I COSPIRATORI

di Un-Su Kim

I cospiratori di Un- Su Kim copertina libro

a cura di Mary Manasseri


I cospiratori di Un-Su Kim
Genere:Thriller
Editore: HarperCollins Italia
Pagine:333
Edizione: maggio 2019

Buongiorno a tutti voi che state visitando il nostro blog. Ho scritto questa recesione in una serata che preannunciava un temporale, subito dopo aver terminato questo interessante libro: I cospiratori di Un-Su Kim – un thriller coreano adatto agli amanti del noir che, sotto alcuni aspetti, presenta caratteristiche tipiche della narrativa pop, impreziosita però dallo stile essenziale e disarmante della letteratura orientale.

Sinossi

Ciò che conta non è chi ha premuto il grilletto, ma chi c’è dietro alla persona che ha premuto il grilletto.

Dietro ogni assassinio c’è un organizzatore anonimo – un cospiratore – che lavora nell’ombra. I cospiratori dettano silenziosamente le mosse dei criminali più pericolosi della città, ma la loro esistenza è poco più che leggenda. Chi sono? E, soprattutto, cosa vogliono? Reseng è un assassino. Cresciuto da un killer irascibile chiamato Old Raccoon nel quartier generale del crimine, “La Biblioteca”, non ha mai messo in dubbio niente: dove andare, chi uccidere, o perché la sua casa fosse piena di libri che nessuno leggeva mai. Ma un giorno, durante una missione, Reseng esce dagli schemi, facendo crollare una serie di mosse accuratamente calibrate. E quando scopre uno straordinario piano messo in moto da un eccentrico trio di giovani donne – la commessa di un minimarket, la sorella di lei costretta su una sedia a rotelle e una bibliotecaria strabica – deve decidere se rimanere una semplice pedina o assumere infine il controllo della situazione.

Ricco di azione e di personaggi indimenticabili, I cospiratori è un thriller coinvolgente che ha l’anima, l’arguzia e il lirismo di una vera opera letteraria. Dallo scrittore definito dal Guardian “l’Henning Mankell coreano”, un sorprendente, originalissimo thriller, ambientato in una Seoul alternativa in cui le corporazioni di assassini competono per il dominio del mercato.

Recensione

Espressione raffinata e una dialettica elegante per questo libro arrivato dalla Corea del Sud, un piccolo gioiello della letteratura noir, pervaso da note malinconiche in alcuni tratti e da una maggiore spinta emotiva in altri.

Raeseng è un killer, una pedina nel preciso meccanismo che gli impone di uccidere persone dietro l’incontestabile ordine dei cospiratori. Il suo compito è eseguire le disposizioni con la massima diligenza e secondo le indicazioni dettate, lasciando la scena del delitto pulita e senza tracce compromettenti. Lui è un piccolo ingranaggio che, con ritmi serrati che ne gestiscono le tempistiche, esegue diligentemente e senza nessun interesse a sapere cosa ci sia dietro agli ordini ricevuti. Tutto scorre secondo i programmi finché un giorno, durante un’esecuzione, modifica alcuni particolari del piano, piccoli e quasi insignificanti, che causano però conseguenze poco rassicuranti. A fronte di questa sua imprecisione è costretto a trasferirsi altrove e a cambiare identità.

Frasi brevi caratterizzano questa narrazione, che immortalano azioni e pensieri quasi fossero diapositive su una parete bianca. I vocaboli sono attentamente scelti, quasi che l’autore non voglia utilizzarne più del necessario, perché le parole non vanno sprecate o usate a sproposito. È un’opera accurata, che gode di atmosfere essenziali e immediate che contraddistinguono sia le riflessioni del protagonista che i fatti ripercorsi dai personaggi che incontriamo nella storia.

Cosa c’è che non va in me?, si chiese. Ma delle tante voci che sentì nella sua testa, nessuna gli diede una risposta

La trama evolve secondo un ritmo sempre più incalzante, in cui Raeseng apre raccontando le sue radici e la sua esistenza, dandoci la sensazione di vivere da sempre in una bolla da cui osserva il suo mondo per trarne conclusioni e ragionamenti.

Cresce in un’antica biblioteca, i libri sono presenti come accompagnatori silenziosi in tutto il componimento… volumi che hanno tanto da dire ma che nessuno legge, in un luogo mai visitato e sempre tenuto in assoluto ordine.

È la sua casa, il posto con cui ha maggior confidenza, che assume l’aspetto di una presenza concreta e viva… che narra, sotto le righe, solo a chi sa veramente ascoltare.

Il suo sguardo fotografa i personaggi in istantanee impeccabili, svelandoci le forme della loro identità, con una struttura lessicale a tratti sofisticata e con una costante nota poetica e armoniosa. L’autore caratterizza i protagonisti in maniera sapiente e mai vezzosa, rivelandosi un attento osservatore e un validissimo romanziere.

«Se ci pensi, diventare ordinari è difficile quanto diventare speciali. Io non faccio che pensare a quali cose costituiscano la normalità. Basta avere un’altezza media? Una faccia media? Un comportamento medio? Una personalità o un lavoro medio? Non è così semplice. Non esiste una vita media. Brillante o mediocre, ogni vita è unica. Ecco perché è così complicato amare in modo ordinario, essere gentili in modo ordinario, conoscere e lasciare le persone in modo ordinario. E poi, in una vita così non ci sono amore, odio, tradimento, dolore, ricordi. È una vita arida e insapore, senza colore e senza odore. Solo che, indovina un po’, a me piace una vita così. Non sopporto le cose troppo intense. È per questo che voglio fare in modo che la gente non si ricordi di me. È complicato. Non si impara sui libri e nessuno te lo insegna. Tutti vogliono essere speciali ed essere ricordati dagli altri. La normalità che cerco io è che nessuno si ricordi di me. Voglio vivere una vita che venga dimenticata.»

