di Caterina Ambrosecchia
Sette secondi di Caterina Ambrosecchia
Genere: Narrativa italiana
Editore: Gelsorosso
Pagine: 160
Edizione: dicembre 2018
a cura di Manuela Morana
Quale libro migliore di “Sette secondi” di Caterina Ambrosecchia per prendere il largo e lasciare le quattro mura domestiche alla volta della favolosa Grecia?
Impossibile non rimanere conquistati da questo romanzo che non solo vi descriverà dei posti magnifici ma vi regalerà quattro nuove, care, amiche che con le loro storie saranno capaci di scaldarvi il cuore e farvi capire che nonostante tutto la vita è una cosa meravigliosa.
Sinossi
Con il loro zaino pieno all’inverosimile, approdano a Mykonos, nella confusione e nella calca vacanziera. Quella terra affascinante, spazzata dalle raffiche di vento e riarsa dal sole, diventa il luogo di partenza per intraprendere un cammino inaspettato dentro loro stesse, nel tentativo di liberarsi dal proprio passato e dalle proprie paure.
Le protagoniste si cercano, si raccontano, si affidano e talvolta sfuggono le une alle altre, provando ad alleggerire un ingombrante bagaglio contenente tutto ciò che negli anni si è accumulato nelle loro complicate vite. Pian piano nuove identità si delineano, vecchi segreti si svelano.
Recensione
Tutto inizia quando si incontrano in una palestra, Elena le nota e tra una pizzata di fine corso e un concerto di musica jazz si ritrova a ridere e scherzare con loro.
Così quando a fine serata le parlano del viaggio che stanno programmando e la invitano a unirsi a loro lei, senza conoscerle granché, decide, in sette secondi, di accettare.
È quello l’inizio dell’incredibile avventura che vivranno insieme e che ha come destinazione Mykonos!
La famosissima canzone “Sette secondi” di Youssou N’Dour & Neneh Cherry sarà la colonna sonora che per sempre accompagnerà i ricordi di quei giorni passati in Grecia e anch’io mi sono ritrovata spesso ad ascoltarla tra una pagina e l’altra calandomi sempre più nell’atmosfera creata abilissimamente dall’autrice.
A questo punto una presentazione di queste quattro giovani donne è doverosa, così eccole qui:
Elena è la nostra voce narrante. Ha 28 anni ed è un’insegnante single e disillusa. È una ragazza che ama tenere le cose “sotto controllo”, cerca di dominare sempre gli eventi anche se questo ovviamente non è possibile.
Ha da poco chiuso una storia d’amore che le ha spezzato il cuore. Decide di partire per questo viaggio perché sta soffrendo, vuole cambiare aria e una volta tanto vuole semplicemente lasciarsi andare, non calcolare sempre tutto e prendere la vita così come viene;
Silvia è un’insegnante di sostegno, ha un carattere apparentemente fortissimo e molto battagliero, un bel corpo che allena con costanza e mostra con orgoglio un tatuaggio al centro del petto, un angioletto, che impareremo ad amare.
La vita è stata dura con lei, un anno prima del viaggio in Grecia, infatti, ha subito una perdita gravissima, il suo amatissimo marito, Fabio, si è improvvisamente ammalato. Un carcinoma pancreatico, una diagnosi che troppo spesso, purtroppo, equivale a una condanna a morte, se l’è portato via. Questo viaggio rappresenta per lei una rinascita e allo stesso tempo un tributo a suo marito e al loro grande amore che è capace di superare anche la morte;
Alessandra è una studentessa universitaria, per questo è quella che ha più difficoltà economiche tra le quattro. Vive ancora a casa con i suoi genitori che sono davvero asfissianti, hanno infatti delle vere e proprie manie di controllo sulla vita della figlia e non le permettono di uscire e divertirsi con gli amici.
Se riesce a fare questo viaggio è solo perché Silvia ha più volte parlato con sua madre e le ha assicurato che la terrà d’occhio.
