UN ESPERIMENTO D’AMORE

di Hilary Mantel

Un esperimento d’amore di Hilary Mantel
Genere:Narrativa
Editore: Fazi
Pagine:300
Edizione:6 Maggio 2021


a cura di Rosa Zenone


Bentrovati cari lettori,
da oggi in libreria troviamo un’interessante novità di narrativa, Un esperimento d’amore di Hilary Mantel, noi l’abbiamo letto e trovato particolarmente accattivante, dunque non vediamo l’ora di parlarvene!

Sinossi

Carmel McBain è figlia unica di genitori cattolici irlandesi della classe operaia. Sua madre aspira a qualcosa di più per lei rispetto a ciò che la vita, nella loro desolata cittadina, ha da offrire, nutre grandi ambizioni per la figlia ed è determinata a superare le rigide barriere sociali dell’Inghilterra. Così spinge Carmel a ottenere una borsa di studio per la scuola del convento locale, e poi a sostenere gli esami per un posto alla London University. E Carmel non la delude. Ma il successo porta con sé un prezzo spaventoso. Carmel comincia un viaggio solitario che la porterà il più lontano possibile da dove è partita, sradicandola dai legami di classe e luogo, di famiglia e di fede. In fondo, sradicandola da se stessa: alla fine degli anni Sessanta, a Londra, si troverà di fronte a nuove preoccupazioni – sesso, politica, cibo e contraccezione – e dovrà affrontare una grottesca tragedia.

Recensione

“Appena si comincia a ricordare – sbaglio forse?- le immagini saltano fuori una dopo l’altra; scorrono nella mente in tutte le direzioni, animali in corsa snidati dai loro nascondigli. La memoria non è una bobina, un film che si manda avanti e indietro a piacere: è l’apparizione di una pelliccia che sussulta, la scivolosità della seta fra le dita, la consistenza identica del pelame o delle ossa. È un’immagine catturata in movimento che si fa indistinta: come in una foto di famiglia scattata prima che le macchine fotografiche diventassero talmente a prova di cretino che qualsiasi cretino poteva immortalare il momento.”

La protagonista, Carmel McBain, è anche la narratrice della storia, la sua, quella di una ragazza di origini irlandesi cresciuta nell’Inghilterra degli anni ‘60. Carmel, ormai adulta, torna con la mente al proprio passato, balzando tra infanzia, adolescenza e gioventù.

Ella proviene da una famiglia modesta, ma la madre è intenzionata a far fare alla figlia un salto di classe e di qualità attraverso l’istruzione impartita presso le strutture più prestigiose. La differenza tra le varie classi sociali è un tema centrale nell’opera e viene a creare una forte e onnipresente tensione.

Fin dall’infanzia, presente nella vita della protagonista è una sua coetanea vicina di casa, la russa Karina, di estrazione altrettanto umile. Con quest’ultima Carmel intrattiene un rapporto ambivalente, di rivalità, rancore e disprezzo, ma nonostante ciò di unione, si ritrovano sempre assieme nella loro scalata sociale.

”Eppure la vicinanza di Karina, vedere la sua falcata pesante nel traffico e nella sporcizia di Londra, sentire il suo nome sulle nostre bocche, erano tutte cose che mi riportavano indifesa nel passato, con i ricordi che mi strattonavano con una forza sempre uguale, come una catena d’acciaio nella quale ogni anello era talmente saldo, vivido e ostinato che venivo trascinata via dal mio fragile e pallido corpo di diciottenne e costretta a vivere, come vivo oggi mentre scrivo, nella mia identità di bambina di dieci anni, con la pelle rosea, ma paralizzata dalla paura(…)”

Karina è indubbiamente il personaggio più interessante di Un esperimento d’amore, dura e aspra seppur talvolta colta in atti che appaiono gentili, avvolta in un alone enigmatico che la rende incomprensibile, losca e inquietante, caratteristiche che le infondono un fascino personale insuperabile e che le consentono di spiccare tra gli altri personaggi.

Totalmente opposta è Julianne, altra compagna di scuola prima e di studentato poi delle due ragazze. Ella proviene da una classe agiata, è sicura di sé e spigliata, rappresenta l’ideale auspicato e ricercato da Carmel, non solo in quanto compagnia ma anche come modello, estremamente distante dal suo punto di partenza.

