SINFONIA DELLA FELICITÀ – Storia di Roberto e Livia (volume 1)

di Simona Corvese

Sinfonia della felicità di Simona Corvese
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Little Black Dress
Pagine: 304
Data pubblicazione: 21 settembre 2020

Carissimi amici bentrovati!
Oggi vi parlerò di un libro veramente bellissimo, ideale per chi ama la musica e anche per chi semplicemente è in cerca di una storia bella ed appassionante che racconta dell’importanza della famiglia!
Seguitemi e scoprirete un racconto denso di emozioni, realistico e pieno di colpi di scena, “Sinfonia della Felicità: La storia di Roberto e Livia” è il primo volume di una dilogia della quale non vedo l’ora di leggere il seguito!

a cura di Manuela Morana


Sinossi

Roberto, affermato direttore d’orchestra di fama internazionale e dallo spirito altruista, sta attraversando un brutto periodo e vorrebbe cambiare molte cose nella sua vita. Si concede un anno sabbatico da trascorrere nella sua città, Milano, per riflettere sulla sua frenetica esistenza. Durante questo periodo darà vita alla sua Fondazione Musica Senza Confini, un’organizzazione senza scopo di lucro che permette di far studiare musica gratuitamente a molti giovani che hanno alle spalle situazioni disagiate. Un giorno Roberto incontra per caso, in Corso Vittorio Emanuele, due piccoli violinisti zigani che suonano come virtuosi: Livia e il fratellino Jòzsef.

Scatta l’empatia che accomuna chi soffre. Roberto e la moglie Laura hanno perso una figlia; Livia non ha mai conosciuto affetti sinceri, fatta eccezione per suo fratello Jòzsef. Per difendersi dal loro dolore si rifugiano tutti nella musica, che amano più di loro stessi. Anche la bambina riconosce nello sguardo di Roberto la stessa, silenziosa, richiesta d’aiuto. Tra loro due nascerà un patto di reciproca solidarietà perché desiderano la stessa cosa: una vera famiglia.

Recensione

In “Sinfonia della felicità” le storie che ci vengono raccontate sono tante, tra tutte, quelle maggiormente approfondite sono quella di Roberto, un famosissimo pianista e direttore d’orchestra, e quella di Livia, una piccola rom che suona il violino divinamente.
I due si incontrano per la prima volta a Milano: Roberto sta passeggiando sotto dei portici del centro quando improvvisamente ha un malore ma, mentre le forze lo stanno abbandonando, sente una musica bellissima e nonostante le circostanze quella dolce melodia lo colpisce e gli entra dentro…
Quando si riprende ha vicino tanti bambini rom, tra questi Livia a Jòzsef.
La piccola, che di natura è una persona buona e altruista, prova ad aiutare quell’uomo distinto ed elegante che si è accasciato a pochi passi da dove lei e il suo fratellino stavano suonando.
Una volta ritornato in sé Roberto parla per la prima volta con Livia e Jòzsef, scopre che i due piccoli sono fratelli e li invita alla sua fondazione, Musica Senza Confini, un progetto al quale il nostro protagonista tiene moltissimo perché permette ai ragazzini che non ne hanno la possibilità economica di studiare musica e imparare a suonare diversi strumenti in modo totalmente gratuito. È proprio per dedicarsi di più alla Fondazione che Roberto si trova a Milano e ha deciso di prendersi un anno di pausa dalle tournée e dai continui concerti all’estero.

Voleva anche poter finalmente dedicare del tempo alla Fondazione Musica Senza Confini che aveva costituito insieme a un gruppo di amici musicisti.
Gli dava molta soddisfazione dare a ragazzi di strada o indigenti, la possibilità di convogliare le proprie energie verso lo studio di uno strumento musicale. In alcuni casi riusciva anche a individuare talenti fuori dal comune.
Credeva molto in questo progetto, perché aiutare gli altri lo faceva sentire più utile.

L’altra importante motivazione che ha riportato il nostro protagonista a Milano è la voglia di provare a rimettere insieme i pezzi della sua storia con Laura, la sua bella moglie violinista.
I due sono stati costretti a sopportare e a tentar di superare una prova difficilissima, con risultati che si stanno dimostrando fallimentari.
Una vera e propria tragedia si è abbattuta sulla loro famiglia e da quel momento niente è più stato lo stesso.
Nonostante il sentimento sia ancora molto forte e tutt’altro che morto in entrambi, il dolore, la sofferenza e il vuoto incolmabile del loro cuore ha incrinato, forse irrimediabilmente, il loro matrimonio. Ma Roberto non è ancora pronto a rinunciare a Laura e vuole davvero sistemare le cose tra loro, anche perché si è reso conto che tutti i suoi successi lavorativi non valgono nulla se a fine serata non può condividerli con l’amore della sua vita.
Roberto è un uomo buono, con alle spalle un passato fatto di dolore e solitudine, i suoi genitori sono morti quando lui era piccolo e da quel momento nulla è stato facile per lui, forse è anche per questo che ha deciso di dare vita alla Fondazione, perché sa che nonostante tutto lui è stato fortunato, è stato “l’eccezione”, quello che “ce l’ha fatta”, si è salvato da un destino crudele e vuole dare qualche possibilità in più a chi è in difficoltà.

