Curiosità n° 5 – LE BOOK TOWNS

a cura di Pamela Mazzoni

Buongiorno a tutti e ben ritrovati nella nostra rubrica “Curiosando in Punta di Libri”, in un momento così instabile della nostra storia dove anche uno spostamento, che prima davamo per scontato, diventa ora carico di responsabilità, noi Penne Irriverenti vi accompagneremo in un viaggio virtuale alla ricerca di luoghi e monumenti legati ai nostri amati libri. Vi presentiamo dunque “LE BOOK TOWNS”!

LE BOOK TOWNS – (PARTE 1)

Sapete bene che molti borghi rurali, spesso piccoli ed isolati, hanno purtroppo sofferto negli anni dell’andamento altalenante dell’economia e che, essendo privi delle risorse necessarie per combattere le conseguenti crisi che si sono presentate, molti di questi sono stati costretti ad assistere inermi all’esodo dei giovani verso prospettive più ampie, restando così abbandonati a sé stessi.
Alcuni di questi paesi però, seguendo l’esempio di colui che per primo ebbe un’illuminante idea, hanno deciso di reinventarsi trasformandosi in Book Towns, altrimenti dette Città del libro che, grazie all’amore ed alla passione per la lettura, hanno riacquistato una precisa identità risollevando cosi le sorti dell’economia.

Tutto ebbe inizio nel 1962 quando Richard Booth, dopo aver conseguito la laurea ad Oxford, decise di fare qualcosa per ridare vita al suo paese natale, Hay-on-Wye nel Galles, che stava lentamente ed inesorabilmente morendo proprio a causa di una delle forti crisi economiche di cui parlavamo prima.
Booth aprì così un negozio di libri usati nella vecchia caserma dei vigili del fuoco, e tanto successo riscosse che decise di aprirne altri utilizzando edifici ormai dismessi da tempo.
Ma un ulteriore lampo di genio lo ebbe nel 1977 quando proclamò sé stesso Re, con tanto di corona di cartone, ed il suo paese Principato autonomo, un piccolo microcosmo pieno di tomi di tutti i generi.
Da questo momento in poi Hay-on-Wye divenne la Mecca per librai e bibliofili e tanti appassionati vi si trasferirono per aprirvi altre librerie, fino ad arrivare alle poco più di 40 di adesso (non male considerando che la popolazione ammonta a circa 1800 abitanti!).
Ci sono negozi dedicati esclusivamente a filoni letterari specifici: dagli horror, alla poesia, ai libri per ragazzi, tutto o quasi di seconda mano.

Molto curiosi sono gli Honesty Bookshops, deliziosi spazi all’aperto ricchi di libri il cui capostipite fu quello che tutt’ora si trova adiacente il Castello (anch’esso trasformato in una libreria), e che Booth pensò come luogo dove leggere e rilassarsi, privo però di commessi o cassieri: tutto era, ed è, affidato all’onestà dei passanti.
Questi, se interessati ad un volume, pagano l’importo dovuto, tra l’altro irrisorio dato che ammonta a 50 pence per i libri con copertina morbida ed 1 sterlina per quelli con copertina rigida, lasciandolo nella cassetta rossa di metallo che reca la scritta “Paga qui”.
Un’altra particolarità sta nel fatto che in questo borgo è nato l’archetipo di tante altre simili kermesse letterarie diffuse poi in tutto il mondo: dal 1988, ogni anno nel mese di giugno, si tiene infatti il Hay-on-Wye Festival, manifestazione in primis letteraria ma anche culturale che alterna libri e musica, ospitando anche concerti ed interviste, e che vede anche la partecipazione di illustri personaggi: nel 2002 Bill Clinton definì questo evento come “La Woodstock della mente”.
Come anticipato all’inizio dell’articolo, molte poi sono state le persone che, dopo aver visitato Hay-on-Wye, hanno preso spunto da questa lodevole iniziativa trasformando i loro paesi o villaggi in altrettante librerie a cielo aperto, dove il tessuto sociale ed economico si è brillantemente modellato sulla letteratura, dando così vita ad un movimento conosciuto come International Organisation of Books.
Vi aspettiamo al prossimo appuntamento di “Curiosando in Punta di Libri” per continuare il viaggio in alcune di queste meravigliose Città del libro!