FACTOTUM

di Charles Bukowski

Factotum

Factotum di Charles Bukowski
GenereNarrativa
EditoreTEA
Pagine:180
Edizione26 Gennaio 2017

a cura di Mary Manasseri

Carissimi lettori, buongiorno! Anche questo lunedì, riprendiamo volentieri insieme a voi la vita e le opere di Charles Bukowski, autore protagonista della rubrica Penne d’autore di agosto. Per gli amanti della scrittura ruvida, provocatoria e tormentata, Bukowski è un autore che varrebbe la pena sperimentare. Distinto da sempre per il suo linguaggio diretto, poco incline alla ricerca di stereotipi di scrittura, ci accompagna nella realtà suburbana, tra lavori trovati e poi lasciati, donne d’amore e di sesso e fiumi, travolgenti e incontenibili, di alcool.

Mi sentirei di consigliare Factotum a chi voglia conoscere meglio sia l’autore che il protagonista di questo libro, con le virtù e le contraddizioni che li animano… alla ricerca delle ispirazioni celate abilmente tra le pieghe dei loro pensieri. Sicuramente potrebbe, per alcuni, risultare poco piacevole, e in alcuni tratti disturbante, il linguaggio spudorato e le scene di sesso decisamente esplicite, non sempre semplici da contestualizzare in modo costruttivo nel percorso interiore del personaggio.  Personalmente, ho conosciuto Bukowski proprio attraverso quest’opera e per questo ve la propongo, nella speranza che quanto vi ho trovato di interessante possa in qualche modo aiutare anche voi nella scelta di un suo eventuale romanzo.

Sinossi

Un romanzo avventuroso e osceno, divertito e disperato, sboccato e insieme lirico. Il protagonista è un vero factotum che attraversa l’America “on the road”, vivendo alla giornata, pronto a seguire il primo richiamo. Ma inseparabili compagni di vita sono l’alcol, vero e proprio rito quotidiano; il sesso, intenso, sfrontato e spesso brutale; la miseria, costante; i lavori precari e sempre manuali. È un’esistenza disperata, amara, sgradevole e libera, descritta con un realismo sporco, inconfondibile.

Recensione

Harry Chinaski è il protagonista di Factotum,presente qui e in altri testi dello stesso scrittore. Egli è considerato il suo alter ego, a lui somigliante sia fisicamente che caratterialmente. È tramite il suo mondo che Bukowski racconta il proprio, sia quello che lo circonda che quello che si porta dentro.

Incontriamo il protagonista scorrendo le prime pagine… con le valige in mano, in arrivo a New Orleans, pronto per sperimentare la vita delle periferie delle grandi città. In particolare, questo è il viaggio a fianco di un uomo che si racconta attraverso i lavori che ha accettato e quelli che ha perduto, sempre iniziati senza alcun segno di ambizione e poi lasciati senza nessun senso di sconfitta. Li fa scivolare via, lasciandoseli alle spalle quasi per scelta, per immergersi nello spesso grigiore della vita di strada. 

Mr. Chinaski si racconta, con un linguaggio popolare e sboccato, nel susseguirsi di incontri ed esperienze che, seppure misere e povere dal punto di vista valoriale, sembrano non avere nessun impatto sulla sua emotività, apparentemente sopita e monocorde.

Lo stile dell’autore è scorrevole, ci apre ai personaggi in modo così naturale che ci sembra di averli già conosciuti, di averne visti i gesti e sentito le voci. Ce ne propone quindi un’immagine che ci è familiare, connotandoli così di credibilità e di una ruvidità autentica.  Proprio per questo, i passaggi a volte spinti e il linguaggio esplicito, spesso eccessivamente grezzo, finisce per non creare particolare disturbo. Piuttosto, invece, muove la curiosità del lettore, nel tentativo di capire dove l’autore lo voglia accompagnare.

Ero solo per la prima volta da cinque giorni. Ero il tipo che vive di solitudine; senza solitudine ero come un altro uomo senza cibo o senz’acqua. Ogni giorno passato senza solitudine mi indeboliva. Non ero orgoglioso della mia solitudine; ma dovevo poterci contare…

Harry è un uomo con pochissimo spirito di iniziativa, vive di donne e di alcool, poco incline alla malavita, ma circondato e travolto dai vizi. Lo fa senza malumore o autocommiserazione. Così, perfettamente mimetizzato nelle infinite sfumature di grigio che lo circondano, lascia che sia la vita a trascinarlo e a prendere decisioni al suo posto. È un uomo infatti, che sembra non darsi direzioni, seppure si avverta il suo viaggiare continuo e imperterrito, sia sulle strade che passano sotto i suoi piedi che attraverso le esperienze, tutt’altro che bucoliche, dei suoi giorni.    

