Uno sguardo su:Isabel Allende

a cura di Pamela Mazzoni

Diamo un caloroso benvenuto ai nostri lettori all’interno della rubrica Penne d’autore. Il mese di marzo, simbolicamente legato alle donne e durante il quale festeggeremo il primo anno del nostro blog, noi Penne Irriverenti abbiamo deciso di dedicarlo a colei che rappresenta una delle voci narrative contemporanee in lingua spagnola più famose, nonché incarnazione del coraggio, della passionalità e della rinascita tutta al femminile: Isabel Allende.

“La scrittura per me è un tentativo disperato di preservare la memoria. I ricordi, nel tempo, strappano dentro di noi l’abito della nostra personalità, e rischiamo di rimanere laceri, scoperti. Così scrivere mi consente di rimanere integra e di non perdere pezzi lungo il cammino.”

Isabel Allende nasce a Lima nell’agosto del 1942, peruviana di nascita ma con sangue cileno da parte di entrambi i genitori; il padre, però, abbandonò presto la famiglia e la madre, rimasta sola con tre figli, decise di tornare in Cile presso la casa dei propri genitori. Questo periodo influenzerà molto la vita e la scrittura di Isabel, tra l’iniziazione a letture importanti grazie ai libri del nonno ed i racconti di spiritismo della nonna.

La famiglia visse relativamente bene, grazie all’aiuto economico di un cugino del padre, quel Salvador Allende primo presidente socialista del Cile. In questi anni Isabel Allende si dedica alla sua passione, il giornalismo, svolgendolo sia per televisione che per alcuni periodici. Sicuramente il periodo più caro alla scrittrice, per affinità di pensiero e desiderio di emancipazione, fu quello trascorso presso la rivista femminile Paula, che possedeva la particolarità di essere sufficientemente frivola ma allo stesso tempo profonda, dato che vi si trattavano problematiche, molto care all’Allende, legate alle donne: praticamente rispecchiava in pieno la personalità di Isabel, che tuttora ama ripetere spesso:

“Non ho mai smesso di essere femminile, sexy, femminista. Sì, si può.”

Ma nel settembre del 1973 tutto venne di nuovo stravolto nella vita della scrittrice: con un colpo di Stato salì al potere Augusto Pinochet, che instaurò così la dittatura militare. La repressione che ne seguì fu particolarmente dura e la Allende, dopo aver cercato di prestare il suo aiuto ai perseguitati politici, decise di autoesiliarsi e si trasferì in Venezuela con il marito e i due figli.

Un giorno, però, venne informata che l’amato nonno era in condizioni di salute gravissime ma, non potendo tornare al suo capezzale in Cile, l’8 gennaio iniziò a scrivergli una lunga lettera, che si sarebbe poi trasformata nel suo primo grande successo: nel 1982 viene pubblicato infatti La casa degli spiriti,> una lunga saga familiare che si intreccia con la storia sanguinosa e cruenta di un intero paese. Da questo momento, forse per superstizione o forse semplicemente per affetto, la Allende inizia la stesura dei suoi romanzi sempre l’8 gennaio.

Forte dei consensi ottenuti, la scrittrice pubblica successivamente D’amore e d’ombra (1984), Eva Luna (1985) ed Il piano infinito (1991): proprio durante il tour promozionale per quest’ultimo che ad Isabel Allende arriva la notizia più devastante della sua vita. Sua figlia Paula, infatti, è entrata in coma a causa di una malattia molto rara, e ne morirà l’anno successivo: inizia così un periodo di profondo dolore per la scrittrice, che lo riverserà nel suo libro più emozionante. Nel 1992 esce così Paula, una dichiarazione d’amore eterno e di speranza di una madre straziata verso l’adorata figlia. Il 1997 è l’anno di Afrodita cui seguiranno, tra gli altri, Ritratto in seppia (2000); Il quaderno di Maya (2011); L’amante giapponese (2015); Lungo petalo di mare (2019), fino ad arrivare all’ultima fatica, Donne dell’anima mia, pubblicato nel 2020.

I libri di Isabel Allende hanno venduto più di 74 milioni di copie nel mondo e sono stati tradotti in 40 lingue; la sua opera omnia comprende anche un romanzo storico, Ines dell’anima mia (2006)basato sulla vera storia di Ines Suarez; un romanzo poliziesco, Il gioco di Ripper (2013), nonché una trilogia dedicata ai ragazzi, formata da La città delle bestie, Il regno del drago d’oro e La foresta dei pigmei.

Acclamata da milioni di fan in tutto il mondo e di contraltare bistrattata da molti critici, che relegano le sue opere nel regno della paraletteratura, Isabel Allende ha uno stile molto particolare, evocativo e personalissimo: con parole semplici ed in modo diretto, senza filtri, narra il suo background familiare mescolando ricordi vividi e reali con tanta fantasia, tra sogni, leggende, esoterismo e personaggi, veri ed inventati, di profondo spessore. Quest’ultimi sono così ben descritti che anche i più fugaci ti si appiccicano addosso; una nota di merito, però, va al suo universo femminile, costituito da tutti le protagoniste che vivono palpitanti nei suoi libri. Donne reali e di fantasia, anime spesso non terrene, ma collocate salde nel cuore dell’autrice: umili, forti, coraggiose, fiere nella loro dignità.

Anche i contesti storici e politici che fanno da sfondo alle sue storie hanno un loro peso specifico nelle trame e si inseriscono alla perfezione nelle dinamiche tra i vari protagonisti: proprio per questa peculiarità l’opera di Isabel Allende rientra di buon diritto nel cosiddetto Post Boom, una corrente letteraria latinoamericana che, con prosa semplice, tratta appunto tematiche di politica, storia e cultura di un paese.

Emozioni forti; l’amore universale per tutto ciò che di bello ci circonda, nel mondo ma soprattutto nelle persone; un pizzico di sano umorismo; il sesso, non fine a se stesso ma arma dolce e liberatoria contro i dolori: ecco, questi sono gli ingredienti dei libri e del successo di questa donna minuta ma dalla tempra d’acciaio, sensibile e testarda che, alla faccia di chi non l’apprezza e aldilà dell’età, che è solo un fattore anagrafico, continua e continuerà a fare quello che più ama: scrivere.

Le Penne Irriverenti vi augurano buon proseguimento di settimana, rinnovandovi l’appuntamento con le recensioni di alcuni dei libri più significativi di Isabel Allende.