IL RITRATTO DI DORIAN GRAY

di Oscar Wilde

Il ritratto di Dorian Gray

a cura di Mary Manasseri

Il ritratto di Dorian Gray
Genere: Narrativa Classica
Pagine: 272
Editore: Feltrinelli (Collana Universale economica I Classici)
Edizione: giugno 2013

Carissimi lettori buongiorno!

È veramente con grande piacere che vi presento oggi uno dei miei romanzi preferiti, scritto dall’autore protagonista della nostra rubrica quindicinale “Penne d’Autore”: Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Sinossi

Dorian Gray, un giovane di straordinaria bellezza, si è fatto fare un ritratto da un pittore. Ossessionato dalla paura della vecchiaia, ottiene, con un sortilegio, che ogni segno che il tempo dovrebbe lasciare sul suo viso, compaia invece solo sul ritratto. Avido di piacere, si abbandona agli eccessi più sfrenati, mantenendo intatta la freschezza e la perfezione del suo viso. Poiché Hallward, il pittore, gli rimprovera tanta vergogna, lo uccide. A questo punto il ritratto diventa per Dorian un atto d’accusa e in un impeto di disperazione lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto: il ritratto torna a raffigurare il giovane bello e puro di un tempo e a terra giace un vecchio segnato dal vizio.

Recensione

Dopo esser stata sottoposta a censura, l’opera vide la luce in versione epurata nel 1890 tramite la rivista Lippincott’sMonthly Magazine. Venne pubblicata nella sua stesura integrale l’anno successivo, arricchita della prefazione redatta dallo stesso Wilde al fine di approfondire e chiarire alcune tematiche affrontate nel libro.

Nel silenzio si udiva solo il leggero battere e frusciare del pennello sulla tela, e, a tratti il passo di Hallward, che indietreggiava per guardar la sua opera a distanza. Nei raggi obliqui che fluivano dall’entrata aperta danzava il pulviscolo dorato; il greve profumo delle rose sembrava incombere su tutto.

Sono molti gli scritti di Oscar Wilde che ne hanno nutrito la fama e valorizzato l’estro creativo, anche se, tra tutte le pubblicazioni, Il ritratto di Dorian Gray rimane la più rappresentativa del suo raffinato stile narrativo, nonché dell’acuto sguardo sulla realtà che lo contraddistingue. La trama, i temi sviluppati e i significati nascosti tra le righe ne fanno infatti un testo moderno e sempre di grande attualità.

Dorian Gray è un bellissimo giovane, vive nell’intrigante Londra del XIX secolo, perfettamente a proprio agio nell’ambiente culturale della borghesia vittoriana. La sua bellezza è abbagliante e innegabile, pare aprirgli tutte le porte dell’agiatezza e dei ricchi salotti intellettuali del tempo, seducendo nel corpo e nello spirito chiunque abbia la fortuna di conoscerlo. L’amico pittore Basilio Hallward, proprio in onore di tanto splendore, lo ritrae e gli fa dono della tela. Conquistato dalla perfezione del suo stesso volto, sostenuto dall’amico Lord Enrico Wotton, Dorian rivela in sé un cinismo risoluto che lo porta a desiderare che sia il quadro ad invecchiare al suo posto, in modo da poter mantenere intatta per sempre la perfezione del suo aspetto.

Gli appariva incredibile che fosse potuto avvenire un mutamento. E tuttavia era un fatto reale. Vi era dunque qualche sottile affinità tra gli atomi chesi erano raccolti in forma e colore sulla tela e l anima che era in lui? Era mai possibile che essi esprimessero ciò che quell’anima pensava? Che dessero realtà ai suoi sogni? O vi era qualche altra, più terribile ragione? Rabbrividì, si sentì preso dalla paura, e, gettandosi ancora sul divano, rimase la guardando il ritratto, folle di orrore.

L’arte diventa qui la trasfigurazione dell’anima, dentro cui emozioni e insane passioni finiscono per vivere di vita propria. Il quadro è quindi uno specchio, non del visibile, ma di tutto ciò che è recondito e profondo. Dorian vi si contempla e fatica ad accettare ciò che vi riconosce. È costretto così a guardarsi dentro, prima in ciò che individua come massimamente bello, poi nell’abisso che si mostra infinitamente misero.  

La coscienza si rivela così in tutta la sua potenza: decomposta, snaturata dal peso della colpa e consumata dal vizio. La consapevolezza diventa un percorso dove non serve nascondersi, per celare e coprire l’orrore delle proprie scelte. La fuga da se stessi è perciò un viaggio impossibile da praticare, obbligando comunque e inesorabilmente alla ricerca della verità. 

La vita concreta è un caos, ma nell’immaginazione vi è una terribile logica.. È l’immaginazione quella che spinge il rimorso sulle tracce della colpa, quella che condanna ogni delitto a portare il peso dei suoi frutti infami.

Dorian Gray è un personaggio articolato, ripropone e sviluppa pensieri e temi tanto cari all’autore. Nelle parole e nei gesti di tutti i personaggi traspare Oscar Wilde, il suo addentrarsi con fremente passione in percorsi mentali che gli sono tanto familiari: la bellezza, l’ipocrisia e il vizio e, prima di tutto, il principio del piacere come spinta di evoluzione. La critica al perbenismo e il continuo scavare nel vissuto dell’uomo gli appartengono quasi come parti del proprio corpo. Egli non ha paura di dare scandalo, né di offendere menti superficiali devote all’apparenza. Rischia, denuncia e attacca senza temere le possibili risposte.

È talmente capace in questa sfida con la società del suo tempo che anche io, lettrice in questo mio periodo storico, riesco ad entrare nel suo intrigante gioco di specchi. Dorian, nella sua complessità, mi aiuta ad allargare il punto di osservazione per cogliere le incongruenze e le storture del contesto culturale in cui vivo. Un mondo che insegue imperterrito  la sua idea di bellezza, concepita come perfezione esteriore: un attaccamento ossessivo all’idea di giovinezza eterna, procrastinata fino al totale sconvolgimento dei tratti somatici, nell’inutile  illusione di vivere per sempre. L’estetica, che dovrebbe nascere da uno sguardo filosofico su ciò che è bello nella sua essenza, diventa, nel romanzo come nella realtà, significato di apparenza inconsistente e senza spessore. 

E d’altra parte, Dorian,  che diamine può capitarti? Hai tutto ciò che si può desiderare al mondo. Non esiste una sola persona che non sarebbe felice di cambiare la sua condizione con la tua.

Non posso che consigliare la lettura di questo classico della letteratura inglese, che vanta sia trasposizioni teatrali che apprezzabili reinterpretazioni cinematografiche, tra cui il film del regista Albert Lewin del 1945 e quello più recente del 2009 di Oliver Parker.

Sperando di avervi almeno incuriositi, vi auguro buona lettura e, in attesa del vostro personale parere, vi aspetto presto alla prossima recensione.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5

StileVoto 5

PiacevolezzaVoto 5

Voto finaleVoto 5

Oscar wilde

Oscar Wilde nasce a Dublino nel 1854. Poeta, romanziere, commediografo, è il più importante scrittore dell’epoca vittoriana. Nel 1895, al culmine della fama, venne condannato per omosessualità a due anni di carcere duro: esperienza terribile e infamante che lo avrebbe segnato indelebilmente per il resto della vita. Morì nel 1900. Tra i titoli della sua variegata produzione si annoverano alcuni titoli particolarmente famosi: oltre al Ritratto di Dorian Gray, Il fantasma di Canterville, L’importanza di chiamarsi Ernesto, Un marito ideale, De Profundis.