La romana

di Alberto Moravia

La romana di Alberto Moravia
Editore: Bompiani
GenereNarrativa
Pagine:512
Edizione: 4 Luglio 2001

a cura di Rosa Zenone

Cari lettori,
rieccoci in compagnia dell’autore protagonista della nostra rubrica mensile Penne d’autore, Alberto Moravia; per continuare questa esplorazione nella sua produzione abbiamo scelto La romana, opera celebre anche per l’interpretazione della protagonista, Adriana, che vi diede Gina Lollobrigida. Vi assicuriamo che varrà la pena seguirci nella scoperta/riscoperta di questo sorprendente romanzo e della sua ben riuscita e complessa protagonista femminile. Buona lettura!

Sinossi

«Ho scritto La romana in novanta giorni. Mi pareva di avere in testa un enorme gomitolo, che si sgomitolava da sé» – Alberto MoraviaPubblicato nel 1947, “La romana” segna una tappa importante nello sviluppo della narrativa di Moravia. Protagonista del romanzo, ambientato a Roma al tempo della guerra d’Etiopia, è una straordinaria figura femminile profondamente viva e moderna. “Con La romana” ha scritto Moravia “ho voluto creare la figura di una donna piena di contraddizioni e di errori e, ciò nonostante, capace per forza ingenua di vitalità e slancio di affetto di superare queste contraddizioni e rimediare a questi errori, e giungere a una chiaroveggenza e a un equilibrio che ai più intelligenti e ai più dotati spesso sono negati.”

Recensione

“(…) mi è rimasto tutta la vita quasi il sospetto di essere esclusa dal mondo allegro e scintillante della felicità. Sospetto di cui non riesco a l’oberarmi neppure quando so con certezza di essere felice.”

Voce narrante è quella della protagonista Adriana, un punto di vista privilegiato che ci fa inquadrare le vicende nella sua ottica e che allo stesso tempo ci consente di conoscerla meglio attraverso le sue riflessioni, ma soprattutto di riuscire a cogliere la sua evoluzione.

Adriana è una ragazza romana appartenente a un ceto basso e vive in condizioni misere in compagnia della madre vedova. Unica ricchezza e lustro della loro sorte è la bellezza procace della ragazza, caratteristica sulla quale la madre ha intenzione di puntare per migliorare la loro condizione.

“(…) la mamma agiva in questo modo perché mi voleva bene; ma era un po’ il bene che certe massaie vogliono alla gallina che fa le uova; e, sei non le fa, incominciano a palparla, a soppesarla e a calcolare se non gli convenga ucciderla.”

La madre comincia a sfruttare la dote della famiglia facendola posare come modella per alcuni pittori, ma è intenzionata a investire maggiormente e ricavarne di più.Da parte sua, Adriana, cresce nella consapevolezza della propria avvenenza che diventa vanità, ma nonostante ciò ella è un animo puro e ingenuo, senza alcuna mania di grandezza ambirebbe ad essere felice formando una propria famiglia e avendo una bella casetta.

“(…) mi dissi con assoluta convinzione che dovevo propormi come scopo di abitare un giorno in una casa come quella, di avere una famiglia come quella e di vivere in quella stessa luce che pareva rivelare la presenza di tanti tranquilli e sicuri affetti. Molti penseranno che avevo aspirazioni modeste.(…) A me, nata nella casa dei ferrovieri, quella villetta faceva lo stesso effetto che, probabilmente, agli abitanti della villetta, da me così invidiati, le dimore più ricche e più grandi dei quartieri agiati della città. Così, ciascuno mette il proprio paradiso nell’inferno degli altri.”

Buona parte del libro è occupata dai contrasti tra le ambizioni della madre e quelle della figlia. La madre risulta un personaggio di primo acchito odioso e approfittatore, ma andando al di là suscita anche pietà e tenerezza. La sua voglia di rivalsa a tutti i costi, perfino auspicandosi che la figlia scelga la strada della prostituzione, in fondo è dovuta alla dura condizione della miseria e a voler evitare alla figlia una vita matrimoniale grama quanto la propria.

