REVIEW PARTY: LA BELLEZZA DEL MALE

di Carmen Weiz

La bellezza del male di Carmen Weiz
Editore: Edizioni Quest
Genere: romance suspense
Pagine: 317
Edizione: 7 giugno 2020

Cari amici lettori,
oggi ci ritroviamo qui a parlarvi del secondo volume della serie Swiss Legends, “La bellezza del male” della bravissima Carmen Weiz, che noi Penne adoriamo.
Se amate i thriller psicologici, non potete non leggerlo!
Mistero, intrighi, menti disturbate, speranza e voglia di libertà si intrecciano dando vita a qualcosa di straordinario.
Buona lettura!

a cura di Rossana Bizzarro

Sinossi di LA BELLEZZA DEL MALE

“Ti prometto la vita se mi prometterai la morte.”

Direttamente dalle foreste di pini in Svizzera arriva…

Si dice che il tempo guarisca ogni ferita, e forse queste parole portano con sé una certa verità.
Cosa succede, però, se le ferite non guariscono correttamente? Quando i tagli lasciano delle orrende cicatrici e le ossa rotte si rinsaldano ma non tornano più come prima?
E quando si tratta dell’anima? Se è rimasta coinvolta nella rottura, ritrovandosi lacerata e sofferente…

L’agente Sophie Nowack, delle forze speciali svizzere Enzian, lo sa bene. Reduce da un terribile avvenimento, che le ha cambiato per sempre la vita, giorno dopo giorno si strugge per portarla avanti.
Un’esistenza fatta di segreti inconfessabili, celati dietro a un lavoro nel quale eccelle: infiltrarsi nei peggiori ambienti, attraverso volti che non sono mai il suo, alias che nascondono la sua vera personalità.

“Cosa puoi scegliere, quando non ti è rimasto niente?”

Le lancette del destino li ha allineati. Lei ha commesso un semplice errore e a quel punto il suo destino è passato nelle sue mani.
Per lei, il male non è mai stato così affascinante come nel momento della resa dei conti. Aveva le sembianze della persona che aveva sempre desiderato, colui che aveva posseduto i suoi sogni.

Carmen Weiz ritorna con una storia straziante, trattando uno degli abbandoni più dolorosi… quello della propria anima, e per farlo crea un antagonista di una crudeltà indimenticabile, e l’unica donna che possa fermarlo prima che nuoccia di nuovo.

“Correresti questo rischio? Metteresti in pericolo la tua incolumità, la tua anima, la tua vita…

Tutto per conoscere… la bellezza del male?”

Recensione

Friedrich Nietzsche ha sempre avuto ragione quando diceva: “Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.”

Che dire se non semplicemente fantastico, strabiliante e sorprendente? “La bellezza del male” è, a mio avviso, il più bello ed appassionante thriller psicologico letto fino ad ora.
Difficilmente mi è capitato, durante la lettura di un libro di questo genere, di cercare, ad un certo punto, di arrivare a pensare alla stessa maniera del protagonista di turno, di provare a capire in che modo avrebbe potuto agire per difendere qualcuno e per difendersi, per risolvere un caso che apparentemente sembra senza soluzione.
Certo, con molti personaggi sono entrata subito in sintonia, ho instaurato una forte empatia che mi ha permesso di percepire tutte le loro sensazioni, ma in questo caso è stato diverso: ciò che Sophie provava in un determinato momento l’ho sentito anch’io nella stessa maniera e con la stessa potenza, le sue angosce, la sua paura e anche la sua soddisfazione, erano anche le mie.

Sono riuscita ad entrare nei meandri più bui ed oscuri del suo essere e della sua mente, imparando a conoscerla piano piano, a comprendere le sue debolezze e la sua rabbia.
E tutto ciò è dovuto solo al talento della bravissima autrice, che con le sue descrizioni dettagliate, le ricerche approfondite e l’amore incondizionato per i particolari, ha permesso che il lettore entrasse attivamente nella vicenda, sentendosi coinvolto e partecipe fin dall’inizio.

A rendere “La bellezza del male” un thriller psicologico notevole, è soprattutto la trama originale ed intrigante, in cui i colpi di scena e i momenti di pura suspance fanno da padroni. Nulla è scontato, si tratta di un vero e proprio enigma in cui la soluzione sembra inesistente, è totalmente impossibile ipotizzare il finale, il quale poi si presenta inaspettato ed esplosivo.

