NEL FREDDO DELL’ESTATE

di Francesco Frosini

“Nel freddo dell’estate” di Francesco Frosini
Genere: Giallo
Editore: ‎ 0111edizioni
Pagine: 168
Edizione: 30 luglio 2021

Cari lettori, quante volte abbiamo fantasticato su avvenimenti della nostra vita pensando: “Come sarebbe potuta andare se…?”
Ebbene, questa domanda è lecita anche per quanto riguarda i fatti storici: il giovane Francesco Frosini non solo se l’è posta, ma ha dato anche una sua personale risposta ribaltando le sorti di un evento basilare della nostra Storia e costruendoci attorno addirittura un giallo.
Ne è uscito fuori un romanzo molto interessante, “Nel freddo dell’estate”, che rientra nel cosiddetto genere ucronico, di cui fanno parte quei particolari racconti che ci prospettano una visione ipotetica di come sarebbe l’oggi se un evento storico del passato avesse ottenuto un esito del tutto diverso da quello effettivamente avuto.
Vi abbiamo incuriositi abbastanza?
Allora seguiteci e buona lettura!

a cura di Pamela Mazzoni


Sinossi di NEL FREDDO DELL’ESTATE

Opera finalista al Premio 1 Giallo x 1.000 quarta edizione.
Nel 1960, in un’Italia ancora divisa in piccoli Stati, Diego Guerrini è il nuovo Regio Commissario del Compartimento Sud della città di Viareggio, nel Granducato di Toscana.
Nella piovosa mattina del 14 settembre, Alberto Locelso si presenta con una richiesta d’aiuto.
Il suo collega, il giornalista Nicola Bernardi, in procinto di far pubblicare un articolo scioccante, è scomparso da cinque giorni.
Diego, vecchio amico di Nicola, si mette subito sulle sue tracce, aiutato dal giovane Piero. Il rinvenimento di un cadavere nella Pineta di Ponente, con segni di violenza, fa subito temere il peggio.
Le indagini, osteggiate fin dall’inizio, lo porteranno sulle tracce di una cospirazione legata a una drammatica situazione politica nei palazzi del potere di Firenze: ai vertici un gruppo nell’ombra sta lavorando per sovvertire lo status quo.

Recensione

Con Nel freddo dell’estate il talentuoso Francesco Frosini, qui alla sua opera prima, ci catapulta in una storia dove il tempo è un concetto surreale e proprio per questo dotata di fascino ma allo stesso momento alquanto straniante.
È vero, siamo nella mia bella Toscana nel 1960 e i vari dettagli presenti nel racconto ci riportano alla mente quel periodo: e fin qui tutto normale.
Ma non sono esattamente gli anni Sessanta della Repubblica Italiana: eh no, perché Frosini ha cambiato le carte in tavola, e le ha mischiate parecchio.

“Quell’anno, il 1960, sarebbe ricorso il centenario delle importanti battaglie che impedirono, di fatto, una volta per tutte, l’ambita Unità d’Italia e che glorificarono Francesco II di Napoli come salvatore degli Stati Nazionali.
Garibaldi fu, così, solo uno dei tanti sconfitti della storia. Doveva essere l’eroe, colui che avrebbe unito l’Italia intera. Non ci sarebbero state piazze, strade o scuole dedicate a lui o a Vittorio Emanuele ma a quei generali che li sconfissero, come Lamoricière o Ludwig von Benedek. Non sempre gli eventi vanno come si pensa.”

Esatto, proprio così: infatti in Nel freddo dell’estate le sliding doors sono da ricercarsi nelle Guerre d’ Indipendenza, in questo caso foriere non di gloria ma di sventura per i Mille.
Di conseguenza Frosini dà vita a uno scenario irreale ma plausibile: Garibaldi non è l’Eroe dei due Mondi e l’Italia non ha raggiunto l’Unità, ma è rimasta frazionata nei vari Regni, con tutti gli annessi e connessi.

“Infine, nell’angolo tra la finestra e la scrivania, la sempre presente bandiera del Granducato di Toscana, un tricolore rosso e bianco a fasce trasversali, analogo a quello dell’Austria, dove campeggiava lo stemma degli Asburgo-Lorena. Puzzava di stantio ed era leggermente sfilacciata sia lungo l’inferitura sia lungo il battente. L’accarezzò lievemente e si guardò i polpastrelli diventati, nuovamente, grigi di polvere. Sulla parete, racchiuso in una targa di vetro, il motto “Sotto una Fede et Legge un Signor solo”, motto del Granducato. Quella bandiera ricordava bene come la Toscana fosse, ancora, un protettorato austriaco.”

