INSONNIA

di Elizabeth Bishop

Cari Amici Lettori,
Benvenuti al nostro appuntamento con la poesia.
Oggi abbiamo scelto di parlavi di “Insonnia” di Elizabeth Bishop.
Buona lettura!

a cura di Elisa Mazza

Insonnia

La luna nello specchio del comò
guarda mille miglia lontano
(e forse, con orgoglio, a se stessa
ma non sorride, non sorride mai)
lontano, lontanissimo oltre il sonno, o forse
è una che dorme di giorno.

Abbandonata dall’Universo,
lo manderebbe volentieri al diavolo,
e troverebbe una distesa d’acqua,
o uno specchio, su cui indugiare.
Perciò avvolgi gli affanni in una ragnatela
e gettali nel pozzo

in quel mondo invertito dove
la sinistra è sempre la destra,
dove in realtà le ombre sono corpi,
dove restiamo svegli tutta la notte,
dove i cieli sono tanto bassi quanto
il mare ora è profondo, e tu mi ami.

Parafrasi della poesia Insonnia

La luna che vedo riflessa nello specchio del comò, sembra persa a guardare mille miglia lontano e forse, con orgoglio, anche a se stessa; ma non sorride, non sorride mai. Scruta lontano, lontanissimo, oltre il sonno, o forse è un’insonne che dorme di giorno. Abbandonata dall’Universo, lo manderebbe volentieri all’inferno, così da trovare una distesa d’acqua, o uno specchio, su cui rilassarsi. Perciò tu che la osservi, avvolgi i tuoi pensieri ansiosi in una ragnatela e gettali nel pozzo, nell’oblio, in quel mondo di fantasia folle dove tutto è alla rovescia, dove in realtà le ombre sono palpabili e i sogni concreti, dove restiamo svegli tutta la notte, dove i cieli sono tanto vicini quanto il mare profondo, e finalmente mi ami.

Commento della poesia Insonnia

Cari lettori, bentrovati! Insonnia di Elizabeth Bishop mi è magicamente balzata agl’occhi proprio in un momento insonne in cui avrei voluto tutto fuorché rimanere sveglia… Forse. È stato un messaggio dall’Universo?
Lo voglio credere possibile.
Anche perché la mia insonnia viene spesso da un fermento interiore di una certa intensità. Sono solita a tempeste emozionali, è il prezzo da pagare di chi ha il cuore troppo esposto, sensibile, in evoluzione continua. Insomma una croce (sono semi-ironica).
Voli pindarici estremamente correlati alla realtà, dove la follia è lucida, netta e semplice. E il sogno è ad occhi aperti, occhi puri, bisognosi di risposte, di pace, di un nido sicuro dove rifugiarsi.
Quanta bellezza in Insonnia; così contemplativa, “aperta”, un cuore di espressioni sublimi, speranze, mistero. Eppur così pacata, quasi formale per quanto le rivelazioni scritte facciano intendere una penna tutt’altro che statica o indifferente.
In questa lirica è interessante il filo conduttore, il legame triangolare tra i soggetti: la Luna , chi scrive e chi è invitato ad entrare in un mondo alla rovescia. La prima si muove imparziale, solitaria e alta, quasi presa ad esempio (da chi scrive?), la seconda, una voce narrante che palesa puro e genuino desiderio, freme durante la veglia notturna, aspettando la realizzazione dei suoi sogni, anche se in realtà non sta dormendo (è chi scrive?). L’ultimo tassello del mosaico è il frutto proibito da cogliere: la sfumatura di una persona amata ma apparentemente lontana, che non ricambia o che rifugge ad una situazione forse contorta, complicata. Cos’è questo mondo dove la sinistra è sempre la destra? E perché mi affascina tantissimo, da volerci andare correndo?
Insonnia mi ha fatto come “cadere” innamorata, nelle emozioni che provoca, nella speranza disperata che evoca. Spiazzata, non so nemmeno se ho colto il reale significato di ciò che la Bishop volesse trasmettere perché mi ha folgorata: ho ancora gli occhi pieni di questa gigantesca e luminosa luna, mentre aspetto di sentirmi una mano, quella mano, che mi stringe la spalla.

Elizabeth Bishop

(Worcester, Massachusetts, 1911 – Boston 1979) poetessa statunitense. Viaggiò a lungo in Europa, Africa, Sud America. La sua opera poetica, caratterizzata da un supremo controllo sia formale sia emotivo, rispecchia nei titoli stessi – Nord e sud (North and south, 1946), Questioni di viaggio (Questions of travel, 1966), Geografia III (Geography III, 1976) – una visione dello spazio come matrice di storia.