ANNA ÉDES

di Dezsó Kosztolányi

 Anna Édes

a cura di Samantha Ambroggi

Anna Édes di Dezsó Kosztolányi
Genere: Narrativa straniera
Editore: Anfora
Pagine: 272
Edizione: 2018

Cari amici lettori, oggi vorrei presentarvi un gioiello della letteratura ungherese: Anna Édes di Dezsó Kosztolányi. È un romanzo ambientato nel 1919, anno della caduta del regime comunista in Ungheria.

Sinossi

Nel tumultuoso periodo del primo dopoguerra ungherese, tra rivoluzioni e controrivoluzioni, in un tranquillo quartiere di Budapest, una famiglia borghese e benestante assume una giovane cameriera, Anna. Il quotidiano sembrerebbe procedere sereno se non fosse che lentamente la dura condizione di serva corrode l’animo docile e benevolente della ragazza, che si trova persino sedotta e abbandonata da un membro della famiglia. Per i padroni il culmine sarà inatteso e disgraziato.

Recensione

Il libro inizia con un brevissimo capitolo in cui racconta la rocambolesca fuga del Commissario del popolo. Con il secondo capitolo, invece, si entra nel cuore della storia.I coniugi Vizy fanno parte della borghesia decaduta con l’avvento del regime comunista. Essi, come la maggior parte degli appartenenti a quel ceto, si ostinano a mantenere le proprie abitudini e le proprie esigenze, nonostante la confisca di quasi tutti i loro beni. Nei salotti gli uomini parlano di politica, guerra e denaro, mentre l’argomento principe delle donne riguarda le cameriere. Si lamentano di loro considerandole fortunate poiché fanno la bella vita, senza pensieri e responsabilità. Tuttavia vivono come un dramma la sostituzione di una di esse, arrivando ad avere crisi isteriche.

Anna viene raccomandata ai Vizy dallo zio, portinaio dello stabile ed ex “rosso”. La ragazza è timida e di poche parole, ma la sua indole dolce e il suo spirito collaborativo piace molto alla signora, la quale non mollerà la presa su di lei nemmeno quando la giovane accetterà una proposta di matrimonio, arrivando a farle cambiare idea.

Neppure lei sa cosa vuole…crede a quel disgraziato…conosco i maschi come lui…promettono alle donne mari e monti e poi le abbandonano…non guadagnano abbastanza per poterle mantenere…Questi vogliono solo la cameriera, la cameriera gratis che lava…e senza darle una paga…una povera sciocca…non una moglie

Dopo un inizio dominato da toni a tratti malinconici verso un passato che domina il presente, la narrazione si vivacizza. Passata la crisi della rivoluzione il lavoro riprende, i salotti aprono le porte ai ricevimenti, la vita torna tranquilla. In casa dei Vizy arriva un nipote che non vedevano da tempo, al quale trovano un posto in una prestigiosa banca. Jancsi è un giovanotto a cui piace la bella vita ed è un inguaribile esteta. Ciò nonostante non mancherà di sedurre Anna, pur provandone quasi ribrezzo.

Aveva i capelli radi, come le contadine, raccolti in un magro chignon, perché i bei capelli, come nelle donne ricche e privilegiate, si diradano presto sulle teste delle serve. Sul labbro superiore scoprì un’ombra di baffetti, sulla quale il calore della cucina faceva cadere gocce di rugiada, accanto al naso aveva un brufolino. Solo gli occhi e i denti erano belli

La giovane acconsente a soddisfare i desideri del signorino un po’ per amore, un po’ perché così deve essere.

Aveva sentito di signori che andavano a trovare le serve, e che la serva era anche l’amante del padrone e alcune avevano avuto un bambino da lui

La storia tra i due viene raccontata da Kosztolányi in modo molto sensuale senza però cadere nel volgare e mettendo in evidenza l’amore/odio da parte di Jancsi.

Il romanzo continua spedito e ci porta ad un’importante svolta per coniugi: il signor Vizy viene nominato Sottosegretario di Stato. Ciò permetterà loro di godere nuovamente degli agi che erano stati persi. Cosa c’è di meglio di fare un grande ricevimento per festeggiare? Da qui la parte più importante del romanzo: il libro si chiude con un fatto inaspettato ed un finale a sorpresa, seguito da un’esaustiva postfazione di Antonella Cilento che vi farà capire ed apprezzare appieno lo stile di Kosztolányi che è caratterizzato da un linguaggio fluido e diretto.

Lo scrittore, infatti, lascia poco spazio al sentimentalismo, concentrandosi maggiormente sulle descrizioni della vita quotidiana, restringendo gli spazi soprattutto all’interno delle case e focalizzando l’attenzione sui personaggi e sugli oggetti (che sembrano prendere vita).

I mobili si misero a vagabondare, smarrita la strada, una poltrona finì sul ballatoio e guardava di sbieco la scalinata come se, non riuscisse a scendere. L’orologio, con il suo pendolo paralizzato, giaceva per terra in stato di morte apparente, assieme a una frusta da cucina nella sua custodia. Giù, nel cortile, i tavoli facevano delle gite, sedie di vimini e divani prendevano il sole, anche il sofà, privo della sua copertura rossa

In Anna Édes troviamo diversi personaggi che ruotano attorno alla famiglia Vizy. Quello che mi è piaciuto in modo particolare è il dottor Moviszter in quanto dotato di una grande umanità, l’unico a cui lo scrittore ha regalato empatia e sentimento.

Questi lo guardavano con sguardi straniti e quando si accomodò tra loro, si scostarono da lui. Questo a Moviszter non dispiacque. In fondo non era uno di loro. Non apparteneva né a loro né ad altri, perché non era borghese né comunista, non era membro di nessun partito, ma solo di quella comunità di uomini che abbraccia tutto il mondo, tutte le anime, quelle vive e quelle che erano vissute, i vivi e i morti

Se volete conoscere Moviszter, Anna, i Vizy e tutti gli altri personaggi, se volete fareun’esperienza di lettura particolare o (perché no?) vivere un pezzo di storia ungherese…allora vi consiglio di leggere questo magnifico romanzo, Anna Édes di Dezsó Kosztolányi! Vi assicuro che non ve ne pentirete.

Il nostro giudizio:

StileVoto 5

TramaVoto 5

PiacevolezzaVoto 5

CopertinaVoto 5

Voto finaleVoto 5

Dezsó Kosztolányi

Secondo Sándor Márai “È stato Kosztolányi a dire che un capolavoro deve essere scritto come si porta a termine un delitto. E ogni giorno lui commetteva un delitto del genere, più o meno grande.”

 Dezsó Kosztolányi (1885 – 1936) è stato un poeta, giornalista e traduttore ungherese, oltre che uno degli scrittori esponenti della corrente radicale borghese. Il suo stile comprende elementi allusivi, sfumati e frasi metaforiche. Pubblicò diverse poesie su un’influente rivista letteraria ungherese, la NYUGAT, fondata nel 1908 e caratterizzata da intenti rivoluzionari. Durante la prima guerra mondiale la pubblicazione assunse una linea antimilitarista. Molti scrittori, poeti e saggisti di quell’epoca pubblicarono i loro lavori su questa rivista, tra cui anche Sigmund Freud. Con la morte dell’editore (1941), per motivi politici, fu obbligatoriamente cambiato il nome del giornale, che sarà pubblicato fino al 1944 chiamandosi “Stella ungherese”.Tra i suoi libri troviamo: “Anna Édes“, “Nerone“, “Il medico incapace” e “Le mirabolanti avventure di Kornél” attraverso il quale fu conosciuto in Italia.