Granducato di Toscana, 1960

Diego Guerrini è stato appena promosso Regio Commissario Capo e trasferito da Firenze al Compartimento Sud di Viareggio, sua città d’origine.
Giusto, intuitivo e amante di Hercule Poirot, Guerrini è un uomo senza fronzoli che va diritto al punto e usa le sue cellule grigie quasi come il suo personaggio letterario preferito.
Il suo arrivo coincide con la scomparsa di Nicola Bernardi, suo amico d’infanzia e giornalista molto preparato: a quanto pare Nicola stava terminando un articolo che, una volta pubblicato, avrebbe scosso sin dalle fondamenta i regi palazzi, cuore del potere, e molte teste illustri sarebbero cadute.

L’indagine, che si snoda tra Viareggio e Firenze, è piuttosto pruriginosa e osteggiata sin da subito ma il Regio Commissario, cinico e scostante solo all’apparenza ma in realtà fragile ed emotivo, non è uomo da tirarsi indietro anche se si troverà ben presto a navigare in acque molto pericolose, dato che le sue ricerche si muovono tra le alte sfere e la situazione politica è piuttosto instabile.
Ci sono tensioni tra gli Stati e Leopoldo IV è incapace di tenere salde le briglie di un Granducato che è come un cavallo imbizzarrito: questa debolezza lo rende vulnerabile alle losche mire di nemici molto più vicini di quanto immaginiamo.

La narrazione ci accompagna così in un piovoso settembre stranamente freddo, che dona una tonalità cupa e malinconica a tutto lo scenario: quel freddo sferza i corpi e, soprattutto, gli animi dei vari personaggi, anche se per motivazioni molto diverse. Ma i nuvoloni plumbei si addensano in modo particolare sopra la testa del Granduca, circondato da intrighi di corte e subdoli complotti volti a destabilizzare i già precari equilibri; convenienti e ingannevoli alleanze; personaggi insospettabili pronti a uccidere per la sete di comando e di denaro; corruzione e ipocrisia che aleggiano tra i silenziosi corridoi e le splendide sale affrescate di Palazzo Pitti e Palazzo Vecchio.
Ed è proprio in questo clima sovversivo che Guerrini trova la sua ragione d’essere e lo stimolo per andare avanti e cercare di combattere i soprusi, anche se gli antagonisti che si ritrova di fronte sono forti e potenti.

In questa sua strenua e pericolosa battaglia il Regio Commissario avrà al suo fianco due validi poliziotti: l’elegante e brillante ispettore capo Piero Nicolussi e il giovane agente Arturo Giorgetti, fresco di studi dell’Accademia e perciò carico di innocente entusiasmo.
Riusciranno l’astuzia e la brama di giustizia ad avere la meglio sull’infida ambiguità di influenti personaggi pronti a tutto?

Nel freddo dell’estate ha una trama ben articolata e ricca di colpi di scena; lo stile del giovane autore promette bene, semplice ma d’impatto. Tra l’altro ho apprezzato il linguaggio, che miscela alla lingua italiana alcune parole in tedesco (siamo sotto il dominio degli Asburgo) e alcune in vernacolo toscano; i personaggi sono molto interessanti, anche se qualche dinamica tra di loro rimane nebulosa, come il rapporto tra Guerrini e Clara, ex moglie del giornalista, benché risulti lampante che condividono un passato travagliato.
Penso però che questa mancanza di chiarimenti non sia affatto un’ingenua superficialità quanto piuttosto un escamotage di Francesco Frosini che se, come credo e spero, continuerà a raccontarci del Compartimento Sud di Viareggio, si è giustamente lasciato qualche asso nella manica che giocherà, sicuramente, al momento opportuno.

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



FRANCESCO FROSINI

Francesco Frosini è nato nel 1992 a Viareggio, dove ha frequentato il Liceo Classico Carducci prima di laurearsi a Pisa in Archeologia. Ha frequentato un Master a Firenze (dove attualmente vive) in Tecnologie integrate per i Beni Culturali, grazie al quale lavora a Prato in un’azienda che si occupa, in particolare, di allestimenti multimediali per i beni culturali, digitalizzazione, sviluppo web. Scrive di sport e libri per la rivista online MyWhere e di archeologia per Questione Civile XXI. È inoltre appassionato di scherma e motori.