PULP

di Charles Bukowski

Pulp

Pulp di Charles Bukowski
Genere: Narrativa
Editore:Feltrinelli
Pagine: 192
Edizione:24 Gennaio 2013

a cura di Rosa Zenone

Salve lettori, siamo giunti all’ultimo giorno di Agosto nonché all’ultimo incontro con Charles Bukowski, autore del mese. Per concludere questa nostra rassegna abbiamo scelto il suo ultimo romanzo Pulp, pubblicato postumo nel 1994.  Un libro incredibile che, pur lasciando invariato e riconoscibile il suo stile, si discosta per molti aspetti dalla sua produzione ordinaria, a partire dal genere che è quello pulp, come enunciato dal titolo. Altra grande differenza è il cambio del protagonista, non più l’Henry Chinaski alter ego dell’autore, bensì Nick Belane, “il più dritto investigatore di Los Angeles” alle prese con dei casi che hanno davvero dell’assurdo e non potranno non farvi strabuzzare gli occhi.

Sinossi

Depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, Nick Belane è un detective, “il più dritto detective di Los Angeles”. Bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. I bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l’ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento professionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il “pulp” del titolo. Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea.

Recensione

“Céline è morto. Céline e Hemingway sono morti a un giorno di distanza. Trentadue anni fa. “
“So di Hemingway. Ho preso Hemingway. “
“È sicura che fosse Hemingway? “
“Oh, certo. “
“E allora perché non è sicura che questo Céline sia il vero Céline? “
“Non so. Mi blocco su questa cosa. Non mi era mai successo prima. Forse sono in pista da troppo tempo. Allora sono venuta da te (…)“
“E lei pensa che il vero Céline sia vivo? Lo vuole? “
“È vitale, ciccio. (…) Voglio esserne certa. Deve essere il vero Céline, non una mezza sega che pretende di esserlo. Di quelle ce ne sono già troppe“
“Come se non lo sapessimo. “

Caratteristica dell’opera è la vena surreale e assurda che la pervade, un tratto che da un lato tende a infondervi una spiccata e divertente ironia, dall’altro diviene occasione per riflessioni, esplicite e meno, su tematiche reali e serie. I casi che si troverà a fronteggiare l’investigatore Nick Belane sono totalmente inaspettati e dunque lasciano totalmente esterrefatti e basiti, una sorta di straniamento confuso e quasi sconcertante.

La prima cliente del nostro protagonista è la Signora Morte, la quale ingaggia Belane affinché trovi un uomo estremamente somigliante allo scrittore francese idolatrato da Bukowski, Céline, e che, addirittura, potrebbe essere lo stesso, nonostante risulti morto da più di trent’anni. Ad averla indirizzata verso l’investigatore è colui che gli ha affidato l’incarico di trovare il passero rosso, un certo John Barton, dietro il quale non sarà difficile intravedervi l’editore di Bukowski, John Martin, il fondatore della Black Sparrow.

Nonostante la trama esuli completamente dalla realtà, l’autore non solo riesce a calarvi degli elementi biografici ma anche dei significati e dei messaggi, come quelli incentrati sulla letteratura e la concezione della stessa. Indici di ciò, ad esempio, sono la presenza di Céline, la menzione di Hemingway, per non parlare del divertente azzardo di creare due scagnozzi dotati di nomi inconfondibili: Dante e Fante.

Dalla porta dell’ufficio di Nick Belane vedremo entrare personaggi alquanto insoliti e divertenti, molti dei quali gli commissioneranno indagini strampalate e intrigate che non potranno trattenervi dallo scalpitare impazienti di apprenderne il seguito. L’apprendere l’entrata in scena dei diversi personaggi comporta man mano una precoce goduria sempre pienamente appagata.

Il protagonista, Nick Belane, è un personaggio tipicamente bukowskiano: insoddisfatto, al verde, bevitore, scommettitore di cavalli e dal linguaggio sboccato, un investigatore sui generis. Uomo in gamba ma allo stesso tempo imbranato, impegnato in un continuo conflitto verso sé e verso il mondo, profondamente umano e impregnato di una forte dose di cinismo e nostalgia, un animo tormentato, speranzoso e rassegnato allo stesso tempo.

Spesso i momenti migliori della vita erano quando non facevi un bel niente, rimanevi a rimuginare, a meditare. Voglio dire, ammettiamo che capiate che sia tutto privo di senso, in questo caso non può essere totalmente privo di senso perché tu sei cosciente di questa profonda inutilità e questa coscienza di inutilità alla fine quasi restituisce un senso a tutto. Capite cosa voglio dire? Un ottimistico pessimismo.

Nick Belane è un personaggio estremamente riuscito e complesso, ci si affeziona a lui e ci si trova coinvolti in un tifo sfrenato nei suoi confronti. Come è tipico dei protagonisti di Bukowski, anche Belane divaga in riflessioni profonde, sul senso dell’esistenza ma soprattutto sull’incombere inesorabile della morte.

L’uomo nasce per morire. Che significato aveva? Perdere tempo e aspettare. Aspettare il “primo treno”. Aspettare un paio di tettone in una notte d’agosto in una stanza d’albergo a Vegas. Aspettare il canto del topo. Aspettare che al serpente spuntino le ali. Perdere tempo.

Pulp è l’ultima opera di Bukowski, scritta in piena consapevolezza della propria malattia, rivela come il pensiero della morte fosse diventato per lui ormai fisso. Pulp, nonostante i connotati ampiamente comici, è attraversato totalmente da una vena tragica che rammenta come la morte sia perennemente in agguato. L’autore affronta un tema delicato come la mortalità e la comune paura ricollegatavi alternando toni ilari a toni più solenni e seriosi, evitando di cadere nel patetico e di ammorbare, ed è in questo che probabilmente si cela la grandezza maggiore del libro; in questo prendersi sul serio senza mai volerlo fare fino in fondo.

Dunque, per quanto il libro si distingua nettamente dal resto della produzione, lo stile e il modo di narrare rimangono quelle tipiche del famoso scrittore americano. Il punto di rottura maggiore è sicuramente il cambio di protagonista, ma possono ben consolarsi tutti coloro che hanno amato Henry Chinaski, perché in realtà egli non è assente bensì menzionato attraverso rapide incursioni che per quanto marginali rimangono indelebili per l’insito sarcasmo. Una scelta curiosa ma che indubbiamente consacra Henry Chinaski per l’eterno.

“Sei fortunato,” disse “ti sei perso per un pelo quell’ubriacone di Chinaski”

Pulp è un romanzo esistenziale ma straordinariamente esilarante e irriverente, una bomba a orologeria pronta a esplodere e a trascinare con sé il lettore. È la degna uscita di scena di uno scrittore al di fuori delle righe come Bukowski, il suo unico difetto è quello di lasciare la consapevole amarezza del sipario ormai calato per sempre sulla penna geniale che l’ha partorito.

Il nostro giudizio:

Trama5

Stile5

Piacevolezza5

Copertina 5

Voto finale5

charles bukowski

Charles Bukowski è nato ad Andernach, in Germania, nel 1920. È emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all’età di due anni. È morto nel 1994 a Los Angeles, dove ha passato tutta la vita scrivendo, bevendo e cercando di lavorare il meno possibile. Tra i suoi titoli più noti apparsi in Italia: Storie di ordinaria folliaPanino al prosciuttoCompagno di sbronzeConfessioni di un codardoFactotumDonnePulpPost Office e Taccuino di un vecchio sporcaccione.