LA SIRENETTA

di Hans Christian Andersen

La Sirenetta di Hans Christian Andersen
Editore: Independently published
Genere: Fiaba – Classici
Serie: NO – AUTOCONCLUSIVO
Pagine: 40
Data pubblicazione: 7 aprile 1837

Carissimi lettori è con molto piacere che oggi vi parlerò di un grandissimo classico: la famosissima fiaba di Andersen che ha ispirato opere teatrali, cartoni animati, dipinti e statue, sto ovviamente parlando di “La Sirenetta”.
Questa fiaba è molto antica, la sua prima pubblicazione risale infatti all’aprile del 1837.
È stata tramandata, e anche rimaneggiata, nel corso dei secoli ma resta uno dei capisaldi della letteratura fiabesca anche se la sua versione originale, a mio parere, è poco adatta a un pubblico composto dai più piccini!
Venite con me a scoprire la sua vera storia e non perdetevi il confronto tra questa e la versione Disney nella nostra rubrica “Dal libro al film”!
Vista la fama dell’opera non credo ci sia bisogno di celare nulla però vi avviso comunque che in questa recensione e nella scheda di confronto ci sono molti SPOILER!!! Buona lettura!

a cura di Manuela Morana

Sinossi di LA SIRENETTA

La Sirenetta vive sul fondo del mare con suo padre il Re del Mare rimasto vedovo, sua nonna, e cinque sorelle maggiori. A quindici anni, secondo la tradizione delle sirene, le viene concesso di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra il mare. La Sirenetta ha così modo di vedere una nave comandata da un bellissimo principe, di cui s’innamora…

Recensione

In mezzo al mare l’acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un’anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull’altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare.

È con queste parole che si apre la celebre fiaba “La Sirenetta”, questa è la storia della figlia più piccola del Re del mare, lei è la minore di sei sorelle, non ha più la mamma ma in compenso, insieme al padre, c’è la nonna a prendersi cura di tutte loro.

Erano sei graziose fanciulle, ma la più giovane era la più bella di tutte, dalla pelle chiara e delicata come un petalo di rosa, gli occhi azzurri come un lago profondo; ma come tutte le altre non aveva piedi, il corpo terminava con una coda di pesce.

Le sirenette aspettano con ansia di compiere 15 anni perché a quell’età è loro concesso di salire in superfice e poter osservare il mondo degli umani, tra tutte le sorelle però quella più interessata alla vita fuori dagli abissi è proprio la più piccola che anno dopo anno vede salire in superficie tutte le sue sorelle e si sente sempre più sola e triste per l’ingiustizia di dover aspettare tanto tempo prima di poter realizzare il suo sogno.

Quando finalmente arriva il suo quindicesimo compleanno e le viene concesso di salire in superficie, vede un giovane principe su una nave e immediatamente ne resta incantata ma, improvvisamente, si scatena una tempesta.

La sirenetta capì che erano in pericolo, lei stessa doveva stare attenta alle assi e ai relitti della nave che galleggiavano sull’acqua. Per un attimo fu talmente buio che non riuscì a vedere nulla, quando poi lampeggiò divenne così chiaro che riconobbe tutti gli uomini della nave; ognuno se la cavava come poteva; lei cercò il principe e lo vide scomparire nel mare profondo, proprio quando la nave affondò. Al primo momento fu molto felice, perché lui ora sarebbe sceso da lei, ma poi ricordò che gli uomini non potevano vivere nell’acqua, e che anche lui sarebbe arrivato al castello di suo padre solo da morto. No, non doveva morire! Nuotò tra le assi e i relitti della nave, senza pensare che avrebbero potuto schiacciarla, si immerse nell’acqua e risalì tra le onde finché giunse dal giovane principe, che quasi non riusciva più a nuotare nel mare infuriato. Cominciava a indebolirsi nelle braccia e nelle gambe, gli occhi gli si chiusero; sarebbe certo morto se non fosse giunta la sirenetta. Lei gli tenne la testa sollevata fuori dall’acqua e con lui si lasciò trasportare dalla corrente dove capitava.

Dopo averlo salvato la nostra bella Sirenetta resta a guardare il suo principe fino a quando non viene soccorso da una fanciulla che vive in un tempio lì vicino, poi torna negli abissi e giorno dopo giorno diventa sempre più triste e malinconica.
Grazie all’aiuto delle sue sorelle riesce a scoprire dove vive il principe e torna molte volte a guardarlo da lontano, desiderando ardentemente di poter vivere insieme a lui sulla terraferma.

La sirenetta parlando con la nonna scopre anche che gli uomini hanno un’anima immortale che sale tra le stelle al momento della loro morte, una fine così diversa da quella che spetta alle sirene che vivono per 300 anni ma poi, alla loro morte, si trasformano in schiuma del mare e svaniscono per sempre. La nostra bella protagonista non sembra riuscire a rassegnarsi a quello che, per lei, rappresenta un triste destino e a nulla servono le parole della nonna sul fatto che la vita degli uomini sia molto più breve di quella degli abitanti del mare, una domanda continua a frullare nella testolina della più piccola delle sue nipoti.

«Non posso fare proprio nulla per ottenere un’anima immortale?» «No» rispose la vecchia. «Solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre, e tu fossi l’unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore, e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna; solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini. Egli ti darebbe un’anima, conservando sempre la propria. Ma questo non potrà mai accadere. La cosa che qui è così bella, la coda di pesce, è considerata orribile sulla terra. Non capiscono niente; per loro bisogna avere due strani sostegni che chiamano gambe, per essere belle!»

