romanzo, La casa degli spiriti (1982; ebbe una trasposizione cinematografica nel 1993).
Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo insieme mito e realismo. In Italia è pubblicata da Feltrinelli.
Tra le prime scrittrici latinoamericane a raggiungere fama mondiale, continua la sua esplorazione del tema politico e di quello personale nei due romanzi successivi – D’amore e ombra (1984) ed Eva Luna (1987) – e nella raccolta di novelle Eva Luna racconta (1992). Del 1992 è anche il romanzo Il piano infinito. Nel 1995 pubblica Paula. Tra gli altri romanzi ricordiamo Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci (1997), La figlia della fortuna (1999), Ritratto in seppia (2001), Il mio paese inventato (2002), La città delle bestie (2003), Il regno del drago d’oro (2003), La foresta dei pigmei (2004). Zorro. L’inizio della leggenda (2005), Inés dell’anima mia (2006), La somma dei giorni (2008), L’isola sotto il mare (2009), Il quaderno di Maya (2011), Il gioco di Ripper (2013), L’amante giapponese (2016), Per Paula. Lettere dal mondo (1997), che raccoglie le lettere ricevute da Isabel Allende dopo la pubblicazione di Paula, La vita secondo Isabel di Celia Correas Zapata (2001), Amore (2013), un miscellanea delle più belle pagine della scrittrice sull’amore, e il sesso, i sentimenti.
E ancora ricordiamo: Oltre l’inverno (Feltrinelli 2017), Lungo petalo di mare (Feltrinelli 2019) che racconta la storia del Winnipeg, una nave che ha portato in Cile 2200 rifugiati spagnoli che fuggivano dalle rappresaglie franchiste e Donne dell’anima mia (Feltrinelli 2020).
È una delle autrici latine di maggior successo, avendo dato alla letteratura sudamericana un contributo enorme; le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.