PREMIO VIAREGGIO – RÈPACI: I FINALISTI

Cari lettori, ecco a voi i finalisti del Premio Viareggio-Rèpaci!

a cura di Pamela Mazzoni

Buon pomeriggio a tutti, come avevamo già anticipato nell’articolo pubblicato qualche giorno fa (se vi fosse sfuggito, potrete leggerlo cliccando su questo link), la Giuria del Premio Viareggio – Rèpaci ha selezionato le terne finaliste per le tre categorie in cui si suddivide il Premio, ossia Narrativa, Poesia e Saggistica.
Di seguito, i libri finalisti in ordine alfabetico:

Sezione NARRATIVA

FELICI DI CRESCERE
di LORENZO MONDO
Editore: SELLERIO
SINOSSI:Tempo di guerra. Dopo la fuga dal collegio che lo ospitava, Guido, ragazzo di Torino, deve raggiungere la madre nel paesino dove è sfollata. Già lungo la strada, respira un clima di avventura e di libertà. Ma è nella nuova comunità che lo accoglie con naturalezza, che gli sembrerà di conoscere una nuova vita, quasi plasmata sulla sua misura spirituale. «Qui gli tocca crescere e maturare, tra queste colline che scopre misteriosamente materne». Mentre vive una fresca storia d’amore tra adolescenti, diventa testimone partecipe delle spietate rappresaglie nazifasciste e della guerriglia partigiana. I luoghi e le atmosfere, sicura mente autobiografiche, in cui Lorenzo Mondo (1931, scrittore, giornalista e critico letterario) soavemente conduce il lettore, sono quelli di Beppe Fenoglio e Cesare Pavese, dei quali è cultore e studioso.
FIGLIO DEL LUPO
di ROMANA PETRI
Editore: MONDADORI
SINOSSI:Avere una madre come Flora Wellman, stare accanto a una donna che parlava di spiritismo ed era attaccata alla terra, deve pur aver contato qualcosa per diventare “il migliore”. Per diventare Jack London. Romana Petri ha raccolto una delle sfide più fascinose che una scrittrice poteva intravvedere: quella di raccontare la furia di vivere di un uomo che ha fatto il pugile, il cacciatore di foche, l’agente di assicurazioni, il cercatore d’oro, che ha amato l’ombra azzurra delle foreste e la smagliante solarità dei mari, che ha guardato, ceruleo d’occhi e di pensieri, l’anima dei popoli in lotta e il cuore delle donne. E qui le donne sono il vero motore del racconto: la fragranza piccolo-borghese di Mabel, la concretezza di Bessie, il fascino intellettuale di Anna Strunsky, la determinazione di Charmian (“essere molte donne in una”), l’insostituibilità della sorella Eliza. Eppure Romana Petri non ha scritto una biografia: Figlio del lupo è un romanzo che srotola il filo di una storia vera, così come è vera la storia dei personaggi che abbiamo amato. E allora ecco sciorinate le vicende di un uomo sospeso fra il rovello ispirato del grande narratore e la voce dispiegata del socialista che vuol parlare, da rivoluzionario, a sette milioni di lavoratori ma non rinuncia a farsi allacciare le scarpe perché non ha tempo da perdere, sospeso fra il gioco dell’amore promesso, vissuto, tradito sempre ad alte temperature e il tormento di un fallimento incombente, malgrado il clangore del mondo e il fuoco alto della fama.
LONTANO DAGLI OCCHI
di PAOLO DI PAOLO
Editore: FELTRINELLI
SINOSSI: Tre storie diverse, la stessa città – Roma, all’inizio degli anni Ottanta – e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta? Luciana lavora in un giornale che sta per chiudere. Corre, è sempre in ritardo, l’uomo che ama è lontano, lei lo chiama l’Irlandese per via dei capelli rossi. Valentina ha diciassette anni, va alle superiori ed è convinta che da grande farà la psicologa. Appena si è accorta di essere incinta, ha smesso di parlare con Ermes, il ragazzo con cui è stata per qualche mese e che adesso fa l’indifferente, ma forse è solo una maschera. Cecilia vive fra una casa occupata e la strada, porta un caschetto rosa e tiene al guinzaglio un cane. Una sera torna da Gaetano, alla tavola calda in cui lavora: non vuole nulla da lui, se non un ultimo favore. A osservarli c’è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela. “Lontano dagli occhi” è una dichiarazione d’amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l’incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi.