Tra i ragazzini della sua fondazione, aveva un debole per quelli che sembravano più scontrosi e ribelli perché, dietro quella facciata ostile e spesso provocatoria, si nascondevano solo dei cuccioli impauriti, che non si rendevano ancora conto di quanto fossero in gamba. Roberto aveva preso atto, ormai da anni, che gli erano simpatici gli ´ultimi´, quelli su cui nessuno avrebbe mai scommesso un soldo, proprio perché, da ragazzo, era stato anche lui uno di loro.

Per questo quando vede Livia e Jòzsef scatta subito in lui la volontà di aiutarli, sono solo dei bambini, non dovrebbero stare in strada a suonare per elemosinare pochi spiccioli, dovrebbero avere una casa e dei genitori capaci di prendersi cura di loro e di proteggerli dai pericoli.
Livia è diversa dagli altri bambini rom che sono insieme a lei, loro non hanno le sue stesse buone intenzioni, la passione per la musica e la voglia di riscattarsi e condurre una vita migliore.
Quei piccoli rom che dicono di essere la “famiglia” di Livia sono in realtà dei ragazzini dediti ai furti e all’accattonaggio.
Approfittano della musica dei nostri piccoli violinisti per distrarre i passanti e poterli derubare impunemente, quando la piccola Livia si accorge dell’accaduto è già troppo tardi ma non può fare a meno di sentirsi estremamente mortificata e colpevole per la condotta di quei farabutti che la circondano. Del resto il suo destino sembra essere proprio questo, non sentirsi mai “a casa” in nessun posto, la sua comunità l’ha accolta dopo che la sua mamma è morta ma non l’ha mai considerata davvero “una di loro”.

“È questo il mio destino”, pensò Livia.
“I gagé non mi hanno voluta e mi considerano una rom ma i rom, che mi hanno accolta tra loro, mi considerano una gagì… Chi sono io veramente?”
Tutte le sere, dalla finestra della roulotte vicino al suo letto, vedeva le luci degli appartamenti di un palazzone, ai margini del campo rom, spegnersi una a una e si immaginava che in quelle case vi fossero bambini che si addormentavano felici, tra le braccia dei loro genitori, dopo aver letto insieme qualche bella storia a lieto fine.
Nel suo cuore si sentiva molto sola e desiderava tantissimo avere una vera famiglia.

“Sinfonia della felicità: La storia di Roberto e Livia” è un libro appassionante e coinvolgente, lo stile è fluido e semplice, l’autrice infatti non ha bisogno di ricorrere a un linguaggio particolarmente complesso per esprimere in modo incisivo ciò che ci vuole comunicare, ci riesce benissimo puntando sulle descrizioni e sulla genuinità.
La sua penna è sincera ed autentica, arriva fino al cuore del lettore e lascia dei segni indelebili.
Tante sono le domande che restano senza risposta, tante le incertezze che incombono sul futuro dei nostri protagonisti e soprattutto tanta è la voglia di scoprire la verità sul passato e sul futuro di Livia.
Riuscirà la nostra piccola virtuosa a finire di comporre la sua “Sinfonia della felicità” e a suonarla davanti alle persone che per lei contano di più al mondo?
Una mezza idea su quale potrebbe essere un possibile epilogo mi è balenata durante la lettura ma non mi sbilancio per evitare spoiler e perché potrei anche essermi sbagliata, ma la mia speranza è che la mia intuizione sia corretta e fondata perché sarebbe proprio il coronamento perfetto per questa bellissima ed emozionante storia.
Ho trovato meravigliosi i personaggi, sia i principali che i secondari, e ho particolarmente apprezzato i flashback nel passato di tutti loro perché in questo modo abbiamo potuto toccare con mano i fatti e gli avvenimenti che hanno portato ognuno di questi splendidi personaggi a diventare le persone che sono adesso.
“Sinfonia della felicità – storia di Roberto e Livia” è una storia forte e che ti entra prepotentemente dentro, non vedo l’ora di poter leggere il seguito in modo da tirare le fila e scoprire tutta la verità.
Non posso che augurarmi che ci sia un bellissimo lieto fine ad attendere i nostri protagonisti e augurare a voi lettori un buon viaggio tra le note di questa meravigliosa “Sinfonia della felicità!”

Il nostro giudizio

TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Simona Corvese

Simona Corvese, nata a Milano.
Dopo la Laurea in Giurisprudenza con il vecchio ordinamento e un Master in Gestione Risorse Umane, Selezione e Formazione, ha lavorato per diversi anni negli uffici del personale di grandi multinazionali, maturando esperienze in tutti questi aspetti della gestione delle Risorse Umane.
È anche autrice di romanzi di fiction per ragazzi e adulti. Vive nell’Hinterland Milanese, occupandosi della famiglia.
Ha sviluppato un interesse personale per la comunicazione non violenta (secondo il modello di Marshall Rosemberg), il personal coaching, lo sviluppo del potenziale umano e il professional organizing. Nel tempo libero realizza insieme a sua figlia libri fatti a mano, sul modello del “Book art project” di Paul Johnson.
La trilogia di “Sinfonia della Felicità” è il frutto di numerose lunghe nottate passate a inseguire, con irriducibile entusiasmo, il sogno di raccontare questa storia che da molto tempo aveva in mente.