LA CONDANNA DEL SANGUE. LA PRIMAVERA DEL COMMISSARIO RICCIARDI

di Maurizio de Giovanni

La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni
EditoreEinaudi 
Genere: Giallo storico
Pagine
296 
Data di uscita12 Giugno 2012

a cura di Rosa Zenone


Salve lettrici e lettori, dopo aver letto Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi,  proseguiamo con il secondo volume della serie, La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi; quale interessante caso dovrà affrontare questa volta il nostro protagonista? La primavera porterà qualche novità nella sua esistenza tenebrosa?Per rispondere a queste e ad altre domande, non vi rimane che leggere il libro, ma prima di farlo potrete stuzzicare ulteriormente la vostra curiosità dando un’occhiata alla nostra recensione, buona lettura! 

Sinossi

La seconda avventura del commissario Ricciardi, l’uomo che possiede il dono (o la condanna) di sentire le ultime parole pronunciate da chi muore di morte violenta, quello che lui chiama “il Fatto”. Napoli, aprile 1931. Il vento di primavera si annuncia nella notte di una giornata fredda e cupa e rimescola il sangue nelle vene di donne e uomini persi nei loro pensieri ma uniti dall’attesa del giorno che arriverà. Non è così per tutti: in un appartamento del popolare rione Sanità un’anziana donna, Carmela Calise, verrà trovata morta il giorno dopo, ridotta a un mucchio di ossa e sangue, barbaramente colpita a bastonate. Accorso sul luogo del delitto insieme al fedele brigadiere Maione, il commissario Ricciardi interroga la gente del palazzo e, nonostante il clima di omertà, scopre la doppia attività di Carmela, cartomante e usuraia. Al centro della vicenda è il decrepito appartamento dove la cartomante riceveva i suoi clienti, per predire in modo ingannevole il loro futuro o per garantirglielo, prestando denaro. Sono parecchi quelli che avrebbero avuto un motivo per ucciderla – strozzati dai debiti, succubi delle sue menzogne, delusi o disperati.

Recensione

“Ma a lui, Ricciardi lo seppe di nuovo, non era toccato poter scegliere: doveva camminare contro vento, investito dal transitorio ultimo dolore dei morti che incontrava. Per poter fare il lavoro che la morte non aveva avuto il tempo di finire. O almeno provarci.”

La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi è il secondo volume della serie del noto personaggio. Siamo in una Napoli del 1931 colta dall’apprestarsi della primavera, dalla rinascita e dalla fioritura, due frangenti che sembrano non trovare spazio nella vita di Ricciardi. Solo e assorbito dal proprio lavoro, porta con sé il dolore degli spiriti deceduti per morte violenta, si è autorelegato in uno spazio dove nessun altro né tantomeno i sentimenti possono accedere. Egli si accontenta di ravvivare ogni sera il proprio amore semplicemente scrutando la propria vicina Enrica dalla finestra, senza contemplare alcuna dimensione reale per la stessa se non quella del sogno.

“Nei suoi pensieri, si era abituata a chiamarla «amore mio». Parole che non le avrebbe mai rivolto, con ogni probabilità non le avrebbe mai parlato. Non potrei darti che il mio dolore, pensò: il peso terribile della mia croce.”

Il trasporto platonico di Ricciardi verso Enrica è tenero, carezzevole e in grado di far sospirare anche i cuori meno inclini al romanticismo. E soprattutto incuriosisce, il destino gli permetterà mai di incontrarla? E se sì cosa succederà? Alcune evoluzioni della vicenda prendono piede proprio in questo secondo volume.

Ma al centro dell’opera vi è ancora una volta un delitto, quello di Carmela Calise, cartomante e strozzina del quartiere Sanità. Dinanzi al nostro commissario si presenta una scena particolarmente efferata e sanguinosa, una vecchia uccisa in un modo particolarmente cruento. Durante i sopralluoghi Ricciardi vede lo spirito della donna e le sente pronunciare una frase alquanto criptica.