Adriana è una ragazza semplice, istintiva, spontanea, religiosa e dotata di buoni sentimenti, incapace di commettere del male. La sua personalità risalta ancor più in confronto a quella dell’amica Gisella, suo opposto: maliziosa e senza etica, pronta a servirsi del proprio corpo per ricavare quanto più possibile.

Altro personaggio è Gino, uomo di cui Adriana si innamora e con il quale dovrebbe fulminare a nozze, ma “ (…) si sa che l’amore è un occhiale attraverso il quale anche un mostro appare affascinante.” Naufragato il suo sogno d’amore con Gino ella si ritroverà ad intraprendere la strada consigliatale dalla madre, la prostituzione.

È da qui che la sorte della protagonista diventano ancor più ingarbugliate e ricche di peripezie. Ma soprattutto ci troviamo dinanzi a un’Adriana uguale ma diversa, una persona in cui convivono le facce opposte di una stessa medaglia.

“(…) perché so per esperienza che si possono sentire e pensare nello stesso tempo le cose più diverse senza avvertirne la contraddizione e sceglierne alcune a preferenza di altre.”

Adriana è un personaggio in continua evoluzione e corredato di uno spessore psicologico tanto più palpabile quanto del tutto non lineare. Non meno caratterizzati sono gli altri personaggi che fanno la loro comparsa accanto alla protagonista. Oltre ai già citati, c’è il losco Sonzogno ma soprattutto Astarita e Mino, due individui appartenenti alla borghesia, dunque completamente distanti da quella di Adriana.

Ambedue, ma in particolar modo Mino, sono personaggi chiaramente “figli” di Moravia, l’insoddisfazione, la sofferenza e il tormento nonostante la propria condizione agiata sono dei tratti distintivi, che risaltano ancor più nell’affiancarsi alla verace tranquillità di Adriana. Mino, nonostante compaia in uno spazio narrativo non molto esteso, riesce a guadagnarsi un indiscusso spazio di primo piano e a intrigare il lettore.

Moravia attraverso i suoi personaggi descrive la società di quegli anni, ma basandosi sugli individui e non sullo sfondo storico intuibile da poche e ridotte intrusioni di accenno.

Lo stile fluido e scorrevole di La Romana ci trasporta sulle proprie onde calme, costellate però di punti di tensione in grado di creare una forte suspence. Il modus scribendi di Moravia riesce a rendere le parole non solo intellegibili, bensì anche quali parte di un mondo sensibile che sembra spalmarsi dinanzi ai nostri occhi.

La romana è un libro che provoca ingordigia di lettura, conquistandoci dall’inizio alla fine grazie a una trama appassionante ma soprattutto grazie a una protagonista indimenticabile e ricca di sfumature come Adriana.

“Partivano ambedue dal fondo del mio animo in cui devozione e civetteria, afflizione e sensualità erano inestricabilmente mescolate.”

Il nostro giudizio:

TramavOTO 5/5

StilevOTO 5/5

PiacevolezzavOTO 5/5

CopertinavOTO 5/5

Voto finalevOTO 5/5

ALBERTO MORAVIA

Alberto Pincherle Moravia (Roma, 1907 – 1990), è stato scrittore, giornalista, saggista, reporter di viaggio e drammaturgo. È uno dei più importanti romanzieri italiani del XX secolo. Collaborò con giornali come La stampaIl Corriere della sera e L’Espresso. Tra i suoi libri più noti e tradotti in tutto il mondo Gli indifferenti, AgostinoLa ciociaraLa romanaRacconti romani e La noia. Nel 1952 venne insignito del premio Strega per I racconti, messi all’Indice dalla Chiesa. Dai suoi romanzi sono stati tratti numerosi film, tra i quali La ciociara di Vittorio De Sica, Il disprezzo di Jean-Luc Godard e Il conformista di Bernardo Bertolucci.