di Eugenio Montale
Cari amici lettori, benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi abbiamo scelto di parlavi di “Ti libero la fronte dai ghiaccioli” di Eugenio Montale.
Buona lettura!
a cura di Iryna Ilkiv
Ti libero la fronte dai ghiaccioli
Ti libero la fronte dai ghiaccioli
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.
che raccogliesti traversando l’alte
nebulose; hai le penne lacerate
dai cicloni, ti desti a soprassalti.
Mezzodì: allunga nel riquadro il nespolo
l’ombra nera, s’ostina in cielo un sole
freddoloso; e l’altre ombre che scantonano
nel vicolo non sanno che sei qui.
Parafrasi
Ti tolgo dalla fronte i pezzi di ghiaccio che raccogliesti attraversando (in volo) il cielo nuvoloso; hai le penne (delle tue ali) danneggiate dalle intemperie, ti svegli con sussulti.
È mezzogiorno: nel riquadro (della finestra) il nespolo fa un’ombra scura che si allunga, nel cielo c’è un sole freddo (ossimoro) che non si vede; le ombre di persone che svoltano l’angolo nel vicolo non sanno che tu sei qui.
Commento
Il poeta sembra vegliare sopra un uccello addormentato, ferito nella tempesta; ma la parola “fronte” ci rivela che si tratta come minimo di un essere antropomorfo, un angelo o un personaggio mitologico; la discesa (o la caduta) sulla terra attraverso il freddo cielo ha stremato quell’essere che adesso è inerme, esausto dorme accanto al poeta e si sveglia ogni tanto con sussulti come se avesse degli incubi. Quel essere è qualcosa di segreto, l’averlo trovato e accolto per il poeta è una benedizione, una salvezza.
La scena che si presenta nella seconda quartina sembra essere l’opposto di ciò che sta accadendo nella prima: fuori dalla finestra è mezzogiorno ma il sole quasi non si vede e non scalda perché coperto da un cielo freddo: l’unica traccia del mezzogiorno è l’ombra del nespolo che si allunga sul suolo nero. Si vedono altre ombre di persone che svoltano l’angolo del vicolo e sono ignari della presenza mistica e salvifica a poca distanza da loro.
La scena che si presenta nella seconda quartina sembra essere l’opposto di ciò che sta accadendo nella prima: fuori dalla finestra è mezzogiorno ma il sole quasi non si vede e non scalda perché coperto da un cielo freddo: l’unica traccia del mezzogiorno è l’ombra del nespolo che si allunga sul suolo nero. Si vedono altre ombre di persone che svoltano l’angolo del vicolo e sono ignari della presenza mistica e salvifica a poca distanza da loro.
Eugenio Montale
Nato a Genova il 12 ottobre 1896 è stato un poeta, scrittore, giornalista, traduttore, critico letterario e musicale, filosofo e politico italiano. Ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1975 ed è morto a Milano il 12 settembre 1981.
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