REVIEW TOUR: DEL PRIMO AMORE

di Manuel Sgarella

“Del primo amore” di Manuel Sgarella
Genere: Romance storico
Editore: ode edizioni
Pagine: 380
Serie: NO – AUTOCONCLUSIVO
Edizione:1 aprile 2021

Cari amici è con immenso piacere che vi presentiamo la nostra recensione al libro Del primo amore di Manuel Sgarella, edito dalla O.D.E. Edizioni, un romance storico che vi porterà indietro nel tempo ai primi anni del 1800 e vi farà conoscere due grandissimi personaggi: Giuditta Pasta e Vincenzo Bellini!
Siete pronti a tuffarvi nel passato di questi immortali protagonisti dei teatri più famosi d’Europa?
Non perdetevi questa coinvolgente storia!
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di DEL PRIMO AMORE

L’amore fra Giuditta e Vincenzo è un sentimento puro che resiste negli anni duri delle lotte per la conquista della libertà. In un’Europa post napoleonica, i due protagonisti vivono le medesime passioni di spirito che accenderanno il Romanticismo. È in questo sfondo storico che emerge, intensa e contrastata, la storia fra la cantante Giuditta Pasta e il compositore Vincenzo Bellini. Un amore intenso, ingabbiato, impossibile.

Recensione

Del primo amore è la magnifica storia di Giuditta Negri, una giovane cantante, contralto e soprano, dotata di un immenso talento.
A soli diciassette anni, il 10 febbraio 1816, si ritrova travolta dagli applausi del pubblico, si trova sul palco del teatro Filodrammatici di Milano e ad attenderla dietro le quinte c’è suo zio Filippo, il fratello di sua madre, l’unico che sembra capire il suo valore e che l’appoggia e incoraggia a seguire i suoi sogni.
È quella sera che incontra per la prima volta il famosissimo impresario teatrale Domenico Barbaja e questo incontro cambierà per sempre la sua vita.

Ma Domenico Barbaja non è l’unico uomo interessato alla vita di Giuditta, l’avvocato Giuseppe Pasta, un uomo che da sempre sogna di trovare fortuna nel mondo del bel canto, ma che non ha né il talento né le qualità necessarie ad ottenere il successo, chiede improvvisamente la mano di Giuditta alla sua famiglia che senza nemmeno interpellarla accetta le nozze.
I tempi purtroppo sono difficili, la situazione politica è precaria ed instabile, il padre di Giuditta ha perso moltissimo e se lei non accetta questo matrimonio la famiglia sarà economicamente rovinata.

Alla nostra giovane non resta che rinunciare ai suoi sogni d’amore e piegarsi alla volontà dei suoi familiari sposando un uomo che all’apparenza sembra discreto e timido e che invece si rivelerà essere un calcolatore e uno sprovveduto che ha sposato Giuditta con il solo intento di sfruttarne la fama e il talento per ottenere delle parti e vivere attraverso la rendita garantita dai suoi continui successi.

Dopo il matrimonio però Giuditta cambia, inizia ad evitare il marito e viaggia moltissimo per solcare i palcoscenici di tutto il mondo, nemmeno la nascita della sua amata bambina, Clelia, cambia la vita della donna. Del resto non potrebbe fare diversamente nemmeno se lo desiderasse, suo marito si rivela totalmente incapace di gestire le finanze della famiglia, trascura sempre di più la professione di avvocato nella speranza, del tutto vana, di sfondare come cantante e porta tutti sull’orlo del fallimento.

Solo due cose tengono in vita Giuditta e le permettono di vivere una vita che seppur infelice non è del tutto priva di significato: la sua immensa passione per il canto e il fatto che ogni volta che si trova su un palcoscenico si sente viva e finalmente libera e le lettere che il giovane compositore, Vincenzo Bellini, continua a spedirle e che la riempiono di gioia, speranza e paura al tempo stesso.

Per lungo tempo Giuditta si nasconde e scappa dalla realtà, vive rifugiandosi nei teatri e nei personaggi che interpreta, lasciando che loro esprimano tutto il loro amore, la loro rabbia, il loro dolore, la passione, l’odio e tutti i sentimenti che lei così abilmente cela nella vita reale.

«Vivi sul palco quello che non puoi vivere nella vita. Quando canti prendi decisioni, affronti di petto delle scelte di cui poi ti assumi le responsabilità. Gestisci una situazione con coscienza e fermezza. Nella tua vita, qui, ora, sei indecisa, debole, remissiva, non ti lasci trascinare dalle emozioni, dall’amore. Non lo rifiuti, l’amore, perché non lo cerchi. Non lo accetti perché quello che hai credi possa trasformarsi. Ma non è così, almeno non sempre. Invece sul palco sai che l’amore non si costruisce, ma nasce e cresce perché alimentato da due persone».

L’amore è uno dei temi centrali di questo romanzo, la sua assenza, la sua ricerca, il suo tradimento, tutto gira intorno ad esso.
Il rapporto tra Vincenzo Bellini e Giuditta Pasta è incredibilmente intenso, soprattutto considerato che tutto nasce da un semplice e fugace incontro dopo una rappresentazione di lei.
Vincenzo infatti riesce ad entrare nel camerino della giovane insieme a Barbaja e Rossini e a donarle un fiore prima di scappare via e sparire.

