CUORI VUOTI

di Juli Zeh

Cuori vuoti di Juli Zeh
Genere: romanzo distopico
Editore: Fazi Editore
Pagine: 350
Edizione 14 gennaio 2021

Cari lettori,
quest’oggi abbiamo il piacere di parlarvi di una novità editoriale che non mancherà di solleticare le vostre curiosità soprattutto se siete amanti del genere distopico. Quello di Juli Zeh è un titolo che ci porta a un futuro non troppo lontano e è capace di sollevare molteplici riflessioni sulla società che ci circonda. Buona lettura!

a cura di Elide

Sinossi:

Germania, 2025: un futuro prossimo ancora più incerto del presente. In un’epoca post Trump, Brexit e Frexit, il paese è sconvolto da una crisi finanziaria globale, da migrazioni di massa e dal trionfo di un movimento ultrapopulista che è salito al governo. Disillusi e pragmatici, Britta e il socio Babak si sono affermati con successo: insieme hanno fondato uno studio di counseling alternativo, il Ponte, che li ha resi ricchi. Fortunatamente, nessuno sa bene cosa ci sia sotto: dietro un’apparente normalità, Britta e Babak tentano di intercettare soggetti inclini al suicidio grazie a un algoritmo e, ai più determinati, offrono la possibilità di morire per una giusta causa con azioni eclatanti ma programmate in modo quasi chirurgico. Le cose vanno a gonfie vele – fra i clienti del Ponte c’è anche l’ISIS – e Britta si pregia del fatto che, grazie al suo studio, ha messo fine all’anarchia terroristica. Fino a un misterioso attentato all’aeroporto di Lipsia: quando il Ponte intravede la minaccia di una concorrenza pericolosa, Britta fa tutto il possibile per eliminare gli sconosciuti avversari. Ma li ha sottovalutati.
Feroce romanzo distopico e al tempo stesso avvincente thriller politico, Cuori vuoti esamina questioni urgenti dipingendo lo scenario inquietante di una società totalmente votata all’efficienza e in cui l’empatia non è contemplata: Juli Zeh conferma il suo talento nello sviluppare grandi temi di attualità in una narrazione che lascia ampio spazio all’approfondimento psicologico senza mai perdere il suo ritmo serrato.

Recensione

«Già quindici anni prima aveva capito che la metropoli era out e che la provincia non poteva essere il rimedio contro la selvaggia follia metropolitana; nessun male può essere curato con il suo opposto. Il ventunesimo secolo è quello delle città di media grandezza e di media importanza che ubbidiscono fin nei minimi dettagli alle leggi del pragmatismo. C’è tutto, ma non in misura eccessiva, e il poco è abbastanza: abitazioni alla portata di tutti, strade ampie e un’architettura che non disturba.»

Anno 2025, Germania. Lo scenario che si apre innanzi ai nostri occhi è quello di un mondo reduce dal governo Trump, dei primi esiti della Brexit e Frexit e da tutta una serie di fenomeni ormai divenuti incontrollabili. Se da un lato non c’è limite alle migrazioni di massa per cercare di auspicare a un futuro migliore e con qualche possibilità, dall’altro il populismo si è diffuso a macchia d’olio divenendo il movimento al potere e dall’altro, ancora, la crisi finanziaria a livello globale non ha risparmiato nessuno.

È in questo scenario che conosciamo Britta e Babak, un uomo e una donna che hanno fondato uno studio di counseling alternativo, “Il Ponte”, che li ha resi figure di successo e che ha estirpato ogni possibilità anche remota di problemi economici rendendoli ricchi. Ma in cosa consiste di preciso il lavoro dei due? Di fatto questi, per mezzo di uno specifico algoritmo, individuano i soggetti che per una ragione o per un’altra sono inclini al suicidio offrendo anche la possibilità di “morire per giusta causa” e nella più completa correttezza formale. I clienti de “Il Ponte” sono i più disparati, perfino l’ISIS figura tra questi e non manca l’ego della donna che addirittura si fregia del fatto di essere stata lei a porre termine alle azioni terroristiche grazie al suo lavoro. Tuttavia, due sono gli elementi scatenanti che portano a rompere gli equilibri e a rischiare di perdere tutto. Perché se da un lato un misterioso attentato all’aeroporto di Lipsia danneggia le prime fondamenta dell’impero, sarà una improvvisa e inaspettata concorrenza a disarticolare ogni certezza. Una concorrenza nel settore che cercherà di essere arginata ma che verrà anche sottovalutata dai protagonisti.

«Se non hai voglia di farti illusioni, l’unica cosa che puoi ancora amare, oggi, è il cemento levigato.»

È da queste brevi premesse che si sviluppa “Cuori vuoti”, romanzo distopico dalle tinte thriller, con il quale torniamo a gustare della penna di Juli Zeh già edita in Italia da Fazi Editore nel 2019 con “L’anno nuovo”.
L’opera proposta dall’autrice è il ritratto di una società che per quanto cupa, paradossale e dolorosa non è altro che lo specchio e la possibile conseguenza della realtà che oggi conosciamo e in cui viviamo. In “Cuori vuoti”, infatti, ella esamina questioni di grande attualità e che per quanto apparentemente a noi improbabili o lontane, non lo sono.
Per tutto il componimento dello scritto, infatti, il lettore è catapultato in un mondo capace di suscitare inquietudine, di far storcere il naso, di disturbare perché tali sono le riflessioni in lui sollevate che non è possibile voltare il proprio volto ad altro. Il quadro proposto da “Cuori vuoti” è tale da far sì che tutto sia votato all’efficienza e al raggiungimento del traguardo prefissato. Non vi è spazio per empatia, non vi è spazio per comprensione, non vi è spazio per valori o principi di alcun genere.
Al tutto si somma una penna fluida, rapida e magnetica, caratterizzata da dialoghi rapidi e ambientazioni ben delineate che si dipingono senza difficoltà nella mente del lettore. Il risultato è che “Cuori vuoti” sa essere al contempo sì una distopia ben riuscita ma anche un thriller accattivante, mai scontato e dove chi legge è spronato a far luce sui tanti misteri che si susseguono.
Il ritmo di “Cuori vuoti” è e resta serrato dall’inizio alla fine, l’approfondimento psicologico è tale che il lettore si guarda dentro, si guarda attorno ma mai si stacca dalle pagine. Buona lettura!

«La violenza è sbagliata. Non importa quale sia lo scopo.»

Il nostro giudizio:
Trama:vOTO 5/5
Stile:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:Voto 5/5
Voto finale:Voto 5/5

Juli Zeh

È avvocato a Lipsia, oltre che essere un’autrice pluripremiata. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue, ha scritto una decina di romanzi, tra cui ricordiamo L’anno nuovo (Fazi, 2019).