Factotum non presenta particolari picchi di tensione o pathos, dà la sensazione di esporre situazioni ed eventi quasi fossero pagine di un diario nel quale poterle fissare. Durante la lettura mi capita spesso infatti, di chiedermi perché l’autore stia raccontando un fatto e perché si soffermi su alcuni dettagli piuttosto che su altri. Al di là delle possibili risposte, avverto comunque più urgente riuscire a cogliere l’essenza di questo autore e del suo personaggio, entrambi controversi e controcorrente.

Gertrude oscillò davanti a me; oscillò sui tacchi alti. Si sporse in avanti. Mi sfiorò un po’ dappertutto. Non riuscivo a reagire, semplicemente. Fra me e lei c’era uno spazio. La distanza era troppo grande. Mi sembrava che stesse parlando a un’altra persona, una persona che non c’era più, svanita, morta. Mi sembrava che i suoi occhi mi guardassero senza vedermi. Non riuscivo a stabilire un contatto.

In Factotum Harry non mostra evidente desiderio di emergere e si circonda di persone che rivelano le stesse inclinazioni e lo stesso torpore interiore.

Ciononostante la sensazione che lascia non è di superficialità, bensì un senso di tormento e di mancanza che si muove sotto la superficie. Ci rimane la percezione di un uomo fuori contesto, che per quanto si accompagni sempre con una moltitudine di persone, in situazioni a volte caotiche, è solo, perso in una voragine emotiva sofferta e delirante.

La solitudine e il vuoto infatti, si rivelano vissuti così radicati che nessun incontro riesce davvero a sopirli.

Non bastano quindi né il sesso sfrenato, crudo e carnale, né l’alcool smodato, ad avvicinarlo al centro di sé, dove sia possibile poter cogliere i propri vissuti e ascoltarli.   

Anzi, è proprio quella solitudine che Harry brama e desidera a dargli la forza… per guardarsi dentro e provare a sentirsi in completa sintonia con il mondo che lo circonda, rigenerando l’anima come fanno il cibo e l’acqua. 

Paradossalmente sembra proprio che il bisogno di sentirsi amato, accettato e protetto passi proprio dal linguaggio crudo e provocatorio che l’autore sceglie di utilizzare. Non saranno quindi gli eccessi a curarlo delle mancanze vissute, dal sentirsi diverso in un mondo che vive da estraneo, nonché dal rifiuto di una famiglia evidentemente svalutante e refrattaria all’accoglienza e all’affetto.

Sarà invece risorsa più rigenerante la capacità di tradurre pensieri e vissuti in parole che, maturata la gestazione nell’anima di Charles, finiscono per essere partorite dalle riflessioni e dalla voce di Harry.

Ecco di cosa aveva bisogno un uomo: speranza. Era l’assenza di speranza a scoraggiare un uomo.

Approcciarsi alla scrittura di Bukowski non è affatto semplice, perché risulta faticoso sentirsi in empatia con quest’individuo così scomodo e apparentemente apatico alla vita. Ritengo però che una lettura non sia sufficiente per comprenderlo davvero e per arrivare ai contenuti di cui è portatore.

Sento la necessità quindi, di cercarlo tra le righe e oltre le provocazioni, affinché si possa cogliere pienamente quella nota amara che lui continua a suonare in ogni pagina dei suoi testi.

Qualora decidiate di leggere Factotum, attendo con piacere il vostro parere e, nel contempo, continuo insieme a tutte le ragazze del blog, ad augurarvi buona estate!

Il nostro giudizio:

Trama3,5

Stile5

Piacevolezza4

Copertina3

Voto finale4

Charles bukowski

Charles Bukowski è nato ad Andernach, in Germania, nel 1920. È emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all’età di due anni. È morto nel 1994 a Los Angeles, dove ha passato tutta la vita scrivendo, bevendo e cercando di lavorare il meno possibile. Tra i suoi titoli più noti apparsi in Italia: Storie di ordinaria folliaPanino al prosciuttoCompagno di sbronzeConfessioni di un codardoFactotumDonnePulp, Post Office e Taccuino di un vecchio sporcaccione.