UNA STORIA BUIA

di Ivan Collura

“Una Storia Buia” di Ivan Collura
Editore: O.D.E edizioni
Genere: Narrativa
Pagine: 350
Edizione: 27 gennaio 2021

Cari amici lettori è con molto piacere che oggi vi parliamo del libro “Una storia buia” di Ivan Collura, pubblicato dalla O.D.E edizioni.
Questa è la storia di Tino, Diego ed Alfio tre ragazzi siciliani che si lasciano affascinare dai guadagni facili e dal potere, ma è anche una storia che ci parla di bullismo e spaccio di droga, di tecnologia e infomartica, di amicizia e famiglia.
Se non vi lasciate facilmente impressionare e non avete paura delle scene forti venite con me in questo viaggio nella Sicilia degli anni ’90!

Buona lettura!!

a cura di Manuela Morana


Sinossi di UNA STORIA BUIA

In una Sicilia che fa da splendido sfondo s’intrecciano le storie di vita di Tino Garozzo e Alfio Raciti. Due ragazzi diversi per carattere ed età, che vengono uniti da affetto e giri illegali.
Tino viene bullizzato per anni a causa di un brutto angioma violaceo sul viso e la sua corporatura al limite dell’obesità; sopporta soprusi, prese in giro e violenza.
Alfio ha una doppia personalità che lo porta spesso a commettere errori; è istintivo, vive per il suo Dojo e ama fare i soldi non curandosi dell’aspetto legale.
Le loro vite si intrecceranno a quelle di personaggi ugualmente complessi e che li porteranno a sviluppare il più grande giro di narcotraffico del Mediterraneo.
Una storia buia ci regala uno scorcio sulla vita degli anni Novanta, fra giovani, musica, droga e tecnologia.

Recensione

Tino è il personaggio principale di “Una storia buia”, la narrazione infatti parte da quando lui è piccolissimo, non ha un papà e la sua mamma lavora in un paesino diverso da quello dove vivono, quindi gran parte della sua infanzia la passa con i nonni, due persone anziane e abbastanza ignoranti, soprattutto il nonno che è il primo a trattare male il bambino insultandolo continuamente.
Il nonno è un personaggio che, nella sua apparente semplicità, si rivela invece molto complicato perché anche se da una parte vuole bene al nipote dall’altra non riesce ad accettare appieno il fatto che sua figlia abbia avuto un bambino senza essere sposata e che il disgraziato che l’ha messa in questa situazione sia poi sparito rovinando per sempre la reputazione di tutta la famiglia. Inoltre non riesce a rapportarsi con il nipote senza prenderlo in giro e anche se, a modo suo, lo fa bonariamente, non si rende conto di quanto le sue parole possano ferire il bambino. Nonostante tutto però il nonno è anche colui che insegna tutto ciò che sa a Tino e gli dà modo di sviluppare le sue capacità nell’ambito tecnologico e informatico.

Agatino inoltre ha un angioma su una guancia ed è in forte sovrappeso questo, unito alla sua strana situazione familiare, lo porta ad essere vittima di bullismo.

Più gli anni passavano, più i ragazzini crescevano di pari passo con gli insulti su Agatino. In quinta elementare lo chiamavano Maschera di merda, soprannome inventato da Giulio il Cesare Chìsari. Questi ciondolava in giro sempre col cugino Alessandro il Magno e l’amico Nicola Napoleone.
“I bulli hanno sempre nomi fighi, mentre a me ne hanno dato uno proprio di merda!” si diceva Tino.
Alle scuole medie continuò a lievitare e, vista la sua passione per i cartoni animati giapponesi, il Cesare inventò il soprannome che tutti cominciarono a usare: Bozzinga, in onore di Mazinga Z.
Alla fine, perfino suo nonno aveva preso a chiamarlo così.

In questa prima parte del libro ho trovato davvero pesanti e forti alcune scene, il bullismo è una cosa che odio e vedere un bambino trattato in quel modo e umiliato di continuo non mi ha fatto provare per nulla piacevoli sensazioni. Tuttavia con il passare degli anni la vita di Tino cambia.

Avrei voluto scrivere “migliora” ma a ben pensarci non so se sia un vero miglioramento perché, se da un lato è vero che il ragazzino dimostra di avere un’intelligenza e un’abilità con i computer davvero notevoli e fuori dalla norma, dimagrisce, si fa degli amici e diventa più forte e sicuro di sé dall’altro è anche vero che tutte le angherie che ha subito si ripercuoto in modo molto negativo sulla sua anima, la macchiano di nero e lo portano a prendere strade e scelte sbagliate.
Tino arriva a fare cose veramente spregevoli: dall’episodio del cane (che è agghiacciante) al mettersi al servizio di Diego e Alfio per aiutarli a mettere in moto il mercato dello spaccio più importante del mediterraneo.
Alfio e Diego sono i fratelli più grandi di Caterina, l’unica amica che Tino aveva ai tempi della scuola, per anni lui ha fantasticato sulla loro vita insieme, il loro matrimonio e la loro famiglia ma chissà cosa la vita riserverà ai due…
Intanto però, grazie a lei, Tino ha trovato una nuova “famiglia” perché per lui Diego e Alfio sono due pilastri della sua vita, più che fratelli, persone da non deludere mai e per le quali correre in qualsiasi momento.
Non importa di che si tratti: modificare una Playstation, trovare il modo di procurare una scheda telefonica intestata sotto falso nome per non lasciare tracce riconducibili a loro, impastare polpette di carne di cavallo o occuparsi di organizzare mercati di spaccio. Niente è troppo per restare nelle loro grazie e avere la loro stima e compagnia.

