LA SPOSA INGLESE

Il nuovo anno sarebbe stato speciale per i Devon. Le due sorelle, insieme con loro cugina Margareth, avrebbero finalmente fatto ingresso in società. Edith, che fino a quel momento era stata seduta di sotto sul divano in salotto, aveva ascoltato con pazienza le chiacchiere eccitate della zia Rosalinde sui preparativi per la Stagione a Londra.

La tavolata si accese di una strana frenesia quando i camerieri servirono il budino. Come voleva la tradizione, all’interno di uno dei dolci era stata nascosta una moneta d’argento. Edith ricordava sin da bambina come Mrs Fifett mescolasse personalmente quel dolce delizioso, inserendo la monetina dopo averla ricevuta dalla Marchesa in persona. Neppure la vecchia cuoca, alla fine del procedimento, era in grado di dire in quale budino si trovasse la moneta. Era di sicuro una tradizione pericolosa e il rischio di strozzarsi era elevato, certo, ma chiunque avesse avuto la fortuna di ritrovarsela in bocca avrebbe potuto sperare di avere davanti a sé un anno davvero fortunato.
Con cautela, i commensali iniziarono a gustare quella prelibatezza. Edith era giunta appena al terzo boccone quando, tossicchiando, lasciò cadere dalle labbra quel piccolo soldo d’argento. Per un attimo fu al centro dell’attenzione, e ricevette congratulazioni e auguri. Poi, esaurita la frenesia, tutti ripresero a mangiare e con molta meno accortezza di prima.
«Cugina Edith, ora è certo che troverai marito a Londra.»
Edith si voltò verso Margareth, che le rivolse un sorriso quando scorse la sua espressione allarmata.
«Era proprio quello che temevo» commentò con sarcasmo.
L’altra scosse la testa, divertita.
«Mi chiedo di cosa tu abbia timore, mia cara. Ogni donna sogna di sistemarsi, con un buon partito preferibilmente, e godersi la vita in una lussuosa tenuta.»

La verità era che Archibald era rimasto colpito da lady Courtenay sin dal primo istante e non era così orgoglioso da non ammetterlo a se stesso. Ma Edith non era una delle donne che frequentavano i corridoi di Stormborn Castle e non si facevano troppi problemi a infilarsi nel suo letto mentre i loro mariti le attendevano a casa. Lei meritava impegno e dedizione, due qualità che al momento Archibald poteva dedicare solo agli affari. Edith non poteva essere solo una distrazione e, con l’intera tenuta da portare avanti, lui non poteva permettersi qualcosa di più di una semplice distrazione.

«E ti hanno raccontato com’è la Scozia?» domandò l’altra curiosa.
«Un po’ ventosa e fredda, o almeno questo dice la mamma» replicò Muriel con una risatina.
Edith provò a immaginare quella terra di cui gran parte degli inglesi parlavano con disprezzo malcelato, ma aveva pochi dettagli con cui far viaggiare la fantasia. Le serviva qualcosa di più.
«E tuo padre cosa ne dice?»
«Mio padre ha un’opinione diversa della Scozia» rispose Muriel, fermando le dita e guardando la giovane lady nello specchio. «La definisce selvaggia e indomabile, ma verde come il più puro degli smeraldi. Nonostante tutte le rivolte del passato, dice che è un posto libero dove sentirsi liberi.»

ANITA SESSA autrice di LA SPOSA INGLESE