La realtà in cui vive Raeseng viene presentata in tutta la sua crudezza e svela la necessità di un distacco emotivo salvavita. Il Killer non si pone domande e non si mette nei panni dell’altro… agisce nel suo ruolo senza scrupoli né senso critico. È questo, un mondo fatto di assassini, il cui unico interesse è il denaro e la gestione del potere, nel quale però è facile trasformarsi da esecutori in obiettivi da colpire, per cui vivere diventa precario ovunque e sotto qualunque nuova identità.

Un’esistenza a circuito chiuso, dove nessuno è padrone di sé e chi sbaglia paga con interessi altissimi. L’empatia è un errore a cui non si può riparare, che rimane tatuato nel ricordo del cospiratore, il quale, in qualunque momento, può richiedere di pagare con la vita i conti rimasti in sospeso.

Può apparire, inizialmente, un universo parallelo, distante da quello della normalità in cui ci si alza il mattino e, tra un impegno di lavoro e uno personale, si sogna di costruire casa e famiglia… ma in realtà non esiste un confine netto e oggettivo tra la vita comune e quella governata dai “cospiratori”, essi sono ovunque e, come presenze inquiete, vivono nascosti e possono svelarsi in ogni momento e dietro qualunque volto.

Era passato molto tempo dall’ultima volta che si era chiesto che cosa volesse davvero dalla vita. Perché? Le domande non costano nulla. Forse aveva pensato che non ne valesse la pena. La vita di un killer era come il fumo di una sigaretta, troppo impalpabile per attaccarsi da qualche parte. Una vita fatta di sigarette aspirate dentro i polmoni, di sguardi persi nel vuoto, di nausea e di torpore nel guardare il fumo che usciva, per poi affrettarsi a fare un altro tiro per scacciare il torpore e la nausea. Una vita da codardi. Perché chi non si chiede mai che cosa ama davvero è un codardo.

Interessante e intima è l’esperienza di Raeseng quando, per necessità, è obbligato ad uscire da quella bolla ed entrare in contatto con il mondo, fatto di persone che si avvicinano, di risate e di relazione. Uno spazio in cui, per quanto incredulo, riesce a starci bene ma del quale è difficile a volte condividerne dinamiche e prospettive. Spesso, la nostalgia della propria bolla, in cui sono gli altri a scegliere e a dettare le direzioni, si fa sentire per chiedere di tornare.

L’empatia e la confidenza con l’umanità altra sono esperienze che si aprono piano piano, cambiando registro del libro e dandogli sprazzi di colore e una nota di leggerezza abilmente raccontati e determinanti per chi legge, avendo così l’occasione di sentire Raeseng più vicino e nel suo aspetto più umano.

Sarà l’incontro con un improbabile trio di donne però a cambiare ordine agli schemi, passaggio sorprendente e avvincente. È in questa seconda parte che i ritmi si modificano, tutto si muove più rapidamente, dando vita a vicende imprevedibili che lasciano senza respiro.  

Raeseng non è più dentro una regola, ma è lui stesso ad immaginarne di proprie e a metterle in atto, sorprendendo tutti, in parte anche se stesso.

«Le persone nascondono le proprie giustificazioni anche a loro stesse» le disse. «E se ne inventano di fasulle per continuare a illudersi.»

Valore aggiunto all’opera lo dà sicuramente anche una traduzione attenta e puntuale, che riesce a rispettare ritmi e contenuti del testo originale, rimanendo fedele alle atmosfere e ai significati che l’autore voleva consegnare al suo pubblico.

I cospiratori di Un-Su Kim ha una trama fluida, ricca di colpi di scena e intelligentemente realizzata, costellata di personaggi realistici e con forti personalità, perfettamente coerenti con le ambientazioni costruite. Il protagonista, inoltre, realizza il proprio cambiamento e, mantenendo un approccio intimo e personale, ci offre la sua visione del mondo che lo circonda, che da piccolo e ristretto diviene sempre più ampio, ricco, popolato e denso di stati d’animo nuovi e sottilmente connotati da una malinconia esistenziale, tipica della visione orientale della vita. A questo però si aggiunge, soprattutto nella parte seconda dell’opera, una modalità di racconto più dinamica, avvincente e pop, che ci permette di immaginare le scene, non più statiche diapositive ma più simili alle pellicole cinematografiche, dove il lettore viene assorbito totalmente dalle pagine, completamente coinvolto e catturato dalla storia.

Ne consiglio assolutamente la lettura e spero di conoscere presto anche il vostro parere!

Il nostro giudizio:

Stile

Trama

Piacevolezza

Copertina

Voto finale

Un-Su kim

Un-Su Kim è nato nel 1972 a Busan, nella Corea del Sud, ed è autore di numerosi romanzi di successo. Ha vinto il Munhakdongne Novel Prize, il premio letterario più prestigioso della Corea, ed è stato nominato per il Grand Prix de Littérature Policière nel 2016.