I personaggi sono estremamente dettagliati e ben descritti, si riesce a entrare nelle loro menti e a seguirne i pensieri in modo perfettamente lucido e chiaro, ben più difficile risulta condividere i loro punti di vista o riuscire a giustificare le loro azioni.
Sia la descrizione fisica che quella psicologica è tracciata in modo tale da non lasciare nulla al caso al punto che sembra di vederli uscire dalle pagine e camminarti accanto.
Peccato però che Diego, Alfio e Tino sono in realtà tre ragazzi persi, hanno scelto di stare dal lato sbagliato della barricata, hanno messo la loro intelligenza, la loro furbizia e la loro forza al servizio della smania di soldi e potere senza tenere conto della moralità, della legalità e della giustizia.
“Una storia buia” è un romanzo difficile da digerire, è duro, è un pugno in pieno stomaco e un altro in pieno viso, è pieno di violenza, di degrado, di ignoranza, di assenza della benché minima integrità, è una storia che racconta di una Sicilia che non riconosco e non mi appartiene, una storia che fa male perché ti sbatte in faccia tutto ciò che di brutto c’è e di come per persone di bassa lega come i protagonisti tutto ciò sia perfettamente normale.
È veramente triste vedere come gente senza scrupoli si ingegna giorno dopo giorno per arricchirsi sempre di più, come lo spaccio si riesca a diffondere in fretta attraverso semplici “conoscenze ed amicizie” e come chiunque venga coinvolto in tutto ciò non faccia una piega e trovi giustificazioni e valuti solo gli aspetti positivi (soldi, rispetto, potere) senza considerare che mettendo in circolo la droga si stanno macchiando le mani del sangue di tanti giovani che possono morire di overdose o perdersi per sempre a causa della dipendenza.
Eppure nonostante ti faccia stare così male è un libro che non puoi smettere di leggere perché è un ottimo libro, scritto benissimo, realistico, che racconta una storia “cattiva”, una storia degna del verismo di Verga, dove la miseria dell’animo umano e il Dio denaro prevalgono sul resto.
L’intento dell’autore è pienamente centrato perché “Una storia buia” è davvero “buia”, è oscura, non deve essere stato affatto semplice ideare una storia del genere né trovare il modo di incastrare tutti i tasselli ma una storia buia è proprio ciò che ci viene presentato, nessun angolo smussato, niente miele ad addolcire gli eventi ma realtà cruda e spietata.
Quello che accade a Tino è quello che può capitare a chiunque non ha un carattere forte, né una guida, a chiunque faccia scelte sbagliate e si lasci trascinare, è l’esempio di come spesso sia facile prendere le scorciatoie e di come ciò possa sedurti al punto di farti perdere completamente il contatto con la realtà e non farti più distinguere tra giusto e sbagliato.

Ho particolarmente amato la nonna e la mamma, due donne forti, che lottano per la propria famiglia, solo loro dimostrano di amare moltissimo Tino senza secondi fini e di credere nelle sue capacità spronandolo a mettersi in gioco sempre e rassicurandolo sul fatto che comunque loro sono e saranno sempre lì pronte a supportarlo e a sistemare e coprire i suoi eventuali errori.
Ho inoltre trovato bellissima e piena di umanità e compassione la storia del piccolo René, una vicenda dolorosa ma davvero molto dolce e piena di malinconia che ci mette davanti all’importanza di restare umani anche quando intorno a noi il mondo sembra essere impazzito.

Cosa ne sarà di questi tre giovani? Tino riuscirà a coronare i suoi sogni d’amore adolescenziali o la vita cambierà le carte in tavola? Ci sarà possibilità di redimersi per chi ha sbagliato o una volta presa la scia della delinquenza non sarà più possibile tornare indietro?
Niente finali scontati o banali per “Una storia buia”, se volete scoprire come andrà a finire la nostra storia non vi resta che lasciarvi trascinare pagina dopo pagina da questo particolarissimo libro.
Per concludere posso dire con tutta sincerità che Ivan Collura ci ha raccontato in modo brillante una storia difficile, è riuscito, anche attraverso l’uso del dialetto (tradotto per i non siciliani in delle ottime e appropriate note), a farci calare nella storia e a renderla estremamente realistica e viva. Una penna promettente che scrive per un pubblico duro che non ha bisogno di fronzoli e virtuosismi ma che apprezza la schiettezza e la cruda realtà di alcuni ambienti.

Buona lettura!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Ivan Collura autore di UNA STORIA BUIA

Ivan Collura, classe 1982, vive e lavora nell’entroterra siciliano, a Caltanissetta. Ha scoperto qualche anno fa l’amore per la lettura, principalmente di thriller e spy story, e nel suo bar, a parte leggere durante le pause, scrive anche quello che gli frulla per la testa; spesso prendendo spunto da fatti di cronaca realmente accaduti. “La maledizione di Haller” è il suo primo romanzo, poi, in attesa che uscisse con la ODE “Una storia buia”, ha scritto anche “Er gabbio”, un racconto breve auto-pubblicato in versione e-book.
Si ringrazia la casa editrice per aver gentilmente fornito il materiale