“A volte avvertivo dentro – l’avvertivo forte, a volte- una voglia di frivolezza, un’attrazione. Volevo separarmi dal destino comune alle ragazze chiamate Carmel e identificarmi con quelle dai nomi meno impegnativi, nomi ai quali i genitori non avevano pensato tanto. Volevo preferire il piacere al dovere, ed essere felice, e avere una speranza di felicità.”

Dentro la giovane Carmel all’università a Londra si sviluppa una profonda inquietudine, dovuta non solo al confronto con ragazze di ben altra estrazione, ma a una visuale totalmente nuova che rischia di frantumare quella precedente.

Nella protagonista hanno luogo profondi cambiamenti, fondati su un dualismo contraddittorio, tra ciò che era e ciò che è o che ambisce essere, con il conseguente venir meno di punti fermi di identificazione.

“Nella nostra generazione, cresciuta negli anni Sessanta, abbiamo sviluppato in fretta una doppia vita. Eravamo donne vestite da bambine, atee che andavano a messa, vergini in via ufficiale e libertine de facto. Non era un inganno; era dualismo. Ci siamo cresciute dentro. Carne e spirito, ambizione e umiltà. Era tempo di progetti per il futuro; io oscillavo fra l’idea che nella vita potevo fare qualsiasi cosa e che potevo non fare niente.”

D’altronde a complicare la sua situazione influisce il contesto moderno della Londra degli anni ‘60, le idee che vi circolano in netto contrasto con quelle acquisite precedentemente. Infatti, ad esempio, nonostante abbia ricevuto un’istruzione religiosa la sua fede crolla inesorabilmente.

Argomento chiave è però la sessualità femminile colta attraverso una mentalità aperta e libera che la svincola dalle tradizionali convenzioni. Carmel viene a contatto con queste nuova concezione, distante dalla religione e che sottrae l’amplesso quale prerogativa e frutto di un singolo e serio rapporto amoroso, e che lo pone invece quale fonte di piacere personale e di esperienza da vivere.

Il libro ci trasporta negli anni e nel luogo di ambientazione grazie a una scrittura scorrevole ma suggestiva, ci consente di percepire l’atmosfera di una società dinamica e in cambiamento, ricettiva di nuove idee e principi.

Diversi personaggi intervengono sulla scena e, seppure dotati di pochi tratti, sono ben caratterizzati, ma soprattutto contribuiscono a delineare meglio la figura della protagonista; conosciamo quest’ultima meglio infatti non solo leggendo le sue vicende e le sue vivide riflessioni, ma anche attraverso il confronto e rapporto con gli altri, in particolare attraverso le coetanee che studiano a Londra.

Un esperimento d’amore si divora, il clima aleggiante è pacato e modellato sulla vita quotidiana, ma è proprio tale calma a far percepire una forte dose di suspence crescente, viene a crearsi un’attesa assolutamente non delusa.

Un esperimento d’amore è un libro che se a un primo sguardo potrebbe apparire leggero, con più attenzione si rivela ben più complesso, costruito su un gioco di opposizioni in grado di rendere la difficoltà e i conflitti di una crescita che tende ad allontanare da se stessi e dai propri cardini, e a provocare un vortice in cui è difficile rinvenirsi.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

StileVoto 4,5/5

PiacevolezzaVoto 5/5

CopertinaVoto 5/5

Voto finale Voto 5/5

Hilary mantel

Nata nel Derbyshire nel 1952, Hilary Mantel ha scritto tredici romanzi, fra i quali spicca la fortunata trilogia sulla dinastia Tudor, composta da Wolf HallAnna Bolena, una questione di famiglia (entrambi insigniti del Man Booker Prize) e Lo specchio e la luce. Dai primi due volumi la BBC ha tratto l’apprezzata serie tv Wolf Hall, che ha vinto il Golden Globe 2016 come miglior miniserie. Oltre alla trilogia, Fazi Editore ha pubblicato anche La storia segreta della Rivoluzione, imponente opera in tre volumi sulla Rivoluzione francese, Al di là del nero, una commedia nera di ambientazione contemporanea, e Otto mesi a Ghazzah Street, romanzo di stampo autobiografico ambientato nel mondo saudita.




Si ringrazia la casa editrice per aver cortesemente fornito il materiale