IL MASTINO DEI BASKERVILLE

di  Arthur Conan Doyle 

Il mastino dei Baskerville di Arthur Conan Doyle
Editore: Mondadori
Genere: Gialli
Pagine: 187
Edizione: luglio 2016



a cura di Pamela Mazzoni

Bentrovati a tutti,
quello di oggi è l’ultimo appuntamento dedicato all’autore di questo mese, precursore del giallo deduttivo e penna brillante e non di rado geniale: Sir Arthur Conan Doyle. Il terzo romanzo che vede protagonista la premiata coppia Holmes&Watson, Il mastino dei Baskerville, è sicuramente uno dei più conosciuti e forse il più amato; a suo modo è anche iconico, dato che segna il ritorno del mitico Sherlock Holmes dopo la sua apparente dipartita nel precedente racconto, anche se la storia qua raccontata è antecedente alla presunta morte del detective più famoso al mondo.
Lasciatevi avvolgere dall’atmosfera gotica di questo giallo, non ve ne pentirete.

Buona lettura!

Sinossi di IL MASTINO DEI BASKERVILLE

Sir Charles Baskerville muore nel giardino della sua villa. Si mormora che sia stato vittima di un cane demoniaco, un’antica maledizione che pende sulla casata. Ma Sherlock Holmes non si ferma certo davanti alle superstizioni… Il più celebre romanzo di Conan Doyle, insuperabile per il senso del mistero e il fascino della suspense che lo pervadono.

Recensione

Ne Il mastino dei Baskerville degno sfondo alla storia ivi narrata non è la quasi onnipresente Londra ma la landa desolata del Devonshire, che rende l’atmosfera cupa ed inquietante, al pari del racconto.


“Sopra i riquadri verdi dei campi e la curva digradante di un bosco si elevava in lontananza una collina malinconica e grigia, dalla strana vetta dentellata, incerta e vaga come il paesaggio fantastico di un sogno.”



È proprio su questa altura che sorge l’imponente maniero di proprietà della famiglia dei Baskerville, i cui fieri e generosi componenti hanno cercato negli anni di lavare l’onta dell’onore offeso da un antenato, Sir Hugo, la cui condotta dissoluta e brutale è stata la causa di una maledizione che si è abbattuta su tutti loro: una gigantesca e demoniaca belva li perseguita, causandone la morte improvvisa e prematura.
Sir Charles, uomo retto e generoso e penultimo discendente dei Baskerville, è stato infatti trovato morto con i lineamenti del volto deformati dal terrore; accanto al suo corpo le impronte di un enorme mastino.
Adesso è rimasto soltanto Sir Henry, ultimo rampollo di questa sfortunata casata, costretto suo malgrado a tornare dal Canada per prendere possesso di ciò che gli spetta, annessi e connessi.
Anche a lui toccherà questa preannunciata fine?
Proprio per evitare il ripetersi di questo nefasto evento il dottor Mortimer, medico ed amico di Sir Charles, chiede aiuto all’infallibile Sherlock Holmes che rimarrà, stranamente, una figura in disparte, ma comunque palpabile, per quasi tutto il racconto.
In sua vece sarà infatti il solo dottor Watson a trasferirsi nel castello per vigilare su Henry, non mancando di aggiornare Holmes con un quotidiano resoconto epistolare.
L’intrepido dottore faticherà non poco per portare a termine l’incarico affidatogli: tra strani vicini di casa, enigmatici personaggi, un pericoloso evaso a piede libero e la sempre più tangibile presenza della malefica bestia infernale, Watson ne avrà ben donde di veder vacillare le proprie certezze.


“Ma se io ho una buona qualità, questa consiste nel mio buon senso, e nulla potrà persuadermi a prestar fede a una simile assurdità. Se questo mi accadesse, mi parrebbe di scendere al livello di quei poveri paesani che non solo credono fermamente in una bestia infernale, ma addirittura la descrivono, e asseriscono di averla vista sputare fuoco e fiamme dalla bocca e dagli occhi. Holmes non crederebbe certamente a simili fandonie, e io agisco per suo incarico. Ma i fatti sono fatti, e io stesso ho udito due volte il suo grido sulla landa.”



Riusciranno i nostri due eroi a salvare la vita a Sir Henry?
Ma, soprattutto, saranno pronti a combattere con quella che sembra una creatura soprannaturale, impersonificazione del male?
Con il resoconto palpitante e ricco di tensione dell’immancabile voce narrante di Watson, Sir Arthur ci travolge con una storia ricca di pathos e suspense dove il cupo scenario, dal fascino alquanto sinistro, è assolutamente imprescindibile dal racconto; anche il ritmo sempre più incalzante e quella particolare abilità di Conan Doyle di mettere a nudo le particolari sfaccettature dell’animo umano, creando personaggi che combaciano perfettamente con gli intrecci in cui li inserisce, contribuiscono a fare de Il mastino dei Baskerville un must del genere.
Con il suo stile altamente evocativo, inoltre, l’autore riesce a trasmettere un senso di inquietudine costante: tanto per fare un esempio, quei terrificanti latrati che squarciano il silenzio delle nebbiose notti della brughiera raggelano il sangue anche del lettore meno impressionabile.
Forse c’è qualcosa di vero nelle antiche leggende?
L’epilogo arriva però a riportarci con i piedi per terra, perché il male è molto più reale e concreto di quello che a volte la mente può portare a credere.
Sir Conan Doyle, fanatico dello spiritismo, ne Il mastino dei Baskerville si fa per assurdo beffe delle credenze e delle superstizioni, attraverso la mente analitica e pragmatica del suo impareggiabile e molto scettico protagonista.
Da parte mia devo ammettere che avevo letto questo libro anni orsono, forse in un momento che non era quello giusto, e non ne ero rimasta particolarmente colpita.
Fatto sta che rileggendolo ex novo, mi sono ricreduta e mi accodo al giudizio della maggioranza: sicuramente uno dei racconti più avvincenti ed intriganti del nostro amato Sir Arthur, con l’infallibile Sherlock Holmes messo forzatamente in ombra e costretto ad un bagno di umiltà dal suo autore ed un Watson che si prende meritatamente la scena.
O quasi.
Un classico assolutamente imperdibile.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 4


Voto finaleVoto 5

Arthur Conan Doyle 

Arthur Conan Doyle nasce nel 1859 a Edimburgo, in Scozia. Insieme a Edgar Allan Poe, è stato considerato il fondatore di due generi: il genere giallo e il genere fantastico. Viene considerato il capostipite del giallo deduttivo, reso famoso dal suo personaggio più letto e amato: Sherlock Holmes. La produzione di Conan Doyle spazia attraverso vari generi, passando dal romanzo d’avventura al romanzo di fantascienza, fino al soprannaturale e ai temi di carattere storico. Muore nel 1930 a seguito di un arresto cardiaco.