È bellissimo notare come tutto possa nascere da un semplice incontro, il semplice incrociarsi dei loro sguardi e un semplice fiore rosso che lui le ha dotato sono bastati per catturare i loro cuori per sempre. Da quel momento infatti Vincenzo Bellini comincia a inviare delle bellissime lettere a Giuditta, lei non risponde, non le manda indietro e in alcune occasioni cerca anche di spiegare al giovane compositore che lui l’ha idealizzata e che lei non se lo merita visto che in vita sua ha commesso molti errori e fatto soffrire anche persone che reputava grandi amiche ma lui nonostante tutto non demorde e questo fa capire a Giuditta che forse l’amore non è riservato solo ai protagonisti delle opere teatrali o alle altre persone, forse potrebbe coinvolgere anche lei se solo trovasse il coraggio di aprire il suo cuore alla persona giusta.

Vincenzo dal canto suo ha le idee molto chiare in merito:

«I sentimenti vanno sottolineati, portati a essere il fondamento dell’opera. Dobbiamo smettere di trattenere quello che abbiamo nel cuore, dobbiamo urlarlo al mondo, con tutti mezzi possibili.»

E nemmeno i consigli dei suoi amici e collaboratori riescono a fargli perdere le speranze e la fede nella realizzazione dei suoi sogni.

«Vincenzo» disse infine Romani «voi non potete cercare la vostra amata Giuditta Pasta in qualsiasi storia vi prepariate ad affrontare, che sia un’opera o che sia il coinvolgimento di un’altra donna nella vostra vita. Non la potete sostituire con una donna sposata perché bella, perché si chiama anche lei Giuditta o perché vive sul lago di Como. Non potete sostituirla con le opere che scrivete».
Tra i due calò il silenzio. Vincenzo abbassò lo sguardo, ben sapendo dove Romani stesse portando il discorso.
«Vi fa onore avere una così alta considerazione del sentimento che chiamiamo amore» aggiunse Romani, «ma fidatevi dell’esperienza di chi ha qualche anno più di voi. L’amore lo possiamo controllare, dominare. Siamo noi che creiamo l’illusione della sua esistenza. E come tale possiamo annientarla.»
Vincenzo si alzò in piedi e voltò le spalle all’amico.
I muri di quel grande salotto si fecero improvvisamente alti e lui si sentì piccolo.
Romani non lasciò cadere il discorso e proseguì con parole taglienti.
«Giuditta Pasta ha mai risposto alle vostre missive?»
«Non le ha mai rispedite indietro.»

Del primo amore è un romanzo appassionante e fluido, lo stile del suo autore è coinvolgente e scorrevole. Ho apprezzato particolarmente la divisione in atti e i consigli di lettura, visione di quadri e ascolto di brani musicali è stato un valore aggiunto che ha reso ancora più completa la godibilità dell’opera inoltre la presenza delle lettere fa immedesimare moltissimo, al punto che spesso riesci quasi a sentirti protagonista della storia.

I personaggi sono molto ben caratterizzati e descritti, sono “umani” e in quanto tali non vengono idealizzati ma fanno diversi sbagli, si pentono, cercano di rimediare, vengono ingannati, tradiscono, deludono le aspettative di chi li circonda, ricercano la perfezione e a volte sono eccessivamente duri con se stessi ed autocritici.
Soprattutto il personaggio di Giuditta ha un’evoluzione notevole ma riuscirà a passare da vittima del volere e del giudizio altrui a vera protagonista della sua vita? Riuscirà ad essere libera anche fuori dal palcoscenico? Che ne sarà dei suoi sogni d’amore? È veramente Vincenzo Bellini la risposta alla sua voglia di amare ed essere amata?

Da catanese sono cresciuta vedendo Vincenzo Bellini in ogni angolo della mia città, per noi è un mito indiscusso e sin da piccoli ci fanno ascoltare nelle scuole brani tratti dalle sue opere. Ricordo ancora la prima volta che ho ascoltato “Casta Diva” e i brividi che riuscì a trasmettermi.
È per questo che appena ho ricevuto questa proposta di lettura non ho potuto che sentire un richiamo viscerale al quale era impossibile opporsi e devo confessarvi che sono molto felice di aver letto Del primo amore perché è un libro davvero ben strutturato, molto interessante e che racconta una storia bellissima che ci parla di amore, di coraggio e di voglia di libertà.
Prima di salutarvi mi permetto di inserire un video che mostra il Teatro Massimo Bellini di Catania con in sottofondo la meravigliosa “Casta Diva” del nostro grandissimo Vincenzo Bellini, spero che riesca ad emozionarvi!

Buona lettura!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Monumento a Vincenzo Bellini – Piazza Stesicoro – Catania
(foto dal web)

Manuel Sgarella

Manuel Sgarella ha 45 anni e da oltre 20 lavora come giornalista. La passione per il cinema e la narrazione delle storie lo ha portato a diplomarsi in sceneggiatura alla Civica Scuola del Cinema Luchino Visconti di Milano. Nel 2005, dopo aver vinto il concorso per sceneggiature di lungometraggio al Sonar Script Festival, ha frequentato il corso Rai-Script a Roma. Nel 2009 è diventato giornalista professionista e nel 2013 è stato tra i finalisti del “Premio Solinas Storie per il Cinema” con il soggetto “Nemmeno le lacrime”, poi diventato il romanzo “Cosa Rimane di Noi”, pubblicato da Amazon Publishing nel 2017.
A livello giornalistico, oltre a occuparsi di cronaca locale, nel 2013 ho passato quasi un mese ad Haiti raccontando per Varesenews.it la vita in uno dei paesi più poveri del mondo. Nel 2017 ha scritto il film documentario “Digitalife”, diretto da Francesco Raganato e prodotto da Varese Web con Rai Cinema.
È sposato, ha due figlie e il tempo libero lo passa a leggere libri o sui campi da tennis (sport di cui è diventato istruttore nel 2019).

Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale