REVIEW TOUR: TUTTO A POSTO TRANNE L’AMORE

di Anna Premoli

“Tutto a posto tranne l’amore” di Anna Premoli
Genere: Romance – Commedia romantica
Editore: Newton Compton editori
Pagine: 290
Edizione: 8 febbraio 2021

Cari amici è davvero con grandissimo piacere che oggi vi parliamo dell’attesissimo “Tutto a posto tranne l’amore” di Anna Premoli, una delle indiscusse regine della commedia romantica made in Italy, che ci racconta una storia dall’inizio insolito ma che comunque si rivela esilarante e romantica mantenendo un perfetto equilibrio tra le due componenti e trascinandoci nella vita di Ludovico e in quella della sua ex moglie, Ginevra.

Buona lettura!

a cura di Manuela Morana


Sinossi di TUTTO A POSTO TRANNE L’AMORE

Ludovico Paravicini è decisamente prevenuto in fatto di donne, ma chi non lo sarebbe, al posto suo? L’epilogo del suo grande amore è stato infatti davvero infelice. In una parola: divorzio.
E per giunta non è stato nemmeno amichevole: Ginevra, la sua ex moglie, anni fa ha fatto armi e bagagli e preteso da lui un lauto assegno di mantenimento, autorizzandolo a pensare il peggio di lei.
E adesso Ludovico sarebbe ben lieto di continuare a nutrire questa convinzione.
Ma all’improvviso Ginevra ricompare e sembra molto determinata a fargli cambiare idea.
A volte capita che le persone che si pensa di conoscere meglio riservino delle sorprese assolutamente imprevedibili.
E non è detto che queste sorprese siano negative…

Recensione

Ludovico Paravicini è un personaggio che conosciamo già, infatti è il terzo e ultimo socio della VGP SGR. Anna Premoli dopo averci parlato di Edoardo ed Elena, Lorenzo e Viola ha deciso che è finalmente arrivato il momento di Ludovico e Ginevra.
A differenza delle altre due coppie però qui siamo in presenza di due persone che si sono amate, sposate e poi lasciate.

Questo libro inizialmente mi ha un po’ spiazzata perché mi aspettavo una storia d’amore “zucchero e miele” e invece le prime battute di “Tutto a posto tranne l’amore” stupiscono e lasciano in bocca un po’ l’amaro del rimpianto per le cose andate male e i sogni infranti.

I pranzi della domenica, ammettiamolo, hanno il fascino degli eventi che paiono non mutare mai. Potrebbe arrivare anche la fine del mondo e i dinosauri tornare a popolare la terra, ma certe tradizioni sarebbero comunque le ultime a estinguersi.
Tra queste, quella peculiare sensazione di nostalgia mista a martellamento di zone delicate evocata appunto dal pranzo “da mamma”.

E poco importa che tu ormai sia arrivato quasi ai quarant’anni… Perché in certi casi non è l’età a contare, bensì la condizione di sudditanza psicologica che si assume in quanto figlio. Quella è decisamente “per sempre”, a differenza di qualsiasi altro rapporto.

Vediamo Ludo che dopo anni dalla sua separazione non si è ancora deciso a voltare pagina e a provare ad essere felice, sua madre inoltre ci mette tutta la buona volontà possibile per farlo sentire inadeguato e sbagliato.
Sinceramente l’avrei voluta strangolare con le mie mani perché fa ingerenze davvero molto inopportune, snervanti e da persona ben poco empatica, simpatica e amorevole. Arriva anche a fare la vittima perché lei, a differenza delle sue amiche, “non è diventata nonna e quindi si annoia tutto il giorno senza avere nulla da fare”.

Come può una madre rinfacciare a un figlio che si è separato il fatto che per colpa sua non è diventata nonna?
Come può parlare della ex moglie fedifraga del proprio figlio al pranzo della domenica dimostrando ampiamente che rimpiange di non averla più lì?
Come può dire a un uomo di quasi quarant’anni ciò che deve o non deve mangiare, criticare il suo aspetto fisico e permettersi di comprargli un abbonamento in palestra obbligandolo, attraverso ricatti psicologici, ad andarci?

Insomma credetemi le prime pagine di questo libro mi hanno parecchio indispettita e non ho potuto fare a meno di immedesimarmi completamente in Ludovico pensando che a volte la vita fa davvero schifo e che le persone che dovrebbero proteggerti sono quelle che invece ti infliggono i colpi che più ti feriscono.

Complice di questo pensiero anche il fatto che ritroviamo una Ginevra onnipresente che non riesce a sparire dalla vita del suo ex marito e che non fa altro che ripresentarsi agli eventi ai quali il nostro malcapitato è invitato.
A onor del vero c’è da dire che già dalle fugaci apparizioni nei libri precedenti questa donna suscitava in me sensazioni di fortissima antipatia.
Gli ingredienti per un disastro annunciato c’erano tutti e invece…

E invece ho amato questo libro più dei precedenti!