Sezione POESIA

DA SPONDA A SPONDA
di LUCIANO CECCHINEL
Editore: ARCIPELAGO ITACA
LE COSE DEL MONDO
di PAOLO RUFFILLI
Editore: MONDADORI
QUANDO NON MORIVO
di MARIANGELA GUALTIERI
Editore: EINAUDI

Sezione SAGGISTICA

L’ITALIA DI DANTE. VIAGGIO NEL PAESE DELLA COMMEDIA
di GIULIO FERRONI
Editore: LA NAVE DI TESEO
SINOSSI:Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Giulio Ferroni compie un vero e proprio viaggio all’interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. L’incontro con tanta bellezza, palese o nascosta, nelle città come in provincia, e insieme con tanti segni della violenza del passato e dei guasti del presente, è un modo per rileggere la parola di Dante in dialogo con l’attualità, ma anche per ritrovare in questi luoghi una ricchezza, storica e letteraria, che spesso fatichiamo a riconoscere anche là dove ci troviamo a vivere. Da nord a sud, dalla cerchia alpina alla punta estrema della Sicilia, da Firenze al Monferrato, da Montaperti a Verona, da Siena a Roma, Ravenna, Brindisi, si seguono con Dante i diversi volti di questo paese “dove ‘l sì suona”, “serva Italia”, “bel paese”, “giardin dell’impero”: un percorso attraverso la storia, l’arte, la cultura, con quanto di essa luminosamente resiste e con ciò che la consuma e la insidia; ma anche un viaggio che riesce a restituirci, pur tra le fuggevoli immagini di uno smarrito presente, la profondità sempre nuova della nostra memoria.
L’OPERA INTERMINABILE. ARTE E XXI SECOLO
di VINCENZO TRIONE
Editore: EINAUDI
SINOSSI:Cosa accomuna artisti come Kiefer, Kentridge, Boltanski, Barney e Hirst, scrittori e poeti con una profonda vocazione visiva come Pamuk e Balestrini, cineasti come Iñárritu e Greenaway, musicisti visionari come Björk e creatori di celebri scenografie come Es Devlin? Sono artisti molto diversi tra loro, con storie e sensibilità uniche: eppure, tutti condividono l’idea di un’arte creatrice di opere-mondo monumentali, plurali, ambiziose, a volte impossibili da trasferire o riallestire. I quindici artisti al centro di questo libro sono creatori di mondi: le loro opere sono autentiche cosmogonie, territori aperti, mobili e ubiqui, in cui pratiche e linguaggi lontani – pittura, scultura, fotografia, cinema, video, musica, letteratura – si intersecano e si reinventano: reinventando così il mondo, il nostro mondo, quello caotico e frammentato del nuovo millennio. Vincenzo Trione allestisce per il lettore un originale museo allo stesso tempo immaginario e possibile, reale e potenziale, ibrido e multiforme. E, come in un museo, Trione parte dalle opere, raccontandone la genesi, i sensi molteplici, i misteri (anche con il supporto degli schizzi preparatori, dei progetti, delle testimonianze dirette degli artisti). Ma è la somma delle parti che fa emergere l’ambizioso e inaspettato disegno che opere e artisti vanno a comporre: la ripresa e il rilancio dell’utopia rinascimentale e romantica dell’opera d’arte totale. “L’opera interminabile” è un primo, fondamentale, necessario canone dell’arte del XXI secolo.
STORIA CRITICA DELLA TELEVISIONE ITALIANA
di ALDO GRASSO
Editore: IL SAGGIATORE
SINOSSI:1954. Il 3 gennaio, con le cerimonie d’inaugurazione in diretta dagli studi di Milano, e poi dai trasmettitori di Torino Eremo e di Roma Monte Mario, comincia ufficialmente il percorso della televisione italiana. Niente sarà più lo stesso. 1956. La Rai inizia a trasmettere Lascia o raddoppia?. I bar si affollano, le strade si svuotano: tutti i televisori d’Italia il giovedì sera si accendono per godere del primo vero e unico mito dei telespettatori. 1983. Il monopolio Rai è intaccato dall’avvento dei canali commerciali. Il tubo catodico trasmette a ogni ora del giorno e della notte, il telefono di Raffaella squilla in diretta, di lunedì fuori dalle scuole risuonano le battute di Drive in. 2000. L’occhio del Grande Fratello esalta compiaciuto il voyeurismo e la voglia di essere spiati degli italiani. 2018. Sempre più occhi si spostano dai teleschermi ai monitor dei computer. Ballando con le stelle non emette che lievi baluginii, a rifulgere sono le serie di Netflix. Aldo Grasso conduce il lettore-spettatore di ieri e di oggi con mano sicura e trascinante attraverso le vicende del più grande medium di informazione e intrattenimento che l’Italia abbia mai conosciuto per raccontare il nostro, come direbbe Renzo Arbo-re, «nuovo focolare». I protagonisti di “Storia critica della televisione italiana” sono i programmi – telegiornali, varietà, eventi sportivi, fiction, talk show, reality – e con essi gli italiani che li hanno visti, li hanno commentati, li hanno vissuti. Il risultato è un libro che, insieme alla storia della televisione, racconta settant’anni di storia del nostro paese, settant’anni di noi.

Per quanto concerne l’annuncio dei premi speciali e del Premio Internazionale “Viareggio-Versilia” dovremo attendere la seconda metà di luglio, mentre per conoscere i vincitori del Premio Viareggio – Rèpaci per le singole sezioni l’appuntamento è per domenica 30 agosto sempre, ed immancabilmente, a Viareggio.
Nell’attesa, un doveroso “in bocca al lupo” ai vari autori ed un caloroso saluto a voi lettori da parte delle Penne Irriverenti.