PENNE D’AUTORE, UNO SGUARDO SU: LUIS SEPÚLVEDA

LUIS SEPÚLVEDA

Carissimi lettori,
la nostra consueta rubrica Penne d’Autore, quest’oggi, ha come protagonista un grande scrittore cileno nato nel mese di ottobre: Luis Sepúlveda.
Ieri, il padre de “La storia della gabbianella e il gatto che le insegnò a volare”, avrebbe compiuto 71 anni. Nonostante ad aprile di quest’anno ci abbia lasciati a causa del Coronavirus, la sua eredità letteraria e soprattutto l’umanità che lo distingueva, rimarranno un esempio vivo nell’animo di chi legge; uno spirito vivace, temerario e dolce che non può né essere dimenticato né temere la morte.
Tante le sue opere e tanti gli eventi, non sempre positivi, che lo hanno visto protagonista tanto politicamente quanto letterariamente. Tutti, ma proprio tutti, piccoli e grandi, dovrebbero conoscere questo importante artista del ‘900, per trarne insegnamento ed esempio, per riflettere e cercare di rendere il mondo migliore, come lui desiderava.
Andiamo ad approfondire la sua conoscenza… Signore e Signori vi presento il grande Luis Sepúlveda!

Luis Sepúlveda Calfucura è stato uno scrittore, poeta, giornalista, sceneggiatore, regista e attivista per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Nato a Ovalle, cittadina cilena, il 4 ottobre 1949, scomparso a Oviedo, Spagna, il 16 aprile 2020, all’età di 70 anni. Sepúlveda cresciuto in un quartiere proletario di Valparaíso in una famiglia di matrice anarchica, giovanissimo, aderì alla Gioventù comunista dimostrando un vivo interesse politico verso le vicende del suo paese e partecipando attivamente alla sua vita.
Nel 1967, in Cile, ebbe inizio un movimento studentesco, a cui Sepúlveda partecipò attivamente. Con un grande sciopero prima e con l’occupazione di licei ed università poi, il fermento crebbe coinvolgendo anche insegnanti e sindacati, dando il via ad un processo altamente democratico in cui, le parti interessate, decisero insieme cosa insegnare e cosa apprendere. Il 4 settembre 1970, l’elezione a presidente di Salvador Allende, uomo di enormi capacità politiche e umane, rappresentò per il popolo cileno e quindi per Sepúlveda l’inizio di un sogno bellissimo durato mille giorni.
Questo breve ma intenso periodo, permise ad Allende di continuare il percorso di trasformazione democratica della società, in modo pacifico e senza ricorso alle armi, permettendo uno sviluppo della coscienza sociale con piena partecipazione della forza politica. Militante nel partito socialista, per le sue qualità, l’impegno e la serietà dimostrati negli anni, Sepúlveda fu reclutato nel GAP, gruppo di amici personali del presidente Allende. Un riconoscimento ineguagliabile che lo rese orgoglioso e onorato, più di ogni altro premio ricevuto nella sua vita, e di premi Sepúlveda ne ha ricevuti davvero tanti. La rivoluzione in atto implicava un pericolo reale per il presidente e gli appartenenti al GAP dovevano proteggere la sua vita anche al costo della propria.
L’11 settembre 1973 fu per Sepulveda, per il popolo cileno e per il mondo intero, un giorno buio che fece piombare il Cile in sedici anni di dittatura, torture e ingiustizie. Augusto Pinochet e il suo seguito assaltarono la Moneda, il palazzo presidenziale, al cui interno si trovavano il presidente e alcuni membri del GAP di guardia. Per Sepulveda e altri suoi compagni cominciò un vero incubo, furono arrestati, torturati ed imprigionati. Fu rinchiuso in una cella minuscola in cui era impossibile stare sdraiati oppure rimanere in piedi e solo dopo 7 mesi fu rilasciato grazie alle pressioni di Amnesty International. A causa del suo attivismo politico fu arrestato una seconda volta e condannato all’ergastolo. Con un nuovo intervento dell’Ong, la pena fu in seguito commutata in otto anni d’esilio. Nel 1977 lasciò il Cile per andare in Svezia, dove il governo gli aveva concesso asilo politico, ma al primo scalo a Buenos Aires fuggì, attraversando vari Paesi del Sudamerica fino a Quito, in Ecuador, da dove partì per una spedizione dell’Unesco dedicata allo studio dell’impatto della civiltà sugli indios Shuar. Nel 1979 raggiunse le Brigate Internazionali Simon Bolivar, che stavano combattendo in Nicaragua, e nel 1982 aderì a Greenpeace, lavorando per qualche anno come membro di equipaggio su una delle navi dell’Ong ecologista. Una volta terminato il periodo d’esilio, non tornò in Cile ma si stabilì in Europa.
Un altro momento difficilissimo nella vita dello scrittore fu il giorno del 1986 in cui gli comunicarono di non essere più cileno, gli fu tolta la cittadinanza e divenne apolide. Divenne nessuno e restò nessuno per ben 31 anni, con l’avvicendarsi dei governi post golpe la situazione rimase la stessa, nonostante le sue rimostranze. Finalmente nel 2017 gli fu restituita dal governo Bachelet che pose fine ad una grave ingiustizia.
Una vita avventurosa quella di Sepúlveda che, improntata alla lotta per l’affermazione di valori inestimabili come la legalità, la giustizia, la fratellanza, l’amicizia, la libertà, traspare nelle sue opere letterarie. Partendo dalle sue meravigliose fiabe, che raccontano anche ai più piccini i valori che contano e che riescono a far riflettere anche gli adulti, soprattutto noi adulti. La sua “gabbianella” che ne decretò il successo mondiale, per fare un esempio, pone fiducia in un gatto che, paradossalmente, potrebbe essere un pericolo e, il gatto che sceglie la via più difficile non abbandonandola, proteggendola e appoggiandola; ecco che il diverso non è più un mostro, l’amicizia sboccia e il gatto insegna alla gabbianella a volare, libera dalle paure. Per me dovrebbero leggerlo ogni anno nelle scuole, come un mantra di buon augurio.

