IL GUARDIANO DELLA COLLINA DEI CILIEGI

di Franco Faggiani

Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani
Editore: Fazi Editore
Genere: Narrativa Italiana
Pagine: 230
Edizione: Maggio 2019

a cura di Elisa Mazza

Amici Lettori,
oggi recensirò per voi Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani, finalista del Premio Bancarella 2020. Un libro riflessivo, pacato, incantevole come un bosco di ciliegi.
Buona Lettura!

Sinossi

“Il guardiano della collina dei ciliegi”, ispirato a una storia vera, ripercorre le vicende di Shizo Kanakuri, il maratoneta olimpico che, dopo una serie di vicissitudini e incredibili avventure, ottenne il tempo eccezionale di gara di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti e 20 secondi. Nato a Tamana, nel Sud del Giappone, Shizo venne notato giovanissimo per l’estrema abilità nella corsa. Grazie al sostegno dell’Università di Tokyo e agli allenamenti con Jigoro Kano, futuro fondatore del judo, Shizo ebbe modo di partecipare alle Olimpiadi svedesi del 1912 dove l’imperatore alla guida del Paese, desideroso di rinforzare i rapporti diplomatici con l’Occidente, inviò per la prima volta una delegazione di atleti. Dopo un movimentato e quasi interminabile viaggio per raggiungere Stoccolma, Shizo, già dato come favorito e in buona posizione nella maratona, a meno di sette chilometri dal traguardo, mancò il suo obiettivo e, per ragioni misteriose anche a se stesso, sparì nel nulla dandosi alla fuga.
Da qui ha inizio la storia travagliata di espiazione e conoscenza che porterà il protagonista di questo libro dapprima a nascondersi per la vergogna e il disonore dopo aver deluso le aspettative dell’imperatore, poi a trovare la pace come guardiano di una collina di ciliegi. Intrecciando realtà e fantasia, il romanzo di Franco Faggiani descrive la parabola esistenziale di un uomo che, forte di una rinnovata identità, sarà pronto a ricongiungersi con il proprio destino saldando i conti con il passato.

Recensione

“Non correvo, naturalmente, con finalità sportive e, a dire il vero, neanche per il rispetto assoluto dei principi religiosi. Correvo perché solo così mi sentivo realmente libero, unico, leggero, in sintonia completa con il creato.”

Shizo Kanakuri attraversa veloce il terreno ricoperto di foglie e rametti. I boschi della sua algida terra dove gli spiriti protettori e le creature che vi abitano sono gli unici compagni; la sua falcata instancabile e ritmata, il respiro, profondo, che si spande nei polmoni, i muscoli caldi che si tendono ad ogni metro sono echi di libertà, connessione profonda e accorata preghiera. L’istinto gli dice di correre e questo ragazzo corre come il vento, è parte integrante della Natura, che lo accoglie amorevolmente e lo galvanizza. Non gli interessa molto avere amicizie con coetanei o contatti con le persone: è un solitario, un osservatore che contempla ciò che lo circonda con rispetto e meraviglia.
Il guardiano della collina dei ciliegi prende spunto da una storia vera dove Shizo Kanakuri ha l’anima solitaria anche a causa di un legame sterile e freddo con i suoi genitori, più d’obbedienza che di sincero affetto. Durante le sue attività sportive viene notato e “invitato” a correre per le olimpiadi dove, per la prima volta, il Giappone è ammesso a partecipare. Viene spedito lontano, in Svezia, dove l’attende il suo allenatore. Durante la traversata, la sua indole silenziosa e schiva viene meno dall’incontro con uno strambo ragazzo. Diventano subito amici e la sua presenza sarà cruciale subito dopo la corsa olimpionica.

“«Quando sarai in gara non fissati sui tuoi avversari. Riporta alla mente le tue corse sotto la neve, tra i boschi della tua isola, gli allenamenti ma tutti nel parco dell’università e il piacere che hai provato, la sensazione di libertà. Ricorda il tuo impegno verso l’imperatore Kanakuri-san, ma senti la libertà dentro di te. Oggi non sarà una giornata facile, ma tu potrai portare a termine un’impresa. Comincia dall’inizio e vai avanti fino alla fine. Sei tu che me l’hai insegnato, ricordi? ».”

Era allenato, doveva vincere: ed era pronto per gareggiare nonostante il clima torrido e il territorio estraneo. Ma difatti la gara non la terminerà mai, e sgomento, fuggirà per ricominciare altrove. Addio a Shizo Kanakuri, addio onore, d’ora in poi sarebbe stato un fantasma nel mondo, un reietto auto-imposto. Franco Faggiani ci regala una perla sublime: partendo da un fatto di cronaca veritiero ha costruito un romanzo suggestivo, che richiama perfettamente la cultura giapponese così ricca di sentimento e dignità, e la racconta con una prosa essenziale, sensibile ed elegante. La lettura è coinvolgente e tutta d’un fiato, il protagonista ti fa sentire partecipe mentre racconta in prima persona ciò che gli accade, cosa prova, come agisce.

“Il fascino delle cose sta anche nella loro precarietà, nella scelta della soluzione più temeraria per affrontarle.”

Così Kanakuri-san ci porta alla sua collina, dove far il guardiano di ciliegi diventa la sua ragione di vita, la sua redenzione. Sottilmente questo romanzo ci da una splendida ed attualissima lezione: si può perdere qualche battaglia, ma non la guerra. Si può cadere, inciampare, quasi fermare: ma ci si rialza, si ricomincia e anche se per vie poco ortodosse da come avremmo immaginato, si può giungere fino al proprio fine. La vita non si rovina, si cambia.

“Pensai più volte alla mia vita sulla collina dei ciliegi, che mi appariva essere stata piuttosto circoscritta. Ero stato io a prendermi cura degli yamazakura, o forse erano stati loro a prendersi cura di me?”

L’intreccio è originale e l’interpretazione della storia del nostro maratoneta fuggitivo decisamente realistica: i personaggi, gli ambienti descritti sono semplicemente belli, toccanti, vividi: il tutto sembra un ruscello che scorre, fresco e scintillante di tanti particolari.
Il guardiano della collina dei ciliegi è un collegamento ancestrale con Madre Natura: il duro lavoro di coltivazione e preservazione, elevano l‘anima del nostro guardiano mentre trascorre i suoi anni a conoscere i ciliegi, portandolo ad accettare profondamente il suo destino e temperamento. Inaspettatamente arriverà un’occasione che illuminerà il bosco di Kanakuri-san e gli darà la fatidica possibilità di chiudere il cerchio, riabilitare il suo nome, sentirsi ancora in gioco…

La domanda è: la coglierà?

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Franco Faggiani

Franco Faggiani vive a Milano e fa il giornalista. Si è occupato di economia, ambiente, cronaca, sport e, negli ultimi anni, di enogastronomia. Ha lavorato a lungo come reporter nelle aree piu` calde del mondo. Da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Ha scritto manuali sportivi, guide, biografie. Con il romanzo La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore del Premio Parco Majella, del Premio Citta` delle Fiaccole e finalista al Premio Cortina e al Premio Wondy, ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico. Del 2019 sempre edito da Fazi, Il guardiano della collina dei ciliegi, un romanzo profondo e commovente su un uomo che, dopo aver perso tutto, ritrova se stesso nel silenzio della natura.
Si ringrazia la casa editrice/ l’autore per averci cortesemente fornito il materiale.