IL KILLER DEL LOTO

di Marco De Fazi

“Il killer del loto” di Marco De Fazi
Editore: Porto Seguro
Genere: Thriller – Giallo
Pagine: 246
Data di pubblicazione: 5 ottobre 2021

Bentrovati a tutti, oggi vi proponiamo il secondo thriller di Marco De Fazi. Dopo “L’uomo nel buio” ritorna il protagonista Clay Stone, ex sceriffo di contea e adesso promosso a detective nella città di Minneapolis.
In questo frangente l’abile poliziotto si troverà davanti un antagonista freddo e micidiale, il cui soprannome dà anche il titolo al romanzo: “Il killer del loto”.
E non sarà una passeggiata, ve lo assicuro…

a cura di Pamela Mazzoni

Sinossi di IL KILLER DEL LOTO

A Minneapolis, sulla sponda del fiume, viene rinvenuta una testa umana, recisa di netto. Nella sua bocca è stato inserito un fiore di loto e alla base del collo c’è il numero quattro tatuato.
Il detective Clay Stone è al suo primo caso di omicidio e con l’aiuto di Rabbit, un giovane tecnico forense, ha il compito di scoprire l’identità della vittima e quella dell’assassino. Il giorno seguente però, nel pieno delle indagini, viene ritrovata una seconda testa, sempre con un fiore di loto inserito in bocca e un tatuaggio con il numero tre sul collo. Un terribile conto alla rovescia. Tra corse contro il tempo e oscure verità riemerse dal passato, Clay Stone si troverà nel mezzo di un macabro meccanismo ad orologeria che dovrà superare per riuscire a stanare Il killer del loto.

Recensione

Sono passati due anni da quando Clay Stone si è trasferito a Minneapolis, preceduto dalla fama per aver risolto un caso spinoso nel piccolo paese di Pinefall.
L’ambizioso ma umile detective Stone, coraggioso ed empatico a dispetto degli abissi di malvagità su cui è stato costretto ad affacciarsi, si ritrova tra le mani un caso difficile e tragico: viene infatti ritrovata una testa mozzata sulla quale sono evidenti due particolari molto inquietanti, un numero tatuato sotto l’orecchio e un fiore di loto giallo in bocca.

Sembra un caso a sé stante, ma il ritrovamento di una seconda testa con le stesse caratteristiche della prima apre uno scenario che fa inorridire gli inquirenti: lo spietato assassino non ha ancora finito il suo lavoro dato che i numeri tatuati altro non sono che un terrificante countdown.
Il killer ha innescato una bomba a orologeria il cui ticchettio rimbomba nella testa di Clay: il tempo è molto limitato e ci sono delle vite da salvare.

L’ordigno rischia di scoppiargli tra le mani e Stone si butta così a capofitto nell’indagine con l’aiuto di Dana, la sua partner, una donna di poche parole, distaccata e fredda, ma che persegue la sua personale crociata atta a fermare i cattivi; e Thomas Rowland, soprannominato Rabbit, geniale e giovanissimo esperto della Scientifica.

Ma l’assassino è scaltro, si muove a suo agio nella notte, riparato dal buio che lo confonde tra le ombre, ha pianificato ogni mossa fin nei minimi dettagli e niente può fermarlo, nemmeno il rischio di essere scoperto: la sua sete di vendetta ha radici robuste, nutrite da anni di rabbia e odio profondi verso chi gli ha distrutto la vita. Il cerchio deve essere chiuso, costi quello che costi.

“Effettivamente è un modus operandi inedito e insolito. Nella maggior parte dei casi i serial killer non hanno schemi ricorrenti a lungo termine. La loro unica routine riconoscibile è confinata all’atto stesso del rapimento e dell’omicidio: vittime simili tra loro, situazioni analoghe, medesima arma del delitto, ma è tutto qua. Un serial killer non sa se quando arriverà di nuovo l’impulso di voler uccidere, e quando arriva semplicemente lo soddisfa. Qui abbiamo qualcosa di diverso. Sembra un progetto.”



In un piano così perfetto, però, possono inserirsi due pazze varianti, imprevedibili e impossibili da gestire: una porta dritto dritto al trionfo, l’altra può mandare tutto in fumo…

“Quando iniziano le indagini, i protagonisti si moltiplicano a dismisura ed entrano in gioco i testimoni, le prove, i reperti, le indagini, gli errori commessi senza accorgersene, situazioni che si incastrano nelle maniere più illogiche e, soprattutto, la fortuna e la sfortuna.”



Esatto, la fortuna. O la sfortuna. O Clay Stone.
Il killer del loto è un thriller avvincente, che racconta di scelte sbagliate e di come la vita possa trasformarsi in un inferno, nel tempo di un battito di ciglia; del distacco traumatico dall’innocenza che porta a conseguenze nefaste e distruttive, incidendo in modo pesante su esistenze altrimenti serene; e della perseveranza e della pazienza, ma quelle del ragno che attende la sua preda.
La ricca trama è supportata da un ritmo serrato che aumenta pagina dopo pagina; la narrazione è molto scorrevole e non contempla tempi morti, accompagnando il lettore in un crescendo di suspence fino al sorprendente e inaspettato epilogo.

Azzeccata la scelta di lasciare il racconto nei capitoli finali alla voce delirante dell’assassino, che ripercorre tutte le vicende che hanno portato a una catena di eventi così drammatici: è piuttosto interessante entrare nella testa di un serial killer, e vedere la prospettiva dal punto di vista dell’assassino ha un suo fascino perverso. I personaggi sono ben costruiti e delineati e l’autore è bravo a metterne in evidenza i lati positivi ma anche le zone d’ombra, in modo da umanizzarli e renderli più veritieri.

Che dire di più? Il killer del loto merita di essere letto per tutti questi motivi più uno, ossia il fatto che quando arrivi all’ultima pagina vorresti continuasse ancora.
Quindi giro la domanda all’autore: a quando le prossime avventure di Clay Stone?

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Marco De Fazi

Marco De Fazi, classe 1986, è nato e risiede a Legnano. Appassionato da sempre di arte e intrattenimento, è un musicista e compositore per diletto. Ha all’attivo tre album musicali pubblicati, tutti contenenti pezzi originali in lingua inglese. Inizia a scrivere nel 2020 e vince diversi concorsi letterari, che includono la pubblicazione cartacea di alcuni suoi racconti brevi. Il killer del loto è il suo secondo romanzo.