“La favola è un fenomeno letterario complesso, un genere molto interessante e non solo per i bambini o per un pubblico ristretto. Quando ho scritto la “Gabbianella” volevo costruire personaggi partecipanti: privi di un fisico, ma esistenti in modo fortissimo. Costoro si chiamano solidarietà, protezione per chi è debole, rispetto per chi è diverso da noi. Parlando ai bambini e agli adulti, rendo più democratica la letteratura: metterla a disposizione di tutti equivale a democratizzare la parola scritta” LUIS SEPÚLVEDA*

Arrivando ai suoi racconti di viaggio come “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore“, la sua prima opera, ispirato dai sette mesi trascorsi insieme agli indios Shuar che narra la storia del vecchio Antonio José Bolívar, approdato dopo molte disavventure tra i nativi della foresta amazzonica ecuadoriana.

“Nessuno riesce a legare un tuono, e nessuno riesce ad appropriarsi dei cieli dell’altro nel momento dell’abbandono.” da Il vecchio che leggeva romanzi d’amore.

A questi due romanzi è anche seguita la trasposizione cinematografica. Tra le altre sue opere ricordiamo:

Patagonia express; Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza; La fine della storia; Storie ribelli; Diario di un killer sentimentale.

Sepúlveda è stato vincitore di tantissimi premi letterari e di riconoscimenti importantissimi tra cui:

Premio “Tigre Juan” (1988)
Premio Internazionale “Ennio Flaiano” (1994)
Premio letterario Alessandro Manzoni alla carriera (2015)
Dottore Honoris Causa dalla Facoltà di Lettere presso l’Università di Tolone (Francia)
Dottore Honoris Causa dalla Facoltà di Lettere presso l’Università di Urbino (Italia)
Cittadino onorario del comune di Pietrasanta (LU)

Nella vita del rivoluzionario Sepúlveda ha avuto un posto di primo piano l’amore per la poetessa Carmen Yanez, incontrata nel 1968. Giovanissimi entrambi, dopo soli tre anni si sposarono a Santiago del Cile, nel 1971 nacque il loro primogenito Carlos. Il golpe del 1973 segna in modo irreversibile la coppia, per entrambi comincia un periodo di arresti, torture e repressione e le loro strade si separano. Lui si trasferisce in Germania e lei in Svezia. Luis sposa una tedesca da cui ebbe due figli, Carmen da una relazione successiva ne ebbe uno. Il destino, però, aveva altri progetti per loro e li unisce nuovamente nel 1996, nella Foresta Nera. Pochi giorni dopo partirono insieme alla volta di Parigi e nel 2004, a Gijón in Spagna, si sono risposati.
Tutto nella vita di Sepúlveda sembra un romanzo. Questo grande amore è durato fino all’ultimo istante della sua esistenza. Purtroppo a febbraio del 2020 ha contratto il Coronavirus che il 16 aprile non gli ha lasciato scampo. Ci se n’è andato un grande artista, un grande combattente ma soprattutto un grande uomo!
Ho guardato su YouTube tante sue interviste e ne sono stata colpita profondamente, le sue parole trasudano amore, saggezza, forza, coraggio e soprattutto speranza. Nonostante il suo doloroso passato e le ferite sicuramente ancora vive nel suo animo voleva bene al mondo, lo voleva migliore, affinché nessuno potesse rivivere certi orrori. Di cose su Luis Sepulveda ce ne sarebbero ancora tante da dire ma vi lascio con una sua frase, invitandovi a seguirci sul nostro blog, tutti i lunedì del mese troverete la recensione di un suo libro.

“Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori”

Vi riproponiamo con piacere le nostre recensioni:
Storie ribelli
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
Patagonia Express
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore
Buona Lettura a tutti!!!

Fonti:
*: https://www.ecodibergamo.it/stories/eppen/cultura/letteratura/luis-sepulveda-scrivere-per-me-e-un-modo-di-continuare-a-resistere