di Vladimir Nabokov
Lolita di Vladimir Nabokov
Genere:Narrativa
Editore:Adelphi
Pagine:395
Edizione:30 Ottobre 1996
Lolita di Vladimir Nabokov
Genere:Narrativa
Editore:Adelphi
Pagine:395
Edizione:30 Ottobre 1996
a cura di Rosa Zenone
«Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita».
“Adesso voglio esporre il seguente concetto. Accade a volte che talune fanciulle, comprese tra i confini dei nove e i quattordici anni, rivelino a certi ammaliati viaggiatori – i quali hanno due volte, o molte volte, la loro età – la propria vera natura, che non è umana, ma di ninfa (e cioè demoniaca); e intendo designare queste elette creature con il nome di «ninfette».Si noterà che sostituisco i termini spaziali con termini temporali. Vorrei effettivamente che il lettore vedesse «nove» e «quattordici» come i contorni – spiagge di specchio, scogli rosati – di un’isola incantata, racchiusa in un vasto mare brumoso e infestata dalle mie ninfette. Ma, entro questi confini, tutte le fanciulle sono forse ninfette? Certo che no. Se così fosse, noi iniziati, noi viandanti solitari, noi ninfolettici saremmo impazziti da tempo. Neppure la bellezza è un criterio valido; e la volgarità, o almeno ciò che una determinata comunità definisce tale, non nuoce necessariamente a certe misteriose caratteristiche la grazia arcana, il fascino elusivo, mutevole, insidioso e straziante che distingue la ninfetta da tante sue coetanee, incomparabilmente più vincolate al mondo spaziale dei fenomeni sincroni che non a quell’isola immateriale dal tempo stregato in cui Lolita si trastulla con le sue simili.”
“Mi è molto difficile esprimere con forza adeguata quel lampo, quel brivido, quell’empito di appassionata agnizione. Nell’attimo iniettato di sole in cui il mio sguardo scivolò sulla bambina inginocchiata (le palpebre che battevano al di sopra di quei severi occhiali scuri – la piccola Herr Doktor che mi avrebbe guarito da tutti i miei dolori), mentre le passavo accanto travestito da adulto (un grande, possente, splendido esemplare di virilità hollywoodiana), il vuoto aspirante della mia anima riuscì a risucchiare tutti i dettagli della sua radiosa bellezza.”
Trama
Stile
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