I FANTASMI DI UNA VITA

di Hilary Mantel

“I fantasmi di una vita” di Hilary Mantel
Genere: autobiografico
Editore: Fazi Editore
Pagine: 230
Edizione: 2 settembre 2021

Cari lettori,
è con grande piacere che oggi vi parliamo di “I fantasmi di una vita”, opera di Hilary Mantel dal profondo carattere introspettivo e la capacità evocativa di rivivere quelli che sono quegli scheletri nell’armadio racchiusi nel bagaglio personale di ciascuno. Una storia che non si dimentica. Buona lettura!

a cura di Elide


Sinossi:

Hilary Mantel, una delle scrittrici più acclamate al mondo, ha raggiunto traguardi davvero incredibili: è stata il primo autore britannico nonché la prima donna a vincere per due volte il Man Booker Prize; con Anna Bolena, una questione di famiglia per la prima volta in quarantatré anni di storia del premio la vittoria è stata assegnata a un sequel; «The Guardian» ha dichiarato Wolf Hall il miglior libro del ventunesimo secolo; è stata inclusa nella lista delle cento persone più influenti al mondo della rivista «Time». Ma chi è la donna che si cela dietro un tale successo? Nell’Inghilterra rurale del dopoguerra, Hilary Mantel è cresciuta convinta che le imprese più straordinarie fossero alla sua portata. Dalla sparizione del padre alla morte del patrigno, la sua vita è segnata da una serie di perdite incolmabili. E poi, a diciannove anni, la malattia: nel corso di anni di diagnosi errate, la scrittrice ha subito trattamenti psichiatrici paternalistici e un intervento chirurgico distruttivo che l’ha lasciata senza speranza di avere figli. Annientata dal dolore e dalla tristezza, ha sentito il bisogno di «materializzarsi per iscritto ogni mattina», un romanzo dopo l’altro. Il resto è storia.

Recensione:

«Non so bene come fare a scrivere di me. Se adotto uno stile sembra che quello subito si ripudi da solo, prima ancora di arrivare alla fine di una frase. Allora penso, basta, scrivo come viene. Allargo le braccia e dico, c’est moi, tanto vale abituarsi. Darò fiducia al lettore. È questo che raccomando sempre a chi mi chiede consigli per farsi pubblicare. Da’ fiducia al lettore, smettila di imboccarlo, di trattarlo con paternalismo, riconoscigli un’intelligenza almeno pari alla tua, e piantala con tutte quelle schifose smancerie: ehi tu, là in fondo, la vogliamo finire con i trucchi? Semplici parole su un semplice foglio di carta. Ricordati l’insegnamento di Orwell, una buona pagina di prosa è come una lastra di vetro. Sforzati di affilare la memoria, di scortecciare la sensibilità. Taglia ogni pagina che scrivi di almeno un terzo. Basta con le tue futili piccole metafore. Prova a capire quel che vorresti dire. Poi dillo nel modo più forte e più immediato possibile.»

Come poter raccontare la propria storia, come mettere su carta quei pensieri, quei flussi, quelle coscienze che pulsano dentro e che vogliono venire alla luce. Come rendere il lettore partecipe ma soprattutto come raggiungere quella catarsi dopo anni di fantasmi chiusi nell’armadio e di paure perpetrate? Come poter fare i conti con una esistenza che ha avuto inizio con la sparizione del padre ma all’interno della quale tutto è stato raggiunto tanto da credere che tutto fosse alla portata delle proprie possibilità? Hilary Mantel subisce la sparizione del padre nonché la morte del patrigno, perdite, queste, che sono soltanto le prime di una serie innumerevole di dolori determinati da legami spezzati. E a non mancare, il sopraggiungere della malattia. A soli diciannove anni. Diciannove anni fatti di diagnosi sbagliate, cure, terapie psichiatriche, vizi e dipendenze da farmaci. È stata sopraffatta dalla tristezza e da ciò ha sentito il bisogno di scrivere e di scriversi.

Ecco perché il libro prende il suo via dalla morte del patrigno, un evento capace di turbare così tanto la scrittrice da catapultarla nel passato ma soprattutto costringerla a rievocare quegli eventi del tempo che fu che ne hanno segnato la giovinezza. Dalla fuga con la famiglia a undici anni, al desiderio di ricominciare una nuova vita con un diverso padre. E ancora, un’anima sognatrice, fatta di cavalieri di Re Artù e di un collegio che quella fantasia vuole placare. Di poi i farmaci che ne mutano il corpo rendendolo grasso, obeso, sfatto. Un tempo che oscilla tra presente e passato, a metà tra autobiografia e romanzo di formazione.

«Perciò ora che mi sono messa a scrivere un libro di memorie litigo con me stessa su ogni sillaba. La mia scrittura è chiara, o è ingannevolmente chiara? Mi ripeto, tu limitati a scrivere come mai hai veduto una casa con un fantasma dentro. Ma questa storia può essere raccontata una volta sola, e ho bisogno che sia la volta buona.»

Uno scritto intenso ma fluido è “I fantasmi di una vita” di Hilary Mantel, un titolo che si prefigge di accompagnarci in un viaggio introspettivo che ci vede per primi protagonisti chiedendoci di entrare nel vivo di quella stessa storia di cui siamo destinatari ma anche partecipi.

L’opera della Mantel non delude le aspettative, si presenta essere un romanzo autobiografiche con tinte di romanzo di formazione che sprona alla riflessione e non manca di sottoporre interrogativi. E questo perché “I fantasmi di una vita” non è altro che la trasposizione di quelli che possono essere anche i nostri, di fantasmi.

Un elaborato intriso di sentimenti, emozioni e capace di solleticare il cuore dei lettori è questo romanzo di Hilary Mantel.

Un romanzo consigliato a chi ama il genere e che coinvolge e conquista anche grazie a uno stile ricco ma di facile scorrevolezza. Buona lettura!

Il nostro giudizio:
Stile:Voto 4/5
Trama:Voto 4,5/5
Piacevolezza:Voto 4,5/5
Copertina:Voto 4/5
Voto finale:Voto 4,5/5

Hilary Mantel

Hilary Mantel ha scritto diversi romanzi, fra cui spicca la trilogia composta da Wolf Hall, Anna Bolena, una questione di famiglia e Lo specchio e la luce. Fazi Editore ha pubblicato anche La storia segreta della Rivoluzione, Al di la` del nero, Otto mesi a Ghazzah Street e Un esperimento d’amore.