LA STRADA DI CASA

di Kent Haruf

“La strada di casa” di Kent Haruf
Genere: narrativa
Editore: NN Editore
Pagine: 194
Edizione: 18 giugno 2020

Cari lettori,
giungiamo alla conclusione del nostro viaggio in compagnia di Kent Haruf con “La strada di casa”, ultimo titolo a sua firma giunto in Italia, primo a livello cronologico a essere scritto. Un titolo che ci invita questa volta a soffermarci sui tribunali dell’anima e quelli terreni. Buona lettura!

a cura di  Elide


Sinossi:

Jack Burdette è sempre stato troppo grande per Holt. È fuggito dalla città lasciando una ferita difcile da rimarginare, e quando riappare dopo otto anni di assenza, con una vistosa Cadillac rossa targata California, la comunità vuole giustizia. È Pat Arbuckle, direttore dell’Holt Mercury e suo vecchio amico, a raccontare la storia di Jack: dall’adolescenza turbolenta all’accusa di furto, dal suo lungo amore per Wanda Jo Evans al matrimonio lampo con Jessie, donna forte e determinata. Uno dopo l’altro, i ricordi di Pat corrono no al presente, rivelando le drammatiche circostanze che hanno portato Jack ad abbandonare la città e la famiglia. Il suo ritorno farà saltare ogni certezza, minando la serenità di tutti, specialmente quella di Pat. Ancora una volta Kent Haruf, con il suo sguardo tenero e implacabile sulla vita e il destino, ci racconta la storia di un’umanità fragile, ostinata e tenace. Scritto prima della Trilogia della Pianura e già con la stessa grazia letteraria, La strada di casa è l’ultima opera di Haruf non ancora tradotta in Italia, il canto di una comunità dolente, un romanzo epico che ha tutti i segni distintivi del classico americano contemporaneo.

Recensione:

«Immagino che per certe persone una cattiva notizia possa risultare letale. Specie se è improvvisa e inaspettata. O meglio se non ci sei abituata, se finora hai tirato avanti in modo passivo, sperando che tutto sarebbe andato bene malgrado fosse evidente il contrario, se hai ventinove anni e credi ancora che un uomo ti sposerà solo perché gli hai lavato i calzini sporchi per otto anni e sei andata a letto con lui ogni sabato sera per tutto quel tempo, allora credo che una notizia possa ucciderti.»

Sono trascorsi già otto anni da quando Jack Burdette se ne è andato a seguito dei fatti occorsi in quel 1976. Ed eccolo, ora, di nuovo tornare a Holt a bordo della sua Cadillac rossa, non nuova ma sfavillante. Classe 1941 l’uomo ha tradito la contea e ha un bel coraggio a decidere di tornarvi. È sempre stato un colosso d’uomo con il suo metro e novanta d’altezza e sui chili di muscoli e anche adesso che la giovinezza manca ed è ingrassato, ne ha mantenuto ancora gli albori. Ma perché è tornato? Cosa sta tramando? È conscio di non essere il benvenuto, di essere odiato dalla popolazione, è conscio del fatto che verrà arrestato non appena lo riconosceranno. Ed è consapevole, ancora, che un tempo gli altri si fidavano di lui nonostante le sue cadute e i suoi errori. Cosa o chi è venuto a prendere? Cosa è venuto davvero a fare?

«E comunque non voleva. Sembrava che volesse rimanere a Holt, che avesse i suoi buoni motivi per tener duro. Pareva determinata a reagire a quello che le stava capitando nel suo modo tranquillo e silenzioso, come se l’opinione che aveva di sé dipendesse solo da questo. Come se stesse tentando di dimostrare qualcosa. E la conclusione fu tragica. Finì per essere ben più di una semplice questione di soldi. Le cose andarono in maniera così dolorosa che a Holt c’è ben poca gente disposta a ricordarsene.».»

Narratore dei fatti è Pat Arbuckle, direttore dell’Holt Mercurym vecchio amico dell’uomo dall’adolscenza turbolenta e le scelte sbagliate. Con “La strada di casa” Kent Haruf giunge al termine il viaggio durato cinque anni nella contea di Holt. Anche questa volta i temi trattati sono tanti e tra i più rilevanti vi è quello della giustizia in un alternarsi tra giustizia divina e giustizia terrena, errori, colpe e penitenze compiute e subite non sempre dai diretti responsabili. E a quale prezzo, a quale prezzo potrà un domani raggiungersi un risarcimento? “Restitution” è una delle parole chiave del libro. Il tutto attraverso la forma di un villain, il classico personaggio brillante e seducente che mette a disposizione i suoi tanti talenti al servizio delle cause più sbagliate.

“La strada di casa” è un libro di grande forza empatica, con tanti temi da trattare, avvalorato dalla canonica magnetica penna a cui lo scrittore ci ha abituato e capace di suscitare nel lettore tante riflessioni. Un ultimo viaggio malinconico, nostalgico, duro, amaro nel suo concludersi.
“La strada di casa” è un libro che non si dimentica.

Il nostro giudizio:
Stile:Voto 5/5
Trama:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:Voto 5/5
Voto finale:Voto 5/5

Kent Haruf

Kent Haruf (1943-2014), scrittore americano, dopo la laurea alla Nebraska Wesleyan University ha insegnato inglese. Prima di dedicarsi alla scrittura ha svolto diversi lavori, come operaio, bracciante, bibliotecario. Grazie ai suoi romanzi, tutti ambientati nella fittizia cittadina di Holt, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Whiting Foundation Award e una menzione speciale dalla PEN/Hemingway Foundation. Con il romanzo Il canto della pianura è stato finalista al National Book Award, al Los Angeles Times Book Prize, e al New Yorker Book Award. Con Crepuscolo, secondo romanzo della Trilogia della Pianura, ha vinto il Colorado Book Award, mentre Benedizione è stato finalista al Folio Prize.