Ginevra in questi anni di separazione ha usato i soldi dell’assegno di mantenimento che Ludovico le passa mensilmente per diventare un’interior designer, ha trovato una casetta tutta sua e ha cominciato a lavorare mettendo finalmente a frutto le sue doti e le sue capacità che per tanto tempo aveva tenuto chiuse in un cassetto.
Durante il matrimonio con Ludo infatti lei non aveva mai avuto il bisogno di lavorare, visto anche che lui lo faceva abbondantemente per entrambi e sembrava che solo la carriera fosse in grado di assorbire completamente la sua attenzione.
Queste circostanze hanno fatto sì che nella vita di Ginevra subentrassero la noia e l’apatia, questo unito al fatto di non sentirsi all’altezza del marito e della sua famiglia, che da sempre è stata molto facoltosa, l’ha portata a non sentirsi importante e a commettere un terribile sbaglio.

«In ogni caso, la fine del mio matrimonio è stata piuttosto triste; in un momento in cui non mi pareva di essere all’altezza di niente, in cui mi sentivo trascurata e del tutto non compresa, ho fatto una sciocchezza, ovvero ho permesso a un uomo conosciuto per caso di farmi credere chissà cosa».
«Cercavi un diversivo», commenta Olimpia con comprensione.
«Cercavo di dimostrare a me stessa, ma soprattutto a Ludovico, che per qualcuno potevo anche essere interessante. E visto che per lui parevo ormai non esserlo, mi sono illusa di poterlo essere per qualcun altro».

Adesso che la protagonista di “Tutto bene tranne l’amore” è una donna realizzata e indipendente è fermamente decisa a non accettare più un soldo da Ludovico e anzi vuole a tutti i costi restituirgli quelli che le ha dato in tutti questi anni.
Questa sua caparbia e ferrea decisione impressiona e spiazza tutti perché è veramente raro che in una situazione simile ci si comporti così, persino il giudice resta parecchio perplesso davanti a questa richiesta.
Il nostro protagonista dal canto suo non capisce il perché di quest’ostinazione, non gli importa nulla dei soldi e in fondo si sente anche un po’ triste perché così anche l’ultimo legame tra i due verrà interrotto per sempre.
Ciò che tutti si chiedono è se all’orizzonte sia spuntato un nuovo amore nella vita di Ginevra e se la sua scelta di interrompere l’assegno di mantenimento sia legata a un imminente matrimonio.
Ma ancora una volta lo zampino della madre di Ludo potrebbe cambiare le carte in tavola e chissà che quell’impicciona non ci veda più chiaro di tutti noi.

Per buona parte del libro il cinismo e i rimpianti la fanno da padroni, rendendo la lettura dolceamara. C’è sempre un velo di malinconia e tristezza per ciò che poteva essere e invece non è stato, questo in una commedia romantica è abbastanza inusuale ma è proprio uno degli aspetti che rende questa storia tanto coinvolgente e per nulla banale, è la forza motrice che ti tiene incollata alle pagine e che ti fa riflettere sulla vita, sull’importanza di certe azioni, su quanto sia fondamentale non scordarsi mai di parlare con chi si ama.

«Ex marito?»
«Sì», le confermo ridendo. «Hai presente, quella cosa stolta per cui si giura di amare e onorare un tizio che si conosce appena per tutta la vita, eccetera eccetera».
«Sì, quella sciocchezza l’ho commessa anch’io una volta o due», mi conferma.
[…]
«È la follia dello scegliere una persona tra più di sette miliardi di esseri umani e pretendere che sia proprio quella in grado di soddisfare ogni tuo bisogno, inclusi quelli che nemmeno sapevi di avere. È il concetto dell’unicità, se ci pensi: una sola persona che sia in grado di fare e di essere tutto: il migliore amico, l’amante, che sia sempre disponibile, economicamente una roccia, emotivamente in grado di intuire e anticipare. Sai, ci penso spesso da quando ho divorziato di quanto sia del tutto insensato e irrealistico il concetto che oggi abbiamo dell’amore. Vogliamo poterci sentire finalmente stabili eppure pretendiamo anche il senso dell’avventura all’interno di una relazione. Ma esiste una storia d’amore al mondo che sia in grado di mantenere tutte queste promesse messe insieme? Anche quando paiono cozzare?», ragiono a voce alta.

Avete presente quella sensazione che si prova quando siete sicure che il libro che avete tra le mani non potrà mai piacervi più degli ultimi che avete letto e invece poi vi stupisce e vi cattura al tal punto che vi rendete conto di averlo adorato?
Ecco è esattamente quello che provo dopo aver letto ogni libro di Anna Premoli.
Questa giovane autrice è davvero incredibilmente brava e fantasiosa, non solo non delude mai ma anzi riesce sempre, in modo del tutto inaspettato e inimmaginabile, ad alzare la posta e a conquistarti ancora un po’ di più.
La sua penna è irriverente e brillante, scorrevole e frizzante e quando arrivi all’ultima pagina ti spiace sempre un po’ che sia tutto finito.