Sophie Nowark, agente delle forze speciali svizzere Enzian, da molto tempo si limita a sopravvivere piuttosto che a vivere, guardando con occhio indifferente tutto ciò che di bello e unico c’è intorno a lei. I suoi unici momenti di euforia e felicità sono quelli che seguono la risoluzione di casi in cui lei ha partecipato in prima persona, mettendo in pericolo la sua stessa vita.
Si tratta però, solo di attimi, perché immediatamente ricade nel suo vortice di isolamento mentale, nel suo mondo fatto di voci ed ombre, che la tormentano continuamente.
In particolare, c’è un’ombra che da tempo la spia, la segue, la desidera e la vuole con tutta se stessa. Sta aspettando solo il momento giusto per ricongiungersi a lei. Un’ombra che, proprio come Sophie, non ha nulla da perdere e che è disposta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo.

“Siamo spiriti affini che escono per incontrarsi nell’oscurità. Forse, dopotutto, siamo dei mostri, considerati dagli ignoranti come fallimenti dell’umanità. Ma anche tu, piccola… anche tu sei esattamente come me. Vivi nell’oscurità.”

La giovane si ritroverà faccia a faccia con la morte, colei che desidera da tempo e che, è convinta, la libererà dal suo dolore.
Ma è davvero così? Riuscirà ad aggrapparsi finalmente alla vita o si lascerà trascinare via da questa morte tanto agognata?

Sophie, così misteriosa, enigmatica, irosa, sospettosa, algida ma anche, a suo modo, sensibile, fragile ed insicura è uno dei migliori personaggi idealizzati e costruiti da Carmen Weiz.
Molto complessa e difficile da comprendere, attrae e piace proprio per questo, perché non è una figura scontata. Il suo coraggio, la determinazione che mostra ed il fascino che prova per il pericolo, la rendono unica e a volte anche invidiabile da parte del lettore.

“Non sarei mai riuscita a vivere una vita normale, quando c’erano tante persone là fuori che avevano bisogno del mio aiuto. Era un prezzo dannatamente caro da pagare e non avevo scelto io quella condizione, ma di una cosa ero sicura.
Non sarei mai riuscita a tirarmi indietro.”

Un evento tragico avvenuto anni prima l’ha segnata e distrutta profondamente, si sente responsabile di ciò che è successo, non riesce a perdonarsi e non vuole perdonarsi. Si punisce dunque disprezzando la vita, accettando le missioni più pericolose senza pensare alle conseguenze, perché per lei la morte è l’unico modo per liberarsi da un peso troppo grande.

Durante la lettura però, assistiamo alla sua presa di coscienza, ad una crescita interiore: piano piano, Sophie si stacca dal suo passato, da ciò che è stato, che è successo senza che nessuno lo volesse o lo riuscisse ad evitare. Inizia così, a guardarsi dentro e a comprendere che deve vivere, se non altro per salvare innocenti che non hanno colpe.
Raggiunge una specie di serenità interiore che la renderà libera e appagata.

“C’è chi riesce a convivere con il proprio passato, reinventando completamente la propria personalità per mantenersi a distanza da quanto accaduto. Altri, invece, scelgono di imballarlo e spedirlo in qualche area del cervello per poter dimenticare e andare avanti con la propria vita.”

Una figura costruita magistralmente è anche quella del nemico, dell’ombra che sembra leggerle dentro e sapere tutto di lei. L’autrice ci permette di entrare nella sua mente malata, di conoscere il suo modus operandi, la crudeltà e la freddezza che lo caratterizzano sono incredibili e lasciano senza parole.
Ed è tutto ciò che ci fa capire quanto lavoro c’è dietro questo libro, quante ricerche Carmen Weiz ha dovuto fare per riuscire a costruire un personaggio del genere.

I temi trattati dall’autrice sono molti, primo fra tutti proprio la complessità della mente umana, i disturbi della psiche, ciò che può derivare da un trauma subìto, il lutto e l’incapacità di superarlo, il rapimento, il disprezzo per la vita, la vendetta, l’amore malato, il desiderio della morte, l’amicizia.

Lo stile della Weiz è sempre molto fluido e brillante, la sua scrittura diretta e scorrevole, dunque non delude mai.

“La bellezza del male” è un thriller psicologico da leggere tutto in una volta, senza pause, per il semplice fatto che non si è in grado di lasciarlo a metà, perché tanto la mente ritornerebbe sempre lì con Sophie e la sua indagine.

“Non abbandonare mai la tua strada. Solo perché ora è tempestosa, non significa che non sarai diretta verso i raggi del sole.”

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Carmen Weiz

Carmen Weiz nacque nella decada di 70 in Brasile, da madre tedesca e padre italiano. Si laureò in Architettura nella città di São Paulo. Per oltre dieci anni visse in Italia, e da oltre dodici anni vive in Svizzera. Incentivata dalla madre, diventò una grande lettrice. La passione per i libri e la multiculturalità la ispirarono a diventare una scrittrice. Le diversità tra le culture con cui si è scontrata e la lettura di un’inchiesta sulla tratta di esseri umani l’hanno ispirato questa storia.



Si ringrazia l’autrice per aver cortesemente fornito il materiale.