IL NATALE DI POIROT

di AGATHA CHRISTIE

Il Natale di Poirot di Agatha Christie
Genere: GIALLO
Editore: Mondadori
Pagine: 216
Data pubblicazione: ristampa 4 ottobre 2017

Bentrovati a tutti i nostri lettori!
Agatha Christie, come moltissimi altri scrittori di gialli, non si è lasciata sfuggire l’occasione di ambientare uno dei suoi ben architettati omicidi sotto il vischio.
Ed ecco che nel 1939 fu pubblicato per la prima volta Il Natale di Poirot, suo diciassettesimo romanzo, dove il nostro amatissimo investigatore belga si dimostra sempre più all’altezza della sua fama.

Siete certi che l’atmosfera natalizia ci renda tutti più buoni?
Sicuramente su questa affermazione avrebbe molto da dissentire la vittima di questo affascinante rompicapo…

Buona lettura!

a cura di Pamela Mazzoni

Sinossi di IL NATALE DI POIROT

A Natale, secondo la tradizione, le famiglie che sono state separate tutto l’anno, dopo aver messo da parte ogni contrasto, si riuniscono per festeggiare.
Tutto questo, però, a volte ha solo lo scopo di mascherare odi e rivalità feroci.
Come fa notare un acuto osservatore del carattere umano come Poirot: “A Natale c’é molta ipocrisia… e lo sforzo per essere amabili crea un malessere che può essere in definitiva pericoloso.”
Quasi a dimostrare la validità di questa riflessione la riunione familiare voluta dal vecchio e tirannico Simeon Lee, che ha chiamato attorno a sé tutti i figli e i nipoti, anche quelli che un tempo si erano ribellati a lui e lo avevano abbandonato, si trasforma ben presto in dramma.
A farne le spese é proprio il vecchio patriarca, misteriosamente assassinato alla vigilia di Natale in una stanza chiusa dall’interno.
Ma é possibile che l’assassino sia proprio un membro della famiglia? Tutti sono sospettabili, tutti avevano un motivo per volere la sua morte.
Un caso complicato, ma nessun criminale può sperare di ingannare il grande Poirot.
Scritto nel 1939, l’epoca d’oro del giallo classico, Il Natale di Poirot, é un romanzo di grande suggestione nel quale la Christie ha utilizzato, con eccezionale bravura, tutti gli elementi più tipici della sua narrativa.

Recensione

Natale è la festa che più di ogni altra inneggia alla famiglia ed al calore degli affetti… ma non nella dimora del vecchio e cinico Simeon Lee, costretto nella sua camera perché malato ed invalido nel corpo, ma con intatto lo spirito sempre battagliero e provocatorio.
Ricchissimo nel portafoglio ma avaro di sentimenti, Simeon è però un uomo molto generoso e tutta la sua ipocrita cerchia di familiari accetta di buon grado i suoi soldi, pur provando per lui vari gradi di odio; ma questo il vecchio lo sa bene…

Costui ha sì deciso di riunire tutti i suoi figli sotto lo stesso tetto dopo anni di allontanamento tra loro ma le sue intenzioni, più beffarde che dettate dall’affetto che in realtà lui non prova per nessuno di loro, si scontrano tragicamente con le mire di un assassino scaltro ed opportunista.
La vigilia di Natale, infatti, dopo cena, mentre ognuno degli ospiti si aggira tra le varie stanze del pianoterra, dalla camera di Simeon giungono forti rumori ed un urlo disumano; tutti accorrono e dopo essere stati costretti a buttare giù la porta, chiusa dall’interno, la scena che appare ai loro occhi ha dell’incredibile: i mobili rovesciati, segno di una furiosa lotta, e sangue, tanto sangue.
Il cadavere del patriarca di questa strana famiglia giace a terra ma, a parte la vittima, la stanza è vuota.

Inizia così un’indagine serrata alla caccia di un pericoloso ed astuto omicida con, da una parte, i fitti interrogatori ai membri della famiglia Lee condotti dal brillante sovrintendente Sugden e dal colonnello Johnson, dall’altra le chiacchiere con i sospettati, solo apparentemente senza nesso alcuno con il crimine, effettuate dell’elegante, pomposo, ma infallibile Hercule Poirot.

Ed è proprio grazie alle sue innocue domande che conosceremo ad uno ad uno i papabili autori dell’efferato delitto: ma chi di loro è l’assassino?

Il ribelle e scapestrato Harry, il più simile al padre? Oppure il fragile e debole David? O ancora il borioso ed avaro George, politico in carriera? Ma perché non il servile ed affidabile Arthur, l’unico che ancora vive con il vecchio despota…

Per non parlare delle tre nuore, donne a loro modo di gran carattere, e dell’indecifrabile nipote Pilar, appena ritrovata e che il nonno aveva in grande simpatia; o Stephen Farr, figlio dell’ex socio e grande amico di Simeon, piombato in casa in modo alquanto strano; a questa già folta lista aggiungiamo anche l’inquietante Horbury, cameriere particolare ed infermiere del defunto.

