CURIOSITÀ: SIR ARTHUR CONAN DOYLE VS SHERLOCK HOLMES – PRIMA PARTE

foto da internet
Cari lettori,
durante questo mese di giugno, che come sapete è dedicato al creatore del giallo deduttivo Sir Arthur Conan Doyle, abbiamo scovato alcuni aneddoti e curiosità relativi sia al geniale scrittore sia al suo personaggio di punta, l’immortale ed infallibile Sherlock Holmes.
Quali saranno i più succosi? A voi la scelta!
Oggi iniziamo proprio da colui che ci ha deliziato con molti avvincenti racconti, tanto insensibili al trascorrere del tempo da essere capaci di appassionare tuttora milioni di fan accaniti.

a cura di Pamela Mazzoni

Arthur Conan Doyle era un grande appassionato di sport, un po’ il contrario del suo personaggio: abile nel cricket, giocava però anche a calcio e rugby, tirava di boxe e non disdegnava una partita a tennis.
Forse però non tutti sanno che Doyle ha avuto il merito di aver introdotto gli sci in Svizzera. Durante un suo soggiorno a Davos, infatti, fece arrivare degli sci dalla Norvegia, provandoli poi sulla neve con l’evidente divertimento delle persone che guardavano stupite quegli strani attrezzi. Il resto è storia.
Se vi capita di andare a Londra, alla National Portrait Gallery troverete un cartoon di Bernard Partridge dall’emblematico titolo di “Arthur Conan Doyle, lo schiavo della sua creazione.”, che racchiude in un’esaustiva caricatura tutto il pensiero ed il risentimento dello scrittore verso la sua creazione.
È risaputo che l’autore arrivò ad odiare quell’investigatore che, a detta di Conan Doyle stesso, gli “impediva di pensare a cose migliori.”
Infatti ad un certo punto decise di farlo uscire di scena, ma tante furono le rimostranze dei lettori che Holmes fu miracolosamente resuscitato, incatenando così a sé il suo creatore vita natural durante.
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Sir Arthur Conan Doyle giocava nella squadra di cricket amatoriale con J.M Barrie, autore di Peter Pan, e A.A. Milne, creatore di Winnie the Pooh. Tra gli amici più cari, inoltre, lo scrittore annoverava anche Bram Stoker, papà di Dracula, e Robert Louis Stevenson, autore tra gli altri de L’isola del tesoro, che aveva frequentato con Doyle l’università.
Quella che si dice un’interessante cerchia di amici.
Sir Arthur, come avrete letto nella nostra scheda autore ( qui il link ), diventò, uomo di scienza com’era, un fanatico dello spiritismo, perdendo quasi del tutto la razionalità e la logica tanto care ad Holmes.
Infatti credeva nei fenomeni paranormali e nell’esistenza di creature degne delle più strane fantasie.
Nel 1917 alcune fotografie catturarono l’attenzione dello scrittore: ritraevano due giovanissime cugine inglesi, nelle campagne di Cottingley Beck, insieme a fate e gnomi.
Doyle ne fu affascinato al punto da difendere le ragazze a spada tratta di fronte ad una scettica opinione pubblica, nonché ad usare l’avvenimento come soggetto per un libro.
Negli anni 80 del secolo scorso la solenne, ed attesa da anni, smentita: le due giovani avevano falsificato le foto, ritagliando le fate su cartoncini colorati e tenendole su con fili trasparenti.
Diaboliche.
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Nei suoi racconti, Sir Arthur Conan Doyle ha anticipato sistemi di indagine, poi logicamente evolutisi nel tempo, che hanno comunque gettato le basi delle moderne tecniche investigative.
È stato lui, per primo, a parlare di impronte digitali, schizzi di sangue e della scienza della balistica relativa alle armi.
Date un’occhiata allo schema qui sotto:
Sir Conan Doyle non era solo abile a scrivere storie poliziesche, ma adorava mettere in pratica le sue doti investigative anche nella vita reale.
Nel 1904 si iscrisse infatti ad un Crime club, i cui partecipanti si impegnavano a risolvere casi di sparizioni ma anche a smascherare errori giudiziari.
Lo scrittore, in particolare, balzò agli onori della cronaca per essere riuscito a restituire la libertà a tale Oscar Slater, accusato dell’omicidio di una donna. Sir Arthur ci mise ben 15 anni a trovare il bandolo della matassa, ma alla fine le accuse caddero e Slater ottenne l’agognata libertà.
Meglio tardi che mai…
Senza dubbio, però, il caso più eclatante che coinvolse Conan Doyle fu quello relativo ad una sparizione di persona, non tanto per il fatto in sé, ma per la donna scomparsa: la sua degna erede nel mondo del giallo, Agatha Christie.
Il fatto occupò le prime pagine dei giornali per diverso tempo e lo scrittore, ormai completamente preso dallo spiritismo, riuscì a scoprire il luogo dove si nascondeva la Dame grazie ad un semplice guanto.
Siamo giunti al termine delle curiosità di oggi, ma l’appuntamento con Curiosando in punta di libri è sempre tra due settimane e sempre di mercoledì.
Un saluto dalle vostre Penne Irriverenti!