DUE SULLA TORRE

di Thomas Hardy

Due sulla torre

Due sulla torre di Thomas Hardy
Genere:Narrativa
Editore: Fazi
Pagine: 336
Edizione:1 Aprile 2021


a cura di Rosa Zenone


Cari lettori apriamo questo mese d’Aprile con un libro davvero piacevole e che ben si addice a tutti coloro che amano il gusto dei classici, Due sulla torre di Thomas Hardy, incentrato su una complicata relazione amorosa…. Per saperne di più vi invitiamo a leggere la nostra recensione dove ne parliamo più diffusamente, buona lettura!

Sinossi

Abbandonata dal marito, un ricco proprietario terriero, Viviette Constantine si innamora di Swithin St. Cleeve, di ben nove anni più giovane di lei, bellissimo, colto e gentile figlio di un curato di campagna. Swithin è un astronomo e lavora in cima a una torre dove trascorre tutto il suo tempo a studiare gli astri e i fenomeni celesti. Il romanzo – ambientato nella campagna dell’amato Dorset – narra la storia del loro amore, che si sviluppa in un intreccio intinto nelle forti passioni del genere “sensazionale”: morti presunte, adulterio, matrimoni segreti, angosciosi patemi riguardo alle convenienze sociali, gravidanze inopportune, nozze riparatrici, cuori spezzati da dolori cocenti e felicità improvvise. Al tempo della prima pubblicazione furono proprio questi elementi della trama, ritenuti peraltro poco congrui con la letteratura “seria”, a far sì che il romanzo attirasse numerose critiche negative e accuse d’indecenza. In seguito, l’evolversi dei costumi ha permesso di apprezzare nuovamente il delicato equilibrio o il voluto contrasto tra il troppo umano delle vicende sentimentali dei protagonisti e la sublime freddezza dei corpi celesti studiati da Swithin con tanta passione e di ascrivere questo romanzo, il nono, fra i migliori della produzione di Hardy.

Recensione

Due sulla torre ci trasporta in una campagna verdeggiante e suggestiva, descritta minuziosamente. A dominare il paesaggio e la narrazione è una torre, di proprietà del marito della protagonista Viviette Costantine.

“Al di sopra degli alberi, la situazione era diversa; la colonna si ergeva nel cielo come un oggetto luminoso e allegro, libero, liscio e inondato dal sole.”

Tale luogo assume un forte significato simbolico, quale punto di raccordo tra le vicende terrene e il cielo verso il quale si erge. Ma non solo, poiché riveste anche un ruolo “galeotto”. Infatti, Viviette, nella totale solitudine e noia in seguito alla partenza del marito, decide di esplorare la torre, ed è proprio qui che incappa nel giovane protagonista Swithin St. Cleeve, impegnato nei propri studi di astronomia.

“(…) somigliava a un Antinoo; non a un amoroso, non a un corteggiatore, ma a un candido filosofo. Le labbra dischiuse erano labbra che parlavano, non d’amore, ma di milioni di miglia; ed erano occhi, quelli, che non guardavano nelle profondità degli occhi altrui, ma in altri mondi. Dietro le sue tempie dimoravano pensieri, non sull’aspetto delle donne, ma su quello delle stelle e sulla configurazione delle costellazioni.”

Viviette ha circa dieci anni in più del ragazzo, tale differenza di età si evidenzia nei loro caratteri e nei loro modi di agire all’interno del romanzo; ella subito rimane ammaliata dal bel giovane, mentre lo stesso non ha alcuna dedizione verso le faccende amorose, e si dimostra alquanto ingenuo e imbranato, completamente assorbito dalle vicende del cielo.

L’interessamento però di Lady Constantine ai suoi studi avvicina sempre più i due, portando a maturazione un corrisposto sentimento.

” Se vanno insieme sulla torre ancora per un po’ a tracciare i percorsi dei pianeti, saranno i pianeti a congiungere i loro (…)”

Ma la loro relazione e i loro incontri sono alquanto complicati e compromettenti, non solo per lo stato coniugato della donna, ma soprattutto per la maggiore età di questa e per la differente appartenenza sociale, elevata quella di lei modesta quella di lui.

La loro storia insomma è totalmente anticonvenzionale e passa attraverso i commenti della gente circostante e la continua ricerca di sotterfugi. Inoltre non mancheranno diversi interventi che metteranno a dura prova il fragile equilibrio della coppia, numerosi saranno gli ostacoli che si frapporranno alla felicità e alla riuscita della loro unione. Tutto ciò assicura una lettura piacevole e un’attenzione vigile.

Due sulla torre è una narrazione giocata totalmente sui contrasti, tra quelli che intercorrono tra i due innamorati, quelli tra gli stessi e la società, ma anche su quello che è il leitmotiv del libro: le vicende mortali in confronto all’elevatezza di quelle celesti.

“ Quindi, quale che sia la ragione per cui sono state create le stelle, non è certo per compiacere i nostri occhi. Ed è così per tutto: nulla è stato creato per l’uomo.”

Lo stile di Thomas Hardy è scorrevole ma allo stesso tempo prezioso, ricco di dettagli e di citazioni colte, tra le quali in grande quantità alcune derivate da Shakespeare. Numerosi sono gli interventi del narratore esterno che commentano e chiariscono, ciò non solo assicura ulteriore coinvolgimento ma fornisce spunti per maggiori riflessioni.

Vi sono tutti gli elementi di ciò che comunemente è definito romanzo: la storia d’amore, le difficoltà ricollegatevi, le peripezie, ma nonostante ciò lo svolgimento della trama non è per niente banale, piuttosto è strutturata attraverso uno sguardo attento e introspettivo che rigetta facili soluzioni ed eccessi melensi.

Due sulla torre narra di sentimenti alti ma senza mai distogliersi dalla realtà terrena, in una panoramica che punta verso le stelle ma che si muove pur sempre dalla condizione umana colta nella sua imperfezione, fallibilità e concretezza, tanto più misera di fronte alla grandezza della volta celeste.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

StileVoto 5

Piacevolezza Voto 5

Copertina Voto 5

Voto finaleVoto 5

Thomas hardY

Poeta e romanziere inglese, nasce a Higher Bockhampton, nel Dorset, vicino Dorchester, il 2 giugno 1840. All’età di ventidue anni si trasferisce a Londra e inizia a scrivere poesie che hanno come tema la vita rurale. Non riuscendo ad arrivare al pubblico con la poesia, decide di tentare maggior fortuna con la narrativa. Il suo primo successo fu Via dalla pazza folla, del 1874, cui seguirono Il ritorno al paese nel 1878 e Il sindaco di Casterbridge nel 1886. Dopo lo scalpore suscitato da altri suoi due libri pubblicati tra il 1891 e il 1895 (Tess dei d’Urberville e Jude l’oscuro), in cui derideva le convenzioni dell’epoca vittoriana, Hardy dedicherà il resto della sua vita alla composizione di poesie. Muore a Dorchester l’11 gennaio 1928. Fazi Editore ha pubblicato “Nel bosco” (2015), “Via dalla pazza folla” (2016), “Due occhi azzurri” (2017), “Sotto gli alberi” (2018), ”Estremi rimedi” (2019) e “Due sulla torre” (2021).



Si ringrazia la casa editrice per aver cortesemente fornito il materiale