Il nostro detective, in vacanza e la cui consulenza è richiesta in via ufficiosa, trova così pane per i suoi denti: una ricca e variegata fauna, formata da individui ognuno con un movente e l’opportunità per commettere l’omicidio e quindi ottime cavie da laboratorio per l’arguto Poirot.
Eh sì, perché il geniale detective possiede quella disincantata e scettica visuale del genere umano che non è semplicemente un vezzo, ma è il frutto della sua profonda conoscenza della complessa psicologia delle persone, ma soprattutto del loro animo e delle sue innumerevoli, e spesso oscure, sfaccettature.

“Ma partiamo anche da un altro punto di vista. A Natale impera lo spirito di “buona volontà”. Vecchi litigi vengono dimenticati, coloro che si trovano in disaccordo fanno la pace…
Sia pure provvisoriamente, le famiglie che sono state separate per tutto l’anno si raccolgono ancora una volta… In queste condizioni, amico mio, deve ammettere che i nervi possono venir sottoposti a dura prova. Persone che non hanno alcuna voglia di essere amabili fanno uno sforzo per apparirlo…
C’è in essi molta ipocrisia, a Natale, onorevole ipocrisia, senza dubbio, ipocrisia “pour le bon motif”, ma sempre ipocrisia.
(…)
No, no, sono io che le presento così… e che sostengo come lo sforzo per esser buoni e amabili crei un malessere che può riuscire in definitiva pericoloso. Chiudete le valvole di sicurezza del vostro contegno naturale, e presto o tardi la caldaia scoppierà provocando un disastro”.

L’inimitabile Hercule Poirot, in forma smagliante, si muove con disinvoltura nell’impervia strada che separa il delitto dal castigo e tra segreti, vecchi rancori mai sopiti, sete di vendetta, diamanti nascosti ed ambiti testamenti, ci accompagna leggiadro all’inaspettato gran finale durante il quale, con l’ormai collaudata teatralità, punta il dito accusatore su di un assassino ingegnoso e spietato.

Dame Christie, come di consueto, sparge come briciole di pane i suoi indizi tra le pagine e ci sforna “Il Natale di Poirot”, una storia che è un vero e proprio manifesto del tipico giallo english style, con uno schema che più classico non si può: l’antica magione, il crudele omicidio, il mistero della camera chiusa, i papabili sospetti interrogati ad uno ad uno, la risoluzione del caso.
Ma non pensate, nemmeno per un attimo, che riuscire a scoprire il colpevole sia facile e scontato dato che la Regina del Giallo non era chiamata così a caso: abile e scaltra scrittrice, il suo mestiere lo conosceva bene e con il suo stile ormai inconfondibile, la narrazione coinvolgente e veloce, grazie ai fitti dialoghi, la trama ben architettata ed i tanti personaggi descritti minuziosamente, ci regala come ormai d’abitudine un giallo appassionante, senza tempi morti e ricco di colpi di scena che ci inchioda alle pagine fino alla fine.

Un Natale non canonico quello che ci aspetta in questo romanzo, ma decisamente nelle corde della Dame e, in particolar modo, del suo illustre protagonista Monsieur Poirot che, tra le prerogative, non annovera certamente l’essere convenzionale.
Non, absolument pas!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Agatha Christie

Pseudonimo di Agatha Mary Clarissa Miller. Scrittrice inglese. Di famiglia agiata, viene educata privatamente. Ancora bambina scrive racconti e poesie; alcune di queste vengono pubblicate nel 1908 in «Poetry Review».
Nel 1914 sposa Archibald Christie dal quale divorzia nel 1928.
Il genere letterario con cui raggiunge il successo in campo internazionale è il romanzo poliziesco. I suoi detective, tra i quali primeggiano Hercule Poirot (che compare per la prima volta in Poirot a Styles Court, 1920) e Miss Jane Marple (che compare per la prima volta in una serie di racconti apparsi in rivista e raccolti nel 1932 in l tredici problemi e che diventa per la prima volta protagonista di un romanzo in La morte nel villaggio nel 1930), sono entrambi abilissimi nel risolvere i più intricati enigmi polizieschi. Essi concentrano la loro (e la nostra) attenzione sul comportamento degli indiziati e sulle loro reazioni emotive e verbali. L’azione ha sempre poca importanza, le prove non sono mai particolarmente signignificative; ciò che conta sono le motivazioni psicologiche che potrebbero aver spinto al delitto. ln un mondo di buone maniere, di modi raffinati, di anziane signore molto amanti della conversazione e di impettiti colonnelli in pensione, depositari di antichi valori e tradizioni, l’autrice può nutrire l’illusione di controllare il delitto e, grazie all’acume dei suoi detective, di riportare tutto alla normalità.
La “signora del crimine” ha scritto più di 50 romanzi e 100 racconti; da molti di questi sono stati tratti film, commedie e telelfilm. Nei suoi due ultimi romanzi, Sipario, l’ultima avventura di Poirot (1975) e Addio, Miss Marple (1976) l’autrice ha scelto di far morire i suoi due, ormai vecchissimi, detective: i romanzi erano stati scritti anni addietro, la scrittrice scelse di mantenerli inediti sino a poco prima della sua morte.
La mia vita (An Autobiography, 1977), è stata pubblicata postuma.