REVIEW PARTY: LA LADRA DI PERLE

di Fiona McIntosh

“La ladra di perle” di Fiona McIntosh
Genere: Romance – Saga familiare
Editore: Newton Compton editori
Pagine: 492
Edizione: 4 marzo 2021

Cari amici è con molto piacere che oggi vi presentiamo la nostra recensione al libro “La ladra di perle” di Fiona McIntosh, edito da Newton Compton editori.
Quest’opera è una bellissima saga familiare che prende le mosse al tempo dell’occupazione nazista ai danni della Repubblica Ceca, incontreremo la famiglia Kassowicz e faremo un viaggio con loro alla scoperta di quelli che sono gli agghiaccianti scenari che improvvisamente si prospettarono nelle vite di milioni di persone innocenti.

Seguitemi in questo viaggio fatto di sofferenza, dolore, paura ma anche speranza e amore e vi assicuro che non ve ne pentirete!

Buona lettura!

a cura di Manuela Morana


Sinossi di LA LADRA DI PERLE

Quando a Severine Kassel viene chiesta una perizia su alcune preziose perle bizantine appena prestate al British Museum, lei accetta senza esitazione: dopotutto è un’esperta di gioielli antichi ed è perfettamente in grado di svolgere un lavoro del genere.
Ma non appena Severine si trova davanti le perle, il suo passato ritorna con violenza. Quelle perle appartengono alla sua famiglia e si portano dietro ricordi che lei ha cercato di dimenticare per oltre vent’anni.
La rivelazione di Severine dà vita a una ricerca frenetica dell’ex soldato nazista, Ruda Mayek: colui che le ha sconvolto la vita. Con l’aiuto di un agente del Mossad in pensione, Severine è disposta a tutto per rintracciare Ruda.
Ma l’avvocato che si occupa del prestito delle perle, l’unica persona in grado di aiutarli, è vincolato dal segreto professionale. Mentre Severine segue le tracce di Mayek, tutte le sue certezze vanno in frantumi. Forse i segreti che ha custodito per tanti anni stanno per essere rivelati.

Recensione

Di libri sull’olocausto ne sono stati scritti a centinaia eppure ogni volta che mi imbatto in uno di essi la mia sete di verità, di conoscenza, di giustizia emergono prepotentemente, probabilmente perché non se ne parlerà mai abbastanza, non si potrà mai fare abbastanza per ricordare e ridare dignità a tutte le storie che si nascondono dietro ogni singola vita che è stata spezzata in maniera così brutale e meschina dal nazismo, dal fascismo e più in generale da ogni estremismo che è stato posto in essere ai danni delle vite di persone innocenti.
È spinta da queste motivazioni che ho deciso di leggere questo libro, “La ladra di perle” è una storia incredibilmente forte e a tratti commovente, è una saga familiare ma è anche molto di più, in questa storia infatti si intrecciano ingiustizie, dolore, speranze, furti, investigazioni, spie, arte e tanto altro.

Petr Kassowicz non si sarebbe messo al sicuro. Al contrario, insieme alle sorelle e ai genitori, avrebbe corso i suoi rischi appena fossero arrivati i guai. E sarebbero arrivati. Suo padre, Samuel, ne era convinto.
[…]
Samuel si era battuto per tutta la primavera e l’estate affinché sua moglie permettesse alle gemelle di partire con i Kindertransport tempestivamente organizzati. Affrontò la questione ancora una volta quando lei arrivò con un vassoio nella veranda della loro piccola dimora cittadina.
[…]
«Non abbandonerò nemmeno uno dei miei figli!».
«Pensi che a me faccia piacere spedire uno qualsiasi dei bambini lontano da noi? Olga, qui per loro non c’è futuro – non lo vedi con i tuoi occhi? Se li mandiamo fuori dall’Europa, almeno avranno una possibilità di sopravvivere a una guerra inevitabile».
La risposta della moglie fu così repentina che suonò come lo schiocco di una frusta. «Meglio morire tutti insieme che essere separati!».

È con queste parole che si apre questo intenso e coinvolgente romanzo, troviamo Samuel, il capo famiglia, preoccupato e consapevole del peggiorare continuo della situazione, vorrebbe far partire i suoi bambini sui Kindertransport, dei treni che portano in salvo i bambini in altre nazioni, gli trovano delle famiglie che si prenderanno cura di loro e li cresceranno con amore salvandoli dall’orrore della guerra e da una morte quasi certa. Purtroppo però sua moglie Olga non è d’accordo con lui, sottovaluta la gravità della situazione ed è fermamente decisa a restare tutti insieme.
Questa decisione segnerà per sempre il futuro della famiglia Kassowicz.