Purtroppo a volte l’amore fa fare delle scelte avventate ed incaute, non ci fa ragionare lucidamente e ci porta a rinunciare a parti importanti di noi pur di ottenere ciò che sogniamo, è così che la sirenetta decide di ricorre all’aiuto della strega del mare per ottenere ciò che desidera di più.

«Ti preparerò una bevanda, ma con questa devi nuotare fino alla terra, salire sulla spiaggia e berla prima che sorga il sole. Allora la tua coda si dividerà e si trasformerà in ciò che gli uomini chiamano gambe. Soffrirai come se una spada affilata ti trapassasse. Tutti quelli che ti vedranno, diranno che sei la più bella creatura umana mai vista! Conserverai la tua aggraziata andatura, nessuna ballerina sarà migliore di te, ma a ogni passo che farai, sarà come se camminassi su un coltello appuntito, e il tuo sangue scorrerà. Se vuoi soffrire tutto questo, ti aiuterò!» «Sì» esclamò la principessa con voce tremante, pensando al principe, e all’anima immortale. «Ma ricordati» aggiunse la strega «una volta che ti sarai trasformata in donna, non potrai mai più ritornare a essere una sirena! Non potrai più discendere nel mare dalle tue sorelle e al castello di tuo padre; e se non conquisterai l’amore del principe, cosicché lui dimentichi per te suo padre e sua madre, dipenda da te per ogni suo pensiero e chieda al prete di congiungere le vostre mani rendendovi marito e moglie, non avrai mai un’anima immortale! e se lui sposerà un’altra, il primo mattino dopo il matrimonio il tuo cuore si spezzerà e tu diventerai schiuma dell’acqua!» «Lo voglio ugualmente!» disse la sirenetta, che era pallida come una morta. «Però mi devi ricompensare!» aggiunse la strega «e non è poco quello che pretendo. Tu possiedi la voce più bella tra tutti gli abitanti del mare, e credi con quella di poterlo sedurre; ma la voce la devi dare a me. Io voglio ciò che tu di meglio possiedi per la mia preziosa bevanda! Devo versarci del sangue, affinché il filtro sia tagliente come una spada a due lame!» «Se mi prendi la voce» chiese la sirenetta «che cosa mi resta?» «La tua splendida persona, la tua armoniosa andatura e i tuoi occhi espressivi, con questo riuscirai certo a conquistare il cuore di un uomo. Allora! hai perso il coraggio? Tira fuori la lingua così te la taglio; è il pagamento per quella potente bevanda!» «Va bene!» esclamò la sirenetta, e la strega mise sul fuoco la pentola per far bollire la bevanda magica.

Tante sono le sofferenze che la Sirenetta deve accettare per conquistare il suo bel principe ma almeno tutti questi sacrifici serviranno a qualcosa?
Il principe capirà che è lei la fanciulla che gli ha salvato la vita e la sposerà giurandole amore e fedeltà eterna e permettendole così di ottenere un’anima immortale?
E cosa succederà invece se la ragazza del tempio si rivelerà essere una ricchissima principessa che è felicissima di sposare il principe?
E chi sono le figlie dell’aria?

Questa fiaba ha dei risvolti tristi ed inaspettati, non è una storia che leggerei a dei bambini piccoli perché per certi versi è brutale, la povera sirenetta è disposta a tutto per stare vicino all’uomo che ama: rinuncia alla sua famiglia, alla sua vita, alla sua casa, acconsente a provare dolore ad ogni passo e a perdere persino la sua meravigliosa voce e lui la tratta alla stregua di un animaletto domestico facendola dormire su un cuscino fuori dalla porta della sua camera da letto.
Insomma oggi le femministe (ma in generale ogni donna con un briciolo di sale in zucca) si scaglierebbero contro Andersen per il ruolo che assegna a questa povera innamorata. Però bisogna sempre contestualizzare le opere nel loro periodo storico e giudicarle con gli occhi di persone che vivono nel 2021 forse è fargli un torto. In ogni caso questa fiaba lancia alcuni interessanti spunti di riflessione su quanto sia sbagliato (e spesso inutile, se non addirittura dannoso) annullarsi completamente per amore di qualcuno (soprattutto quando a rimetterci tutto è solo una delle due parti e l’altra non si accorge nemmeno della sua esistenza).
Anche la voglia della sirenetta di avere un’anima è un aspetto interessante, lei potrebbe vivere 300 anni con la sua gente ma preferisce rinunciare a quel tempo per poter ottenere un’anima e vivere in eterno, questo ci dimostra che ai tempi di Andersen l’aspetto religioso era molto più sentito che ai giorni nostri (la sua famiglia era molto religiosa e soprattutto il padre gli leggeva continuamente la Bibbia) e cosa ancor più interessante ci fa capire che anche nei nostri avi era ben presente la voglia di immortalità e la paura di svanire nel nulla che ancora caratterizza l’umanità.
“La Sirenetta” ci racconta anche l’importanza dell’essere puri di cuore, disposti a sacrificare noi stessi per non colpire chi amiamo, ci parla di solidarietà, di amore e di speranza. È una storia struggente e toccante che merita di essere letta ed apprezzata.

Non perdetevi il nostro articolo nel quale confronteremo la fiaba di Andersen con il film Disney! “La Sirenetta” ha ancora molto da svelare!
Buona lettura!

Il nostro giudizio:


TramaVoto 5


StileVoto 5


PiacevolezzaVoto 5


CopertinaVoto 5


Voto finaleVoto 5

Hans Christian Andersen

Se volete saperne di più sulla vita di Hans Christian Andersen non perdetevi la nostra scheda autore prensente nella rubrica “Penne d’Autore” e la nostra curiosità nella rubrica “Curiosando in punta di libri”!