IN MIA DISCOLPA

di Alessandro De Paoli

In mia discolpa

In mia discolpa di Alessandro De Paoli
Genere: Raccolta di racconti/ Narrativa
Editore: La Caravella editrice
Pagine: 82
Edizione: 6 Maggio 2020

a cura di Rosa Zenone

Bentrovati cari lettori sempre in cerca di nuovi spunti, quest’oggi vi parlerò della mia ultima lettura: In mia discolpa di Alessandro De Paoli, una raccolta di racconti brevi quanto profondi incentrati sull’universo umano.

Sinossi

“In mia discolpa”, ovvero una raccolta di racconti dall’anima oscura. Quello che c’è dentro ognuno di noi: debolezze, cadute, malessere, nevrosi, problemi. Racconti brevi ma diretti, incisivi, spietati, dal sapore amaro. Come i temi che trattano, come la vita che ci circonda. Un vero e proprio ritratto dell’umanità e di quel senso di solitudine più subdolo che è quello che si vive in mezzo agli altri. Il percorso di sofferenza che ne genera porta ad una rabbia di cui si è vittime ma anche attori, la colpa provata è quella di un mancato rispetto in primis per se stessi, per aver attraversato un sentiero fatto di accuse silenti verso un circostante che può essere frustrante, certo, ma che fa della mancanza di ascolto di cui è permeato la spinta giusta a cercare altre strade.

Recensione

In mia discolpa protagonista è la psiche, colta nel suo percorso e nei propri aggrovigliamenti. La luce è puntata a illuminarne i lati più bui, celati e inconfessabili: manie, insicurezze, paranoie. Ne derivano dei ritratti umani in alcuni casi torbidi, ma estremamente reali.

I personaggi si muovono al pari di maschere, ognuno caratterizzato da un determinato aspetto psicologico.  Molto spesso i protagonisti sono privi di nome e di caratterizzazione generale, poiché la narrazione è incentrata unicamente sull’aspetto che si vuole far emergere.

Essi infatti sono colti in un determinato frangente di vita che pian piano ne svela la personalità, ma soprattutto la mente e gli effetti.

Non si accorse, o forse sì, che il fratello minore iniziava ad agitarsi come fosse sotto processo. Che non faceva che contorcersi sulla sedia o alzarsi di scatto e gironzolare per la cucina. Aggrapparsi allo stipite della porta a soffietto, nascondersi per un attimo in corridoio

La focalizzazione adottata è sempre quella dei diversi protagonisti, in tal modo ne vengono evidenziati i pensieri e spiegati i comportamenti.

Le nevrosi degli stessi in realtà derivano principalmente dal rapporto con gli altri, d’altronde è innegabile che seppure siamo “animali sociali”, come direbbe il vecchio Aristotele, non di rado il relazionarsi crea un accatastamento di problemi e di turbamenti. Ciò in quanto il nostro “io” sente solo le proprie ragioni, senza cercare di comprendere che anche l’altro è in realtà dotato di un proprio “io” e di proprie incrollabili idee. La comprensione dovrebbe essere biunivoca, ma come sicuramente abbiamo appurato tutti, ciò molto spesso non avviene.

Parlava, parlava, parlava. È per questo che l’ho ucciso. Non è che parlava, si lamentava; con la voce da vittima di chi è convinto di meritarsi il meglio del mondo, quando questo mondo gli ha dato tanto. Mi si potrebbe imputare la colpa di aver continuato a frequentarlo, nonostante mi infastidisse enormemente. Ma sono sempre stato pervaso dalla speranza che le persone potessero cambiare all’improvviso, e poi ci sono cose che non si possono spiegare neanche dopo averle fatte.

Gli uomini che si muovono in queste pagine sono in bilico tra sanità e nevrosi, incapaci sia di un reale confronto con l’altro sia di esprimere totalmente la propria interiorità. Ne derivano rapporti sterili, privi di empatia, che inchiodano i protagonisti nelle proprie convinzioni nevrotiche.

Neppure il rapporto con l’altro sesso ne esce indenne, poiché o si tratta di soggetti femminili altrettanto disturbati e dalla sessualità oltremodo conturbante, o di donne archiviate a priori seguendo i propri schemi mentali.

Giorgio sentiva il bisogno di una donna, ma era talmente pigro che si limitava a cercarla in rete.

Attraverso gli otto racconti l’autore evidenzia le difficoltà di interfacciarsi con la società, ma anche con se stessi, poiché i pensieri contorti dei personaggi tendono a rinchiudere gli stessi in un’accentuata solitudine che impedisce perfino l’analisi dei propri pensieri.

Ricorrenti in quest’universo contorto quanto autentico sono gli antidoti della mente odierna, le droghe e gli psicofarmaci, vie di fuga effimere da una realtà che non soddisfa ma che infine non conducono di molto più lontano.

Le storie si susseguono rapide e lasciano il lettore disorientato, ma ciò contribuisce a far sì che lo stesso si interroghi sulle vicende e che possa riflettere partendo da quelle. Gli epiloghi, infatti, sono imprevedibili e tendono a imprimere molte domande in chi vi si accosta.

La scrittura è semplice, quasi reticente, ma estremamente scorrevole, inquadra il soggetto, espone e giunge al dunque senza tergiversare in alcun modo. Ciò contribuisce anche a creare la giusta dose di suspense e di clima enigmatico.

I personaggi, seppur diversi, tendono però a risaltare poco tra loro; inoltre l’introspezione in alcuni punti forse è affrontata in modo fin troppo rapido, ma ciò comunque non inficia il lavoro in toto né il messaggio dell’autore.

In mia discolpa si rivela un libro in grado di scuotere il lettore e particolarmente adatto a coloro che cercano una lettura insolita e profonda ma dallo svolgimento veloce, in grado di dare tanto in poco tempo.

Il nostro giudizio:

Trama Voto 4/5

Stile Voto 3,5/5

Piacevolezza Voto 4/5

Copertina Voto 3,5/5

Voto finale Voto 4/5

Alessandro De Paoli

Alessandro De Paoli è nato nel 1984 a Roma, dove attualmente risiede. Sin da piccolo si è dedicato alla narrativa, collaborando con riviste e premi letterari. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati da Onirica Edizioni, Sensibili alle foglie, Valletta Edizioni. In mia discolpa è la sua prima raccolta di racconti.

Si ringrazia l’autore per averci gentilmente fornito il materiale