Questa ragazza è bella, scura e con un naso importante ma sembra una bambina spaventata, è molto riservata e spesso rimane zitta lasciando che siano le altre persone che la circondano a parlare al posto suo. È una ragazza così timida e insicura che a tratti fa davvero tenerezza ma è anche quella che tra le quattro crescerà di più nel corso di questo romanzo, scoprirà alcuni aspetti di lei che forse per paura o per ingenuità non aveva mai esternato;
Annamaria, l’ultima del nostro quartetto, ha 26 anni, un aspetto nordico con dei meravigliosi occhi azzurri e sfuggenti, anche lei è una persona che parla poco, ha un bel fisico ma non lo mette in mostra e anzi tenta di nascondere sempre la cicatrice che ha sul ventre, una cicatrice che ha dietro una storia incredibile e molto dolorosa. I fantasmi del suo passato non l’abbandonano mai, la paura difficilmente si allontana da lei e i ricordi sanguinano ancora ma durante questo viaggio finalmente qualcosa cambierà e lei troverà il coraggio di affrontare il suo passato e di sorridere con fiducia al futuro.
Quando Elena parte lo fa per ricaricare le batterie e per cercare la strada per ricominciare a sognare. Da persona molto sensibile ha visto troppo spesso le sue aspettative venire deluse.
Avevo sempre avuto una forza empatica notevole che mi aveva aiutata nei miei studi e nel mio lavoro. Riuscivo a capire le emozioni delle persone, in alcuni casi prima ancora che loro stesse se ne rendessero conto. Era una dote innata, l’avevo ereditata da mia madre, queste non sono qualità che s’imparano, ci nasci. […] Per questa mia sensibilità emotiva esigevo tanto dai rapporti con le persone, soprattutto da quelli sentimentali, pretendevo ciò che ero in grado di dare senza fare i conti con l’incapacità di molte persone, soprattutto uomini, di dialogare in tal modo. Per questo ero rimasta delusa dai miei amori: troppo adolescenziali o estremamente instabili.
Il fatto che la società che la circonda viva condizioni simili alla sua a tratti la conforta, facendole sentire meno il peso del fallimento, e a tratti la demoralizza facendole perdere la speranza nel futuro. Ma questo viaggio è una bomba di emozioni, qualcosa che riesce a farla tremare fino nel profondo e che le fa capire che lei non è affatto l’unica persona al mondo a soffrire, ci sono tantissime anime che hanno vissuto e continuano a vivere traumi e dolori molto più profondi dei suoi.
Non mi addormentai, nonostante una stanchezza insostenibile. Pensavo alla mia vacanza, iniziata in un modo e rivelatasi in un altro: non si trattava più di un viaggio disimpegnato con delle persone semisconosciute. Il viaggio aveva assunto un’altra forma. Il giorno del rientro si avvicinava inesorabile, ma nel mio cuore c’era tanto da far sedimentare. Quelle giovani donne avevano tirato fuori tutto ciò che negli anni si era accumulato nelle loro esistenze. Ed io che pensavo di essere l’unica a soffrire! In più di un’occasione in quei giorni ellenici mi ero sentita un’imbecille. Mi chiesi se sarei sopravvissuta ad una delle loro esperienze. Chi poteva dirlo? Ero felice di non saperlo.
Questa meravigliosa autrice in “Sette secondi” riesce a metterti davanti anche alle tue più recondite paure, il brano che più mi ha fatta riflettere e mi ha colpita profondamente è quello che parla della storia d’amore tra Silvia e Fabio, perché in fondo tutti siamo terrorizzati dall’idea dal perdere le persone che amiamo e, complice forse il periodo estremamente doloroso che stiamo vivendo, non sono riuscita a trattenere i brividi e le lacrime leggendo questo passaggio:
Cos’è vero? Contare i giorni sul calendario e pensare che alla successiva pagina del nuovo mese lui potrebbe non esserci più?
Tutto continuerà anche senza di lui, l’alternarsi delle stagioni e dei mesi, e niente potrà mai fermare il corso del tempo, nemmeno la sua morte.
Tra i tanti pensieri insopportabili è questo quello che mi ferisce di più. Il mondo farà a meno di lui, tutto accadrà come sempre, come se lui non ci fosse mai stato o indifferente al fatto che non ci sia più.
Che cosa rimarrà di lui? Io e il mio mondo defunto. Mi sembra poco e mi dispiace che sia tutto qui.
Le persone che abbiamo amato ci scorrono nelle vene e continueranno a farlo fino al nostro ultimo respiro perché in fondo l’amore è questo, è avere qualcuno che ti “cammina” dentro continuamente, qualcuno che ti torna in mente ogni giorno fosse anche solo per “Sette secondi” per strapparti un sorriso.
Il nostro giudizio:
Trama
Stile
Piacevolezza
Copertina
Voto finale
Tema Seamless Primrose, sviluppato da Altervista
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