CURIOSITÀ N° 19 – ESPLORANDO IL MONDO DI… MICHEAL CONNELLY (PRIMA PARTE)

a cura di Pamela Mazzoni

“Felice l’uomo che trova rifugio in se stesso.”

Un saluto a tutti i nostri lettori e bentrovati nella nostra consueta rubrica Curiosando in punta di libri.
Come avrete già avuto modo di vedere, il mese di novembre è interamente dedicato ad uno dei più conosciuti ed amati maestri del thriller, Michael Connelly, e noi Penne Irriverenti siamo andate a caccia di curiosità legate a questo formidabile autore.
Se avete già letto la nostra Scheda Autore dedicata a M. Connelly, saprete che il suo personaggio di punta, il detective Harry Bosch, deve il suo nome al pittore fiammingo Hieronymus Bosch. Connelly rimase letteralmente folgorato dal suo dipinto Il Giardino delle Delizie (analizzato durante un corso universitario) che, a dispetto del poetico titolo, è un trittico piuttosto inquietante che rappresenta i piacere carnali degli uomini e la condanna morale quando si pecca di lussuria.
Proprio quest’ultima parte, contenuta nel pannello intitolato Inferno, fa bella mostra di sé in una riproduzione che Connelly ha posto sulla parete davanti al computer dove lavora.

Il pannello intitolato Inferno – foto da Internet

“Mi capitò di vedere il famoso dipinto di Bosch “Il giardino delle delizie”, con quella ruota che gira a rappresentare l’impossibilita’ di sfuggire al destino: quello che va ritorna. Nessuno può sfuggire alle proprie colpe, in qualche modo verrai travolto dalla ruota.”

Oltre al quadro sopracitato, una delle maggiori fonti di ispirazione per Connelly nell’intraprendere la carriera di scrittore di polizieschi è stata sicuramente la lettura dei romanzi di Raymond Chandler, ed in particolare il suo protagonista Philip Marlowe. Tanto forte era la passione per questo personaggio che Michael Connelly, appena trasferitosi a Los Angeles, andò direttamente a vedere gli High Tower Apartments, perché proprio in uno di questi appartamenti il suo creatore, in uno dei suoi libri, vi aveva ubicato Marlowe e che Robert Altman, regista de Il lungo addio, aveva usato come abitazione del detective di Chandler, impersonato da Elliott Gould.
Purtroppo l’appartamento non era disponibile al momento della richiesta e Connelly ha dovuto attendere dieci lunghi anni per poterlo finalmente affittare.
Tra gli illustri inquilini, il regista Tim Burton, l’illusionista David Copperfield ed il frontman del gruppo musicale dei Nirvana, Kurt Cobain.
L’High Tower Elevator, l’ascensore che nel film di Altman Marlowe prende per raggiungere il suo appartamento – foto da Internet
Michael Connelly non ha mai nascosto il fatto che nei suoi libri la fantasia e l’estro si mescolano a fatti ed esperienze personali reali, sia per le trame che per la creazione dei suoi personaggi.
Tanto che anche per i cognomi di due dei suoi protagonisti ha attinto alla cerchia familiare: il suo Terry McCaleb, agente dell’FBI, è omonimo della signora Connelly, che prima di sposarsi rispondeva al nome di Linda McCaleb.
Per quanto riguarda il cognome di Jack McEvoy, il reporter di cronaca nera, l’ispirazione è arrivata dalla madre dell’autore: nome da nubile, appunto Mary McEvoy.

Risaputa è anche la passione di Connelly per la musica jazz, che lui utilizza come sottofondo rilassante delle sue giornate lavorative: passione che è stata trasmessa dallo scrittore al suo Harry Bosch.
Quello che forse non sapete è che nel 2003, durante la presentazione del romanzo “Lost Lights” (“Lame di luce” per noi italiani), negli USA fu distribuito un CD in edizione limitata intitolato “Dark Sacred Night-the music of Harry Bosch”, che conteneva dieci brani che erano stati citati in vari romanzi con protagonista il detective.
La copertina del CD sopracitato – foto da Internet
Per oggi Curiosando in punta di libri termina qua, ma vi diamo appuntamento tra quindici giorni per la seconda ed ultima parte delle curiosità relative al grande Michael Connelly.
Vi auguriamo un buon proseguimento di settimana!