“ ‘O padreeterno nun è mercante ca pava ‘o sabbato “

Le indagini coinvolgeranno tanti personaggi diversificati tra loro e di differenti estrazioni sociali, mostrando nuovamente le sfaccettature di una Napoli povera e desolata che convive accanto a una più alta e benestante. Tutta una serie di personaggi che ruotavano attorno alla figura della Calise, tutti spinti e armati di sogni in cerca di quelle illusioni e speranze che la vecchia era in grado di fornire tramite le carte o i prestiti. Ogni personaggio ha proprie caratteristiche, ma soprattutto è animato da una propria umanità autentica e imperfetta, un grande merito di De Giovanni è proprio questo suo saperci mostrare gli esseri umani declinati in varie forme, con un’attenzione particolare ai loro sentimenti e alle loro emozioni. Maggiore spazio in questo tomo trovano i fissi Dottor Modo e Maione che abbiamo modo di approfondire maggiormente; in particolar modo il secondo colto nella distanza venutasi a creare con la moglie Lucia in seguito al doloroso lutto non ancora superato del figlio Luca.

Ma le figure di maggiore spicco de La condanna del sangue, sono indubbiamente quelle femminili, come Emma, la ricca signora adultera e sognatrice, la povera Filomena continuamente insidiata a causa della propria eclatante bellezza, o la giovane menomata Antonietta in possesso di un dono soprannaturale.

A differenza del precedente volume, Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi , vi sono anche caratteri e scene esilaranti che divertiranno il lettore attraverso un’ironia semplice ma d’effetto.

Questo secondo caso è avvincente, intricato per la lunga schiera di comparse e appassionerà il lettore che si troverà a congetturare ipotesi su ipotesi, accalcandole e scattandole di volta in volta. Una lettura piacevole, quasi disimpegnata, ma in grado di monopolizzarci e di regalarci momenti di inestimabile goduria. De Giovanni, il suo stile e il suo acume sensibile, si conferma ancora una volta una certezza.

La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi è un romanzo di sogni e speranze, ma soprattutto di legami, di legami inscindibili destinati a condizionare l’intera esistenza, nel bene e nel male.

“Cosa c’era nel tuo sangue, mamma? Che cosa mi hai lasciato oltre a questi occhi che sembrano di vetro? Ricciardi rabbrividì nell’aria fresca, gentile omaggio della primavera. Sangue del mio sangue, pensò.”

Il nostro giudizio:

Trama Voto 5/5

Stile Voto 5/5

Piacevolezza Voto 5/5

Copertina Voto 5/5

Voto finale Voto 5/5

maurizio de GIOVANNi


Maurizio de Giovanni (Napoli, 1958) ha raggiunto la fama con i romanzi che hanno come protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Su questo personaggio si incentrano Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Per mano mia, Vipera (Premio Viareggio, Premio Camaiore), In fondo al tuo cuore, Anime di vetro, Serenata senza nome, Rondini d’inverno, Il purgatorio dell’angelo e Il pianto dell’alba (tutti pubblicati da Einaudi Stile Libero). Dopo Il metodo del Coccodrillo (Mondadori 2012; Einaudi Stile Libero 2016; Premio Scerbanenco), con I Bastardi di Pizzofalcone (2013) ha dato inizio a un nuovo ciclo contemporaneo (sempre pubblicato da Einaudi Stile Libero e diventato una serie Tv per Rai 1), continuato con Buio, Gelo, Cuccioli, Pane, Souvenir, Vuoto, Nozze e Fiori, che segue le vicende di una squadra investigativa partenopea. Ha partecipato, con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli, all’antologia Giochi criminali (2014). Per Rizzoli sono usciti Il resto della settimana (2015), I Guardiani (2017), Sara al tramonto (2018), Le parole di Sara (2019) e Una lettera per Sara (2020); per Sellerio, Dodici rose a Settembre (2019); per Solferino, Il concerto dei destini fragili (2020). Con Cristina Cassar Scalia e Giancarlo De Cataldo ha scritto il romanzo a sei mani Tre passi per un delitto (Einaudi Stile Libero 2020). Sempre per Einaudi Stile Libero, ha pubblicato della serie di Mina Settembre Troppo freddo per Settembre (2020) e Una Sirena a Settembe (2021). I libri di Maurizio de Giovanni sono tradotti in tutto il mondo. Molto legato alla squadra di calcio della sua città, di cui è visceralmente tifoso, de Giovanni è anche autore di opere teatrali.