Con un ampio salto nel futuro ci ritroviamo nel 1963, la nostra protagonista diventa Severine Kassel, che in realtà altri non è che Katerina Kassowicz, la figlia maggiore di Samuel ed Olga Kassowicz, nonché quella che sembra essere l’unica sopravvissuta dell’intera famiglia.
Katerina ha da tempo abbandonato il suo vero nome, adesso lavora come esperta di gioielli e manifatture ebraiche presso i più famosi musei del mondo e quando le viene richiesta una consulenza per la perizia di alcune famose e preziosissime perle bizantine giunte al British Museum il suo shock non potrebbe essere maggiore.

«Le ultime notizie sono che fu acquistato dalla famiglia Goldstein di Boemia nel 1800. Questo favoloso gioiello, di cui pochissime persone sono a conoscenza, rimase in quella famiglia cecoslovacca per cinque generazioni e attraverso la linea materna fu tramandato da una figlia maggiore all’altra».
«Mademoiselle Kassel, devo dedurre che questo incredibile articolo di gioielleria sia appartenuto di recente a una famiglia ebrea?», domandò Mr Partridge stupito.
«Esatto, Mr Partridge. E appartiene ancora alla stessa famiglia ebrea, anche se attraverso il matrimonio è stato ereditato dalla famiglia Kassowicz», disse con prudenza. «Fu rubato loro durante l’occupazione nazista nel 1941. In ottobre, per la precisione, nella loro casa di campagna a un’ora di distanza da Praga».
«E lei ne è assolutamente sicura?».
[…]
Parlò in tono calmo; aveva alle spalle anni di pratica nel mascherare il dolore. «Ne sono sicura. E posso esserlo così tanto perché il mio vero nome è Katerina Kassowicz e sono la figlia maggiore», spiegò senza mezzi termini, «e questo gioiello è mio, dato da mia madre alla sua primogenita».
Tutti i colleghi rimasero senza fiato.
«E quello che vorrei sapere – che ho bisogno di sapere da voi – è chi ha portato questo pezzo al British Museum».

Da questo momento la narrazione di “La ladra di perle” prende una nuova via, si discosta dal semplice romance e diventa quasi un giallo, la sola vista di quelle perle riapre ferite mai realmente guarite e riporta alla luce dolore e sofferenza che portano la nostra protagonista a scappare da Londra per rifugiarsi nella sua Parigi, ritorna a casa e mette quanta più distanza possibile tra se stessa e quelle perle che tanto la fanno soffrire ma allo stesso tempo la sua sete di vendetta e verità non è mai stata più forte, deve sapere, deve scoprire tutto ciò che è realmente successo nel suo passato.
Mentre sta seduta su una panchina a riflettere sugli sconvolgenti fatti che hanno turbato la sua quiete incontra per la prima volta Daniel, un uomo che le dimostra di averla notata da molto tempo, inspiegabilmente Katerina sente di potersi fidare di lui e, stanca di tenere segreto il suo passato, comincia a confidarsi con lui senza tralasciare nessun dettaglio, tra un caffè e un piatto di zuppa calda sembra nascere una bella amicizia.
Ma Daniel sarà sincero? Cosa vuole realmente da lei?

Tante le domande alle quali bisogna trovare una risposta: cosa accomuna le vite di Katerina e Daniel? Chi è Ruda Mayer e cosa ha fatto? Che fine ha fatto realmente in piccolo Petr? Katerina riuscirà mai a liberarsi del suo passato e del gelo che sembra avviluppare ogni aspetto della sua vita? Riuscirà mai a fidarsi di nuovo del prossimo e a pensare che anche per lei potrebbe esserci un lieto fine senza che questo debba farla sentire sbagliata ed in colpa per essere sopravvissuta?

“La ladra di perle” è un romanzo intenso ed emozionante, i personaggi sono descritti in modo molto accurato e gli eventi sono così ben raccontati che ti sembra di essere lì a viverli insieme ai protagonisti, le descrizioni dei posti, dei suoni, degli odori sono estremamente realistici e la storia non è per nulla banale o scontata.
Un libro che merita davvero di essere letto e che è capace di farti vivere una risma di emozioni spesso non esattamente piacevoli ma indubbiamente forti e coinvolgenti. Mi sento sinceramente di consigliare a tutti gli amanti del genere questo libro e anche a chi si approccia per le prime volte a questo tipo di storia.
Vi assicuro che sarà una lettura che vi accompagnerà per molto tempo, anche dopo che avrete chiuso il libro infatti, sentirete che questa storia non può scivolare via né essere dimenticata.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Cover di LA LADRA DI PERLE

Fiona McIntosh

Fiona McIntosh è nata nel 1960 a Brighton. Dopo aver trascorso un’infanzia sempre in viaggio, grazie al lavoro del padre, si è stabilita in Australia, dove tuttora vive. È un’autrice di libri per adulti e per bambini.
Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale