IL CLUB MONTECRISTO

di Fabiano Massimi

Il club Montecristo di Fabiano Massimi
Genere: giallo
Editore: Gialli Mondadori
Pagine: 280 
Edizione: 9 febbraio 2021

Cari lettori,
è con grandissimo piacere che torniamo a parlavi di un autore al quale siamo particolarmente affezionate e che abbiamo conosciuto con la sua opera d’esordio, “L’angelo di Monaco”, che abbiamo avuto l’onore di poter intervistare, che ci ha dedicato anche un video saluto che trovate sui nostri canali Instagram e YouTube; Fabiano Massimi. Quello che vi proponiamo oggi è “Il club Montecristo”, titolo con il quale l’autore ha vinto il premio Tedeschi 2017 e che si propone quale un giallo capace di mescolare tensione e humor grazie a personaggi eclettici e a una trama originalissima. Perché chi, meglio di un criminale, può conoscere il crimine? Buona lettura

a cura di Elide

Sinossi:

Fabiano Massimi, l’autore del bestseller L’angelo di Monaco, tesse un giallo che mescola alla perfezione tensione e humour, indovinando il più efficace dei detective: perché nessuno conosce il crimine meglio di un criminale.
Quando Viviana, giovane impiegata di una galleria d’arte, viene ritrovata uccisa nel suo appartamento, i sospetti della polizia si concentrano sull’ex detenuto Danilo Secchi: stesso modus operandi dell’omicidio che l’aveva portato anni prima dietro le sbarre, sue impronte digitali sulla scena del delitto. E poco importa che le prove siano tutt’al più indiziarie: per il commissario Cassini “colpevole una volta, colpevole per sempre”. Per fortuna di Danilo non tutti la pensano così. Lo scopre anche Arno, tecnico di computer con due figli e un matrimonio in stanca, quando una mattina il vecchio amico Lans, pittore di talento da poco uscito di prigione per una rapina mai del tutto chiarita, gli spunta davanti con una strana proposta: mettere i suoi talenti di informatico al servizio del Club Montecristo, un’associazione capillare di ex galeotti decisi a far giustizia quando chi ufficialmente dovrebbe garantirla è troppo miope per riuscirci. Arno e Lans pian piano intuiscono che Viviana aveva tanti segreti, e che proprio lì si nasconde la verità sulla sua morte.

Recensione:

«Fuori è buio fondo, ma dentro tutte le lampade, i lampadari, le applique sono accesi, anche l’abat-jour sullo scrittoio all’ingresso. Il contrasto con la notte ferisce i suoi occhi, ma l’uomo sa di avere poco tempo e procede senza indugi.»

Il corpo della donna è privo di vita, il corpo della donna ha esalato il suo ultimo respiro. Il suo nome è Viviana Ferrante, è, o meglio era, una giovane donna di trent’anni con un passato turbolento e un presente nella norma. Si escludono violenze, il suo appartamento, luogo ove è stata ritrovata grazie alla segnalazione di una vicina, è stato messo un poco a soqquadro, del movente nessuna traccia. Quel che sembra essere certo è che la morte è avvenuta per mano altrui tanto che i sospetti, anche per questo, si concentrano su un ex detenuto Danilo Secchi da poco tornato in libertà, da un tempo sufficiente da poter commettere l’omicidio. Le modalità sono d’altra parte le medesime di quelle che anni prima lo avevano condotto dietro le sbarre, che avevano portato al ritrovamento delle sue impronte digitali. E non conta che le prove siano meramente indiziarie, non rileva che il nostro ordinamento si fondi sul principio del giusto processo e della colpevolezza accertata oltre ogni ragionevole dubbio; ha precedenti è e resta l’indiziato – e quasi certo colpevole – numero uno.

Tuttavia, non tutti sono così convinti della sua colpevolezza, anzi. Marco Maletti di anni trentacinque, detto Argo, informatico con un posto stabile sin da dopo la laurea, impiego sul quale ha costruito la sua felicità e la sua intera famiglia composta da due bambini, Ricky, il primogenito, e Edo, il secondogenito, e una statuaria moglie danese, Elsie, lo scoprirà ben presto. Sarà l’incontro con Las Iula a sconvolgere tutta quella che era la sua quotidianità e a far venir meno quel “tutto qui?” che, negli ultimi tempi lo assillava.

«Ora, nella grande casa finalmente deserta, Marco pensò che era scappato tutta la vita da quello spauracchio solo per gettarsi dritti nelle sue fauci.»

Lans, vecchio amico pittore finito in gattabuia e da pochi mesi tornato in libertà, busserà alla sua porta per coinvolgerlo nell’indagine relativa a Danilo e aiutare lui, e il Club Montecristo, a dimostrare la sua innocenza. Il Club Montecristo, associazione capillare di ex galeotti volta ad aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nella società e a vincere quel mito stante il quale chi commettere un reato una volta è delinquente recidivo e abituale sempre nonché atto a dimostrare la verità quando le istituzioni vengono meno perché troppo miopi per indagare a fondo, affascinerà il nostro eroe che deciderà di mettere al servigio del Club i suoi talenti quale informatico così da aiutare Danilo e far luce sulla morte di Viviana.

In parallelo un’indagine di polizia condotta da un burocrate tutt’altro che incline alla ricerca del vero, quanto geniale nell’abbracciare le soluzioni più congeniali, e una poliziotta, Lana, tutt’altro che decisa a fermarsi alle apparenze. Sarà inoltre lei la molla scatenante di esilaranti circostanze che vedranno Argo quale protagonista.

«Si può finire per apprezzare la vita in una cella, se è una cella con vista.»

Con “Il Club Montecristo” Fabiano Massimi torna in libreria con un giallo che incuriosisce sin dalle sue prime battute. Oltre che ad essere caratterizzato da voci narranti che immediatamente restano impresse, “Il Club Montecristo” ruota attorno a una trama che non si esaurisce nella mera risoluzione dell’enigma con il quale ha avvio, anzi. Il testo scorre rapido, nulla è come appare, il puzzle viene ricomposto con solerzia e in un crescendo costante che somma i vari tasselli un poco alla volta sino a giungere a quello che è un epilogo tutt’altro che aspettato.

Non solo. “Il Club Montecristo”, per mezzo della voce dei suoi eroi ci invita anche a riflettere su tematiche di grande attualità e che spesso ci coinvolgono obbligandoci a riflettere su quel che conosciamo e che osserviamo, obbligandoci a porci grandi interrogativi di carattere filosofico e morale. Perché “Il Club Montecristo” ruota attorno al concetto di reinserimento sociale dell’ex detenuto ma anche sul pregiudizio verso questo da parte di una società costruita e cristallizzata sul dogma della certezza della reiteratezza del reato da parte di chi è già stato oggetto di condanna penale e conseguente pena detentiva. Massimi riesce a far meditare il lettore su questo aspetto e riesce a invitarlo a guardare oltre le apparenze perché tutti abbiamo diritto a una seconda possibilità, tutti sbagliamo. Ma tutti dobbiamo anche avere gli strumenti per non commetterli più quegli errori e crescere.

Al tutto ne “Il Club Montecristo” si somma una penna precisa e minuziosa, fluida e rapida, che accompagna, prende per mano e conduce, che conferma le doti di un autore che già aveva dimostrato il suo talento e le sue capacità con il suo romanzo storico d’esordio intitolato “L’angelo di Monaco” e che al contempo dimostra di non essere imbrigliato al genere essendo capace anche di privarsi delle vesti principali per indossare i panni di un narratore che parla dei tempi che stiamo vivendo. Fabiano Massimi, cioè, ne “Il Club Montecristo” dimostra di essere estremamente versatile e se dunque siete rimasti colpiti dalla sua opera classe 2020, non resterete delusi dall’opera che gli ha permesso di vincere il Premio Tedeschi, dedicato alle opere in giallo, nel 2017.

Pagina dopo pagina mixerete humor, divertimento, riflessione, indagine e un mistero da scoprire. Un giallo che può ricordare i titoli più famosi di Antonio Manzini nonché le gag divertenti dei cari vecchietti del Bar Lume di Marco Malvaldi ma con quel quid capace di differenziarlo e renderlo unico nel suo genere. Non vi resta dunque che leggere “Il club Montecristo”! Buona lettura!

Il nostro giudizio:
Trama:Voto 5/5
Stile:Voto 5/5
Piacevolezza:Voto 5/5
Copertina:vOTO 5/5
Voto finale: Voto 5/5

Fabiano Massimi

Fabiano Massimi è nato a Modena nel 1977. Laureato in Filosofia tra Bologna e Manchester, bibliotecario alla Biblioteca Delfini di Modena, da anni lavora come consulente per alcune tra le maggiori case editrici italiane. L’angelo di Monaco (Longanesi, 2020) è il suo romanzo d’esordio.