VORREI CHE FOSSI QUI

di Jodi Picoult

Vorrei che fossi qui di Jodi Picoult
Editore: Fazi Editore
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 388
Data di uscita: 25 ottobre 2022

Cari amici è con molto piacere che oggi vi parlo dell’ultimo libro di Jodi Picoult , edito dalla Fazi editori, dal titolo “Vorrei che fossi qui”. Un libro speciale e per certi versi un po’ magico capace di farci rivivere un periodo storico appena concluso ma che vorremmo già dimenticare ma allo stesso tempo un romanzo capace di mettere in dubbio tutte le nostre certezze facendoci viaggiare in un paradiso incontaminato e meraviglioso.
Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di VORREI CHE FOSSI QUI

La vita di Diana O’Toole scorre su binari sicuri: si sposerà entro i trent’anni, avrà figli entro i trentacinque e dalla caotica New York si trasferirà in una tranquilla villetta nei sobborghi, il tutto facendo carriera nello spietato mondo delle aste d’arte.
È sicura che il suo fidanzato Finn, specializzando in Chirurgia, le farà la proposta di matrimonio durante la fuga romantica alle Galápagos che hanno organizzato, pochi giorni prima del suo trentesimo compleanno.
Giusto in tempo.
Ma un virus che sembrava lontanissimo compare all’improvviso in città e, alla vigilia della partenza, Finn le dà una brutta notizia: non può assentarsi dall’ospedale.
Così, a malincuore, Diana decide di partire senza di lui: chi rinuncerebbe alla prospettiva di una spiaggia assolata su un’isola esotica?
Ben presto, però, si ritrova in completa solitudine in un luogo remoto, e quella che doveva essere una vacanza da sogno si trasforma in un incubo.
Ma a volte c’è bisogno che vada tutto storto perché alla fine tutto si risolva nel migliore dei modi…

Dall’autrice bestseller Jodi Picoult un nuovo, appassionante romanzo che ha dominato le classifiche di vendita americane. Presto un film Netflix, Vorrei che fossi qui ci fa riflettere su quanto le nostre priorità possano cambiare e su come anche le certezze più salde possano essere stravolte.

Recensione

Diana ha avuto un’infanzia difficile, non ha mai avuto un buon rapporto con sua madre, l’incredibile Hannah O’Toole, fotografa professionista, vincitrice di premi prestigiosi e sempre troppo occupata a viaggiare per il mondo in cerca dello scatto perfetto per ricordarsi di avere una figlia e per considerare i suoi sentimenti e la sua voglia di avere una mamma presente e capace di donarle amore. Per fortuna però ha avuto un padre meraviglioso che l’ha riempita di amore ed attenzioni e che la portava con lei a restaurare opere d’arte.

Questo libro è interamente ambientato durante la pandemia di COVID-19 dalla quale con molta fatica stiamo finalmente uscendo seppur con strascichi emotivi e sanitari che incidono ancora su molti aspetti della nostra vita.
Leggere un libro ambientato in un periodo storico così vicino e doloroso ma del quale tutti cerchiamo di dimenticarci mi ha scosso molto. Soprattutto mi ha angosciata leggere i pensieri di Finn, il fidanzato di Diana, che essendo un medico è sempre in prima linea e ha visto la morte e la disperazione ogni giorno.

Diana è sempre stata una ragazza molto determinata e caparbia. Ama l’arte e quando suo padre era in vita dipingeva e inseguiva i suoi sogni. Dopo la sua morte ha messo via pennelli e tele e ha trovato lavoro in una casa d’aste che si occupa di vendere opere d’arte.

Quand’ero più giovane, e mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande, avevo già un piano in mente. Volevo una carriera saldamente avviata, sposarmi entro i trenta e fare l’ultimo figlio entro i trentacinque. Parlare fluentemente il francese e aver attraversato tutto il paese percorrendo la Route 66. Mio padre rideva della mia lista. Sei proprio figlia di tua madre, mi diceva.
Non lo consideravo un complimento.
Comunque, per la cronaca, sono perfettamente in carreggiata. Sono una specialista associata di aste d’arte, lavoro per Sotheby’s – Sotheby’s! – e la mia capa, Eva, mi ha lasciato intendere in tutti i modi possibili che dopo la vendita del quadro di Kitomi probabilmente avrò una promozione.