In questo divertente e romantico romanzo non mancano i colpi di scena e abbiamo modo di capire che spesso non tutto è come sembra: una madre che somiglia a un’arpia in realtà può semplicemente celare una mamma preoccupata che cerca, anche se con modi discutibili, di spronarti per tornare a vivere ed essere felice;
Una ex moglie che avevamo giudicato come un’ingrata, traditrice e approfittatrice potrebbe rivelarsi una donna piena di insicurezze, che ha passato gran parte della sua vita sentendosi inadeguata e messa da parte e ha commesso dei gravi errori solo perché non aveva ben chiaro come trovare la sua strada, essere se stessa e chiedere a gran voce ciò che desiderava.
Degli amici e dei conoscenti che, mettendosi in mezzo, ti costringono ad aver sempre sotto gli occhi chi vorresti dimenticare possono non essere solo degli irrispettosi maleducati ma possono rivelarsi quella lente che ti permette di smettere di vedere tutto sfocato e confuso.

“Tutto a posto tranne l’amore” è un libro ambientato ai giorni nostri, racconta delle difficoltà che tutti viviamo, è vero ed autentico, parla delle persone fissate con il lavoro, della sensazione di essere messi da parte e trascurati, dell’importanza dei rapporti tra genitori e figli e di come a volte siano proprio i nostri genitori a spingerci verso un futuro migliore, ci parla anche di amicizia, di lealtà, di tradimenti e delusioni, di sogni che sembrano svaniti per sempre e del coraggio che ci vuole a fidarsi nel prossimo. Inoltre viene riportata anche l’esperienza della pandemia di COVID-19 che ha cambiato tutte le nostre abitudini e sconvolto il mondo intero portandosi via tante persone, ma nonostante parli di temi molto delicati e attuali lo fa sempre con leggerezza invitandoci a non prenderci mai troppo sul serio e a cercare, nei limiti del possibile, di sorridere alla vita e affrontare tutti gli imprevisti che ci pone davanti con un sorriso e l’aiuto degli amici.

Tra matrimoni, aule di tribunale, cani dei quali prendersi cura, scrivanie da montare, case da arredare, smart working e ricordi si snoda “Tutto a posto tranne l’amore” una commedia romantica veramente imperdibile e appassionate, personalmente l’ho letteralmente divorato e non posso fare a meno di consigliarvelo e condividere le parole di uno dei personaggi che più mi ha fatto sorridere ma che a tratti ha toccato vette di profondità davvero molto commoventi e che fanno riflettere.

«Ho sempre pensato che ai corsi matrimoniali dovessero spiegare tutt’altre verità: ovvero che bisogna smetterla di raccontarsi storie e di prepararsi a convivere con quello che c’è lì fuori, ovvero persone imperfette che no, non riusciranno mai a fare ed essere tutto perché non sarebbe umanamente possibile».

Perché è proprio vero nella vita di tutti i giorni non esistono “Superman” e “Wonder Woman” e nemmeno la “persona perfetta”. Nessuno è perfetto, ognuno di noi è imperfetto ma si può imparare ad essere imperfetti e felici insieme, ridendo dei nostri difetti e di quelli delle persone che abbiamo vicino e che amiamo e soprattutto dobbiamo imparare a non sentirci mai sbagliati e inadeguati perché ognuno di noi è bellissimo così com’è e deve amarsi e rispettarsi sempre.
Buona lettura!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



ANNA PREMOLI

Anna Premoli è nata nel 1980 in Croazia, vive a Milano dove si è laureata alla Bocconi.
Ha lavorato per un lungo periodo per una banca privata, prima di accettare una nuova sfida nel campo degli inve­stimenti finanziari.
La scrittura è arrivata come “metodo anti­stress” durante la gravidanza.
“Ti prego lasciati odiare” è stato un libro fenomeno: è stato per mesi ai primi posti nella classifica e ha vinto il Premio Bancarella.
Con la Newton Compton ha pubblicato anche “Come inciampare nel principe azzurro”, “Finché amore non ci separi”, “Tutti i difetti che amo di te”, “Un giorno perfetto per innamorarsi”, “L’amore non è mai una cosa semplice”, “L’importanza di chiamarti amore”, “È solo una storia d’amore”, “Un imprevisto chiamato amore”, “Non ho tempo per amarti”, “L’amore è sempre in ritardo”, “Questo amore sarà un disastro”, “Molto amore per nulla” e adesso “Tutto a posto tranne l’amore”.
Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale