JACU

di Paolo Pintacuda

“Jacu” di Paolo Pintacuda
Editore: Fazi Editore
Genere: Narrativa storica
Pagine: 152
Data di pubblicazione: 17 febbraio 2022

Cari amici è con molto piacere che oggi vi parliamo dell’ultima uscita in casa Fazi Editore, infatti esce oggi in libreria “Jacu” di Paolo Pintacuda, un’ottima lettura, un’opera di narrativa storica che ci racconta la storia di Giacomo, detto sin dalla nascita Jacu, e dei suoi incredibili poteri!
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di JACU

Una storia potente e visionaria che segue il destino rocambolesco del protagonista, trascinato nel buio della Grande Guerra.

Negli ultimi giorni del 1899, la misera quiete di Scurovalle, grumo di case su di un anonimo monte siciliano, è turbata da un incredibile evento: Vittoria, ventidue anni e già vedova, partorisce l’ultimo settimino del secolo, un bambino che, secondo le credenze popolari, avrà poteri curativi e magici e sarà in grado di assistere qualsiasi sventurato.
Sebbene Vittoria tenti di assicurare a suo figlio un’infanzia normale, sin dalla tenera età il piccolo Jacu dimostra di possedere un dono prodigioso, diventando un punto di riferimento per tutti i compaesani. Anni dopo, però, gli effetti della guerra raggiungono perfino la sperduta comunità di Scurovalle, riempiendo i cuori di paura, diffidenza e rancore. Jacu, che per un errore dell’anagrafe non viene spedito al fronte insieme ai suoi coetanei, vede il proprio paese natale voltargli le spalle. Inizia così un periodo di profonda solitudine e di crudeli angherie, a cui Jacu decide di mettere fine arruolandosi volontario. Ma la guerra non risparmia nessuno e né Jacu né la sua amata Scurovalle saranno mai più gli stessi.

Pagina dopo pagina, in Jacu emergono gli scorci di una Sicilia arcaica e perduta. Una comunità appartata, quella dell’immaginaria Scurovalle, con una manciata di anime in cui si ritrovano tutte le sfumature dell’indole umana: la superstizione, l’invidia, il rancore, ma anche la generosità e la speranza.

Recensione

Jacu è un bambino speciale, la sua nascita è accompagnata da grandissime aspettative, infatti lui è l’ultimo settimino nato a fine dicembre nel 1899.
In Sicilia, le leggende narrano che, l’ultimo bambino a nascere di sette mesi alla fine di un secolo avrà grandissimi doti curative, sarà un guaritore capace con il suo solo tocco di far sparire qualsiasi malattia e sofferenza.

Ecco perché i rintocchi a stormo della maggiore e della seconda, le due campane della piccola chiesa dell’Immacolata, in un’ora inconsueta per la messa della sera, costituirono da soli un evento memorabile.
Spezzarono una monotonia ostinata che durava senza tregua da sessantuno anni. In quella seconda settimana di dicembre infatti accadde qualcosa atteso da ben tre generazioni. Stava per venire al mondo un settimino. Non si trattava di una circostanza rara e senz’altro veniva considerata una disgrazia visto il modesto numero di neonati sopravvissuti a un parto prematuro, ma quello era l’ultimo settimino del secolo, vale a dire – secondo una credenza appassionata più antica del paese stesso colui che avrebbe posseduto il dono di curare ogni malattia, col nudo tocco delle mani.

Ed effettivamente il piccolo Jacu sembra essere capace di fare miracoli sin dalla sua nascita. Sua mamma Vittoria infatti ha avuto un parto davvero terribile e nessuno pensava che sarebbe riuscita a sopravvivere e invece inspiegabilmente è riuscita a riprendersi completamente.

Purtroppo a soli ventidue anni Vittoria è rimasta vedova, suo marito, Giacomo, che faceva il postino, ha avuto improvvisamente un malore e due giorni dopo è morto lasciando sua moglie incinta e in gravi difficoltà economiche.
Inizialmente Vittoria cerca di crescere suo figlio come un qualsiasi bambino e per un po’ di tempo riesce anche a gestire il flusso di persone che si recano in casa loro portando dei doni.

Tra pecore, compagni di studio invidiosi, piccole baronesse e molti altri ancora si contano più di milletrecento inspiegabili guarigioni solo durante i primi anni di vita e l’adolescenza di Jacu.
La vita del nostro giovane protagonista però non è semplice, la chiesa minaccia di scomunicarlo e cerca di tenersi stretta i fedeli che attraverso le preghiere e le donazioni cercano la salvezza e la guarigione.
Anche Vittoria non è entusiasta dell’infinita processione di persone malate che vogliono essere curate dal figlio, è infatti preoccupata per la sua salute e spaventata dal fatto che tutte le malattie da lui curate possano in qualche modo attaccarglisi addosso e portarlo alla morte.

Così Jacu, cercando di non attirare più l’attenzione su di sé decide di seguire le orme del padre, diventa postino. A causa del primo conflitto mondiale però la corrispondenza è praticamente nulla ma il nostro protagonista approfitta delle sue lunghe passeggiate in bicicletta per andare alla biblioteca di Girgenti e alimentare la sua innata curiosità e la sua sete di conoscenza.

Quando tutti gli altri ragazzi nati nel suo stesso anno vengono chiamati al fronte e lui invece no sente chiaramente l’odio dei suoi compaesani riversarsi improvvisamente ed inaspettatamente su di lui.
Nessuno cerca più il contatto con le sue mani e anzi tutti lo evitano e gli dimostrano tutto il loro biasimo. La loro rabbia nei suoi confronti aumenta di giorno in giorno e nessuno riesce a passare sopra a quella che è ritenuta una vera e propria ingiustizia.
Jacu non ha colpe, non ha fatto nulla per restare a casa, non è responsabile dell’errore che lo riguarda, ma nonostante ciò comincia ad essere schivato da tutti.

“Jacu” è un’opera bellissima, è evocativa e poetica, lo stile dell’autore è realistico ed autentico. Si riesce agevolmente a fare un salto nella Sicilia dell’epoca e si assiste agli eventi con un misto di malinconia e dispiacere per le misere condizioni nelle quali vivono gli abitanti del paese, di timore per la guerra e per le sorti dei poveri soldati strappati da questo piccolissimo borgo e di curiosità nei confronti della vita del protagonista.

Quando i primi paesani cominciarono a morire al fronte le cose cominciarono a mettersi davvero male per il povero Jacu, che viene accusato del reato di abuso dell’altrui credulità.
Queste e molte altre interessantissime vicende costellano la vita del nostro protagonista, vedrete emergere una Sicilia ormai perduta, fatta di credenze popolari, superstizione, invidie, gelosie, ma anche e soprattutto speranza, bontà e generosità. Se volete conoscere la storia di Jacu non vi resta che correre a leggere questo intenso e affascinante romanzo che vi incanterà.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale.