LA RAGAZZA NELLA NEBBIA

di Donato Carrisi

La ragazza nella nebbia

La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi
Genere: Thriller e gialli
Editore: Longanesi (Collana La Gaja scienza)
Pagine: 373
Edizione: 14 settembre 2017

a cura di Mary Manasseri

Buongiorno a tutti! Chi è amante del thriller psicologico e introspettivo non può non apprezzare questo libro, la cui fama si è diffusa in breve tempo sia in Italia che all’estero.
“La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi, pubblicato da Longanesi nel 2015, è tra i titoli più noti di questo autore.
La pellicola cinematografica che ne è stata tratta, uscita nelle sale nel 2017, ha avuto una buona risposta di pubblico, guadagnandosi con merito il “David di Donatello” per la regia di regista esordiente. Vi consiglio inoltre per approfondire la nostra scheda d’autore nella rubrica Penne d’autore.


Sinossi

La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle Alpi.
Forse è stata proprio colpa della nebbia se l’auto dell’agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato.
Eppure una cosa è certa: l’agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt’altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso “mediatico”. Sono passati due mesi da tutto questo, e l’agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell’incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?


Recensione

Come spesso mi capita quando un libro riscuote molto successo, attendo che l’attenzione su di esso si plachi un po’ per poi leggerlo. Mi piace infatti scoprirlo piano piano, per riservarmi così tutta l’emozione che può dare. Lo stesso mi è capitato per questo thriller, dalla trama sicuramente originale e dai risvolti decisamente inaspettati.

La sua è un’opera riuscita, visto che non siamo ancora in grado di individuarlo. Ha compiuto un buon lavoro, e ne va fiero. Ma, appunto, finora è un ‘buon’ lavoro e niente più. Cosa gli manca perché sia un capolavoro? Un palcoscenico. Quindi statene certi, non rimarrà nell’ombra a guardare in silenzio mentre qualcuno gli ruba la ribalta.

Lo stile di Donato Carrisi è inconfondibile: linguaggio semplice che sostiene una narrativa fluida e piacevole – fa scivolare il lettore dentro le storie senza che neppure se ne accorga.
“La ragazza nella nebbia” incuriosisce subito e le frasi, spesso brevi e incisive, rendono il discorso intrigante e coinvolgente.
È dicembre e il gelo entra nelle ossa: ad Avechot l’inverno è sempre molto rigido. In un pomeriggio nebbioso, tra le vie di questo paesino di montagna, una ragazzina scompare senza lasciare alcuna traccia.
Anna Lou, amante dei gatti rossi, svanisce nel nulla e l’agente speciale Vogel è chiamato ad indagare in merito. Con lui collabora l’agente Borghi, che gli fa da braccio destro.
Questo è il quadro complessivo in cui il racconto viene sviluppato. Sullo sfondo, gli ambienti sono sprazzi di colori necessari a supportarne la trama e ad arricchirla, rispecchiando le tonalità emotive che spesso i personaggi non riescono ad esprimere a parole.
I due investigatori rappresentano figure della stessa medaglia. Vogel, narcisista ed essenziale, vuole la luce dei riflettori tutta per sé, anche a discapito della verità se serve. Borghi invece osserva, sviscera e analizza: mente brillante che scava tra le pieghe dei fatti, affinché si arrivi alla piena rivelazione di ciò che è avvenuto. Alla fine, tutti i personaggi riusciranno, ciascuno a proprio modo, a svelarsi e a sorprenderci.

“La gente le dirà che in fondo è colpa dei media, perché ci bombardano con il nome del mostro fino allo sfinimento. I media sono cattivi, non lo sapeva?” affermò con una nota di sarcasmo. “Ma in fondo sono anche innocui se li neutralizziamo premendo un tasto del telecomando… solo che nessuno lo fa. Siamo tutti troppo curiosi”.

Leggendo quest’opera, ho avuto la forte sensazione che vi fossero molti richiami velati a fatti reali di cronaca. La genialità di questo aspetto mi ha molto affascinato e credo sia uno dei motivi per cui il romanzo attragga così tanto. La curiosità infatti, cattura senza riserve. La storia finisce per essere una lente puntata sulle vicende di Avechot, attraverso la quale il lettore prova a rileggere, con ipotesi e nuovi ragionamenti, accadimenti che hanno riempito intere pagine della cronaca del nostro paese negli ultimi anni.
Il focus dell’attenzione così si sdoppia, nel tentativo di trovare risposte a domande che si complicano ad ogni riga, confondendosi tra gli intricati percorsi che conducono alla risoluzione del caso.
Ed è proprio il riflettore a confondere, centrandosi su particolari che non sempre risultano determinanti. Così la notizia diventa come creta, che si manipola e si deforma, condizionando e snaturando il senso critico di chi, con fatica, prova a difendere la propria obiettività. Nel romanzo come nella realtà, i fatti e le persone, come pure la verità, acquisiscono credibilità e spessore a discrezione della luce e dell’angolazione con cui la macchina da presa li osserva e ne divulga l’immagine. È proprio lui, l’occhio di chi ha potere sulla comunicazione, a trasformare il personaggio di turno in eroe o colpevole, finanche a rendere incerto chi merita il titolo di vera vittima. Spesso è proprio quest’ultima infatti, a perdersi tra le moltitudini di versioni possibili che ne scaturiscono, divenendo una sfocata figura sullo sfondo della notizia.
La stampa diventa il mediatore eletto tra il fatto avvenuto e il pubblico che se ne nutre, conferendo agli avvenimenti, a propria discrezione, un peso e una misura, definendone a volte anche la sostanza. Ci si chiede quale sia, in tutto questo, l’effettivo ruolo che la Verità finirà per acquisire.

La porta si richiuse alle sue spalle e lui attese senza muoversi che gli occhi si abituassero all’oscurità. Però avvertiva dei rumori intorno a sé – piccoli suoni, fruscii. L’isolamento acuiva i sensi. Capì che non era solo.

Il romanzo nel complesso gira intorno a pochi personaggi, delineati con elementi essenziali ma determinanti. Essi accompagnano il lettore nei meandri dei loro pensieri, permettendogli così di coglierne peculiarità caratteriali e interessanti sfumature interiori. Impossibile non tentare con loro di rimettere insieme i pezzi che vi sono sul tavolo. Ricostruire i fatti non sarà affatto semplice, ma sarà comunque benvenuto chiunque vorrà provare a cimentarsi nell’indagine.
Per chi ancora non ha letto “La ragazza nella nebbia” ed è incuriosito dalla trama, auguro buona lettura e un arrivederci alla prossima recensione.

Il nostro giudizio:

TramaVoto 5/5

StileVoto 4 e mezzo

PiacevolezzaVoto 4 e mezzo

Copertina Voto 4

Voto finaleVoto 4 e mezzo

Donato Carrisi

Nasce a Martina Franca nel 1973 e dopo la laurea in Giurisprudenza si specializza in Criminologia e Scienze del comportamento. Questi approfondimenti lasciano chiare tracce nella costruzione delle sue trame e nella psicologia spesso complessa dei suoi protagonisti.
Conosciuto dapprima come giornalista del Corriere della sera, è sicuramente un esponente molto versatile del panorama culturale italiano. Sin da ragazzo infatti, scrive partiture per il teatro, in particolare commedie e alcuni musical, finché nel 1999, grazie al produttore Achille Manzotti, inizia a sperimentarsi come sceneggiatore di serie tv e di cinema.
La sua notorietà come scrittore inizia nel 2009, quando si guadagna il Premio Bancarella con il thriller “Il suggeritore”.