Kitomi Ito possiede infatti un famosissimo e preziosissimo quadro di Toulouse-Lautrec, Diana è riuscita a convincerla a scegliere la Sotheby’s per organizzare l’asta nella quale lo venderà e questo, ormai ne è sicura, le porterà un’importante promozione, facendole fare un notevole passo avanti nella sua carriera.
Anche dal punto di vista sentimentale è perfettamente in regola con la sua tabella di marcia, è fidanzata con Finn, un bel medico, ed è sicura che durante la loro fuga romantica di due settimane alle Galápagos lui le chiederà di sposarlo.

Purtroppo però anche a New York arrivano i primi casi di COVID-19 e Finn all’ultimo minuto avvisa Diana del fatto che lui non potrà partire per andare insieme in vacanza come avevano progettato.
Dopo qualche tentennamento Diana decide di partire lo stesso e da lì inizia una vera e propria avventura che le cambierà per sempre la vita.

Qui infatti resta bloccata a causa del lockdown, si ritrova senza connessione internet, tagliata fuori dal mondo mentre il COVID-19 si diffonde sempre più velocemente. Alle Galápagos però succedono anche cose incredibili e meravigliose: incontra Beatriz, Gabriel e Abuela, vive seguendo ritmi totalmente diversi da quelli ai quali è abituata, nuota coi leoni marini, scopre posti meravigliosi, quando le finiscono i soldi baratta i propri disegni con cibo e vestiti e si rende conto che sempre meno spesso la sua mente va a Finn e che quello che la circonda sembra ogni giorno più intenso e reale rispetto a ciò che si è lasciata alle spalle.

Diana arriva a chiedersi come sarebbe la sua vita se decidesse di non tornare più a New York. Cosa accadrebbe se decidesse di restare in quel paradiso fatto di rapporti sinceri, di semplicità, di autenticità?

“Vorrei che fossi qui”, per certi versi, ha riportato alla mia mente un film che ho amato molto: “Sliding doors”. Se non l’avete mai visto vi consiglio di farlo, in quella storia vediamo la vita della protagonista “dividersi in due” da una parte vediamo cosa le sarebbe successo se fosse riuscita a salire su un treno in partenza e dall’altra cosa le sarebbe successo se avesse perso per pochi minuti lo stesso treno, nei due casi la sua vita prende direzioni completamente diverse.
E in un certo senso è lo stesso per Diana. “Vorrei che fossi qui” è un libro meraviglioso, le descrizioni che contiene sono talmente tanto potenti e vivide che riescono a scuoterti fin nel profondo.

La storia di Diana ti entra nelle vene e nella testa e a tratti ti porta a mettere in dubbio ogni cosa, ti fa porre tanti interrogativi sulla sua vita e anche sulla tua, perché è impossibile leggere questo libro senza venire travolti da tutti i “chissà cosa sarebbe successo se…” che compongono la vita di ognuno di noi.

E quando tutto sembra defilarsi chiaro all’orizzonte e tutti siamo sicuri che il libro andrà a finire in un certo modo ecco che arriva un colpo di scena incredibile, uno di quelli che sembrano una doccia gelata. Resti senza fiato, stranita, incredula. Vorresti tornare indietro e fermarti prima di entrare in quel vortice spaventoso che ti fa dubitare di tutto, ti fa sentire persa e spaesata, senza più una bussola, senza alcun punto di riferimento. Ti senti sola e spaventata esattamente come Diana, hai dei ricordi vividissimi ma non puoi condividerli con nessuno e senti una profonda sofferenza per tutto ciò che ti è stato strappato via e non puoi fermare in alcun modo tutto quello che stai vivendo.

Non voglio fare spoiler perché questa storia è davvero troppo imprevedibile ma è davvero troppo bella per perdervela!
Quindi correte a leggere “Vorrei che fossi qui” non ve ne pentirete!
Buona lettura!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5



Si ringrazia la casa editrice per averci